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 2022  maggio 04 Mercoledì calendario

Il digiuno a orario non fa bene

Contrordine (della scienza): la dieta a orario, mangiare cioè soltanto dalla mattina al tardo pomeriggio, non è così eccezionale come si credeva. Diventata da noi di moda perché seguita da Fiorello, anche in altri Paesi è riuscita a dilagare in grande fretta. Perché seguita dai vip ma, soprattutto perché nuova e diversa. Questa dieta permette di consumare i pasti, con o senza apporto calorico ridotto, solo per un breve periodo della giornata (tra le otto e le dieci ore). E questo, secondo diversi studi effettuati sugli animali e sull’uomo permetterebbe una maggiore riduzione dell’adiposità e un miglioramento del metabolismo con conseguente perdita di peso.
Ma ora un articolo di Deying Liu del Department of Endocrinology della Southern Medical University di Guangzhou (Cina) pubblicato sull’ultimo numero della rivista New England Journal of Medicine sembrerebbe mettere in dubbio questi risultati.
I PARAMETRI
A 139 pazienti malati di obesità è stata data una dieta con una riduzione di circa il 25% dell’apporto calorico quotidiano (tra 1500 e 1800 Kcal per gli uomini e tra 1200 e 1500 Kcal per le donne). Metà di questi ha mantenuto la normale distribuzione dei pasti durante tutta la giornata, l’altra metà ha ristretto l’orario di assunzione ad otto ore (dalle 8 alle 16) digiunando per il resto del giorno. Ad un anno di distanza sono stati valutati numerosi parametri tra cui il peso, la circonferenza addominale, l’indice di massa corporea, la quantità di massa grassa e i fattori di rischio metabolico. Tutti i pazienti sono migliorati in maniera significativa nel periodo di studio senza che vi fosse però alcuna differenza nell’entità del miglioramento dei vari parametri quale che fosse il regime dietetico: la dieta fatta rispettando gli orari naturali dei pasti o quella in cui l’orario dell’alimentazione era ridotto. 
LA GLICEMIA
Lo studio dimostrerebbe che limitare l’orario dell’assunzione dei pasti a poche ore del giorno non sia così utile come invece studi precedenti avevano dimostrato. Il principio su cui si baserebbe il dimagrimento non sarebbe semplicemente il risultato di una ridotta produzione di radicali liberi, ma anche l’effetto di un adattamento cellulare che porterebbe ad una migliore regolazione della glicemia, una migliore risposta agli stimoli stressanti ed a una riduzione dell’infiammazione. Conseguenze fondamentali per tenere in buona salute l’organismo e, in particolare, il cuore.
«Quando si parla di riduzione del numero delle calorie (restrizione calorica) e, soprattutto, di digiuno, è bene ricordare che gli effetti sulla salute possono essere imprevedibili e in alcuni casi pericolosi – si legge nel sito dell’Istituto superiore di sanità a proposito di digiuno intermittente – Per questo motivo, è importante evitare di cambiare radicalmente le proprie abitudini alimentari senza il parere del medico». LA QUANTITÀ
Si raccomanda di evitare di decidere da soli soprattutto quando si stanno prendendo dei farmaci, poiché cambiamenti nella quantità piuttosto che negli orari dell’alimentazione potrebbero potenziarne o diminuirne gli effetti sui pazienti.