la Repubblica, 4 maggio 2022
Intervista a Bruno Latour
Bruno Latour, filosofo, sociologo, antropologo è professore emerito dell’Università Sciences Po a Parigi. Tradotto in una trentina di lingue, è l’autore francofono contemporaneo più letto al mondo. I suoi lavori sulla crisi climatica lo hanno reso una figura di rilievo mondiale sulla questione ecologica. Vive vicino all’Odéon, nel cuore del Quartiere Latino. Da lì risponde alle domande di questa conversazione, che verrà pubblicata integralmente su La Civiltà Cattolica il 7maggio.Lei ha spesso elogiato il carattere profetico della “Laudato si’” di papa Francesco. Perché?«Stavo cercando di cogliere quella che chiamo “una mutazione cosmologica”, che è anche una mutazione nei rapporti tra materialità, spiritualità, politica ecc.; tutto ciò che rimette in discussione il cambiamento delle nozioni di “Mondo” e “Natura” a beneficio della Terra. Sono rimasto stupito, leggendo laLaudato si’,nel vedere come la dimensione profetica ed escatologica della nuova situazione si trovasse espressa in modo magnifico e del tutto esplicito. La riflessione sulla Natura degli ultimi tre secoli aveva ignorato i temi di spiritualità cristiana che la nuova situazione ecologica imponeva. Il testo interessava i miei amici ecologisti, gli scienziati delle cosiddette “scienze naturali”, in un modo che chiaramente apriva un nuovo dialogo, divenuto impossibile forse a partire dal XVII secolo».Che cosa trova in sintonia con l’emergenza della nuova situazione cosmologica?«Tecnicamente, il punto fondamentale è quello della nuova comprensione dei viventi e di una nuova concezione del mondo.Collegando il grido della Terra e il grido dei poveri, il Papa da un lato stabilisce un legame tra ecologia e ingiustizia, e dall’altro prende atto del fatto che la Terra, in qualche modo, potremmo dire, si emoziona, può agire e soffrire. Ha scritto: “Un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della Terra quanto il grido dei poveri”. Si era persa, in generale, la dimensione cosmologica. Improvvisamente, conla crisi ecologica, il cosmo s’impone con un’intensità straordinaria. Allo stesso tempo le cosiddette “questioni sociali” vengono riformulate dal Papa in relazione alla riappropriazione di quelle cosmologiche. Ciò si traduce in molte questioni come la decrescita, l’inquinamento, le condizioni di vita, ecc. Questa cosmologia diversa permette di constatare che il grido dei poveri e il grido della Terra sono congiunti».Ma come può la Terra “gridare”?«È una bella metafora, non è costitutiva, non è ontologica. Ma si scopre che dalla prospettiva di ciò che chiamo la “seconda rivoluzione scientifica”, ha molto senso. Perché gli esseri che compongono la Terra hanno ciascuno il proprio potere di azione, in quanto hanno creato, con i loro effetti involontari, la minuscola superficie del Pianeta dove risiedono tutti i viventi. E questa azione che si estende per miliardi di anni – lo scopriamo ora bruscamente – provoca reazioni brutali alle nostre attività umane e in un lasso di tempo molto breve. La lunga storia della Terra e la breve storia delle societàumane entrano in risonanza e in conflitto. Tale reazione della Terra comporta un cambiamento in un quadro cosmologico che dal XVII secolo era chiuso, nonostante tutte le rivoluzioni all’interno della storia della scienza. Scopriamo l’interdipendenza degli esseri che hanno gradualmente costituito il mondo provvisoriamente abitabile in cui ci troviamo».Ma perché questo non viene capito?«Purtroppo, sono ancora poche lepersone che considerano adeguatamente e comprendono la rivoluzione delle scienze della Terra. Le persone continuano a vivere nel mondo materiale classico, perché vivono ancora dentro una concezione antiquata della scienza.Quando si spiega che i viventi sono coloro che hanno costruito le condizioni in cui essi stessi si trovano, questo provoca un cambiamento. La Terra non è vivente nel senso New Age o nel senso semplicistico di un singolo organismo, ma è costruita, prodotta, inventata, tessuta dai viventi. Non è una semplice cornice all’interno della quale essi si muovono. Quando guardo il cielo sopra di me, la sua atmosfera, la sua composizione, la distribuzione dei gas, tutto questo è il risultato dell’azione dei viventi. Siapre un varco in cui le realtà spirituali sono ricche di significato per la nostra condizione terrestre. Il materialismo dei secoli precedenti – lo si constata con dolore – è infatti molto poco terrestre».È strano che si debba insistere così tanto per essere “materialisti”!«Avremmo dovuto esserlo durante il periodo moderno! In realtà, niente affatto: ci si smaterializzava, si pensava a un mondo astratto, che ha tante funzioni utili all’interno delle reti scientifiche, ma che non è la Terra. Il materialismo dei secoliprecedenti, lo si constata con dolore, è molto poco terrestre. Con la nuova situazione ecologica, si ridiscende sulla Terra. E questo pone ai credenti la domanda: qual è l’impatto sulla storia della salvezza? In questo c’è un bel soggetto per la teologia. Papa Francesco con laLaudato si’apre un varco».Quale lezione ha imparato dal confinamento mondiale dovuto alla pandemia?«Ho pubblicato un libro, che è appena uscito anche in italiano (Dove sono?, Einaudi), per dare un avvertimento: non immaginatevi che, uscendo dal confinamento sanitario, voi sarete “deconfinati” per sempre. Lo sarete a vita! Non c’è via di fuga. Lo spazio, e non più soltanto il tempo, diventa l’orizzonte apocalittico. E la decisione è adesso, proprio perché non c’è altro spazio in cui ci si può immaginare di proiettarsi dopo. Purtroppo, la Terra non interessa ai moderni, credenti o indifferenti. Questo è anche uno dei motivi per cui alcune persone hanno problemi con laLaudato si’».Sono più di cinquant’anni che lei si dedica alla ricerca: qual è il senso di ciò che ha vissuto, se ripensa al suo percorso?«Ho semplicemente capito una cosa: la verità ha diverse modalità, che i moderni hanno scoperto e di cui non sanno cosa fare. Per cinquant’anni ho esplorato, e in modo sistematico, queste diverse modalità di verità.Abbiamo compreso lo straordinario potere della verità scientifica, la straordinaria necessità della verità politica, il formidabile potere della finzione; e, con l’ecologia, l’essenziale e sostanziale esistenza della riproduzione degli esseri. Ora si apre una possibilità, che precedentemente era chiusa, di sostenere anche la verità religiosa».