il Giornale, 4 maggio 2022
Allerta per Omicron 4 e 5
I virologi ci hanno insegnato che le varianti del virus sono normali e che non ci dobbiamo spaventare quando ne spuntano di nuove: fa parte dell’evoluzione del Covid. Già, ma le sotto-varianti di Omicron non lasciano del tutto tranquilli. È vero che spesso sono poco più di un raffreddore, ma sfuggono ai vaccini. E i ricercatori africani cominciano a pensare che possano essere in grado di scatenare una nuova ondata, la quinta.
Chi si è ammalato di Covid-19 contraendo Omicron ha solo una piccola protezione nei confronti delle sotto-varianti 4 e 5 e si può ammalare nuovamente. Specie se non è vaccinato. È quanto emerge da uno studio coordinato dall’Africa Health Research Institute di Durban in Sudafrica e pubblicato su medRxiv, piattaforma che rende disponibili le ricerche prima della valutazione da parte della comunità scientifica. Le sotto-varianti 4 e 5 hanno avuto origine rispettivamente a metà dicembre e ai primi di gennaio e da aprile hanno cominciando a diffondersi soprattutto in Sudafrica, dove oggi sono responsabili di circa i tre quarti delle infezioni.
Lo studio ha rilevato nei non vaccinati un calo della capacità neutralizzante di 36 volte contro le nuove varianti rispetto a Omicron. Più contenuto il calo di protezione nelle persone vaccinate: in tal caso si è osservata una riduzione di 3 volte. Ciò fa pensare, secondo i ricercatori, che «la variante 4 e 5 abbiano il potenziale per provocare una nuova ondata di infezione». Almeno in Sudafrica, dove il picco dell’ultima ondata si è verificata ormai da più di quattro mesi ed è stata dovuta proprio alla sotto-variante uno.
Se le «sorelle» di Omicron scateneranno nuovi focolai anche da noi non è dato sapere fino all’autunno ma quel che è certo è che ci serve un nuovo vaccino, tarato sulle nuove forme del virus. «La ricerca non si ferma – assicura Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria – Sono in sperimentazione nuovi vaccini contro le varianti. Nel 2020 non sapevamo neanche cosa fosse il Covid. A distanza di due anni i vaccini sono stati trovati, prodotti, somministrati e stanno funzionando. Ovviamente non ne siamo ancora completamente fuori, ma se le autorità hanno deciso queste nuove regole sulle mascherine vuol dire che le cose non stanno certo male».
Ora serve il passo il più: un vaccino più evoluto rispetto alle edizioni precedenti che ci protegga dai nuovi rischi. E già si pensa a mixarlo con il vaccino anti influenzale, in un unico siero. «Quando saranno pronti i nuovi vaccini – specifica Scaccabarozzi – verranno mandati i dati alle autorità regolatorie come è stato fatto in passato, con una procedura completamente nuova che si chiama rolling review: man mano che i dati sono disponibili vengono inviati alle autorità. Alcuni dati sono già stati inviati». Intanto i numeri raccontano di 62.071 contagi(contro i 18.896 di lunedì), di 153 decessi (lunedì 124). In calo le ospedalizzazioni: li ricoveri ordinari sono 99 in meno.