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 2022  maggio 03 Martedì calendario

SE NE VA A 91 ANNI RON GALELLA, IL PADRE DI TUTTI I PAPARAZZI, IL PADRINO DI OGNI CAFONAL – ORIGINI LUCANE, HA PASSATO LA VITA A INSEGUIRE LE STAR: L’OSSESSIONE PER JACKIE KENNEDY CHE GLI COSTO' L’INGIUNZIONE DI MANTENERE UNA DISTANZA DI 15 METRI DALL’EX FIRST LADY - LA MASCELLA FRATTURATA DA MARLON BRANDO, SEAN PENN CHE LO PRESE A CAZZOTTI MENTRE ERA CON MADONNA - BETTE DAVIS, CHER, DIANE KEATON, WOODY ALLEN USAVANO MANI E BORSETTE PER PROTEGGERSI DALLA MITRAGLIATA DI FLASH E… -

È morto pacificamente nel sonno sabato mattina, nella sua casa di New York. Aveva 91 anni, Ron Galella. E se non fosse stato per questo imprevisto, ieri sarebbe andato al Met Gala 2022 a fotografare le star. Dietro le transenne di siepe come sempre. Non in piedi, poiché ormai non camminava più, ma seduto in posizione favorevole.

Nato a New York nel 1931 da padre originario di Muro Lucano (Basilicata) – il Centro studi internazionali lucani nel mondo ha diffuso subito una nota di cordoglio –, Galella era uno dei fotografi più celebri al mondo. Anche se la sua specializzazione era la più molesta in assoluto, come se fotografare già non lo fosse: quella di inseguire i personaggi famosi per rubare loro uno scatto, insomma paparazzarli.

Un’attività in genere considerata volgare che Ron nobilita grazie a una sensibilità da fotogiornalismo, area in cui si era laureato all’Art Center College of Design di Los Angeles. Il termine potrà anche essere nato con la Dolce vita felliniana, ma è con la costanza di mastino-Ron che supera il mero scandalo per diventare molto di più: un documento, la più mirabile delle radiografie.

Come fa? Pazienta, aspetta, aspetta ancora, e poi fa andare la macchina fotografica. Nemmeno guarda nell’obiettivo, dice la leggenda che nei decenni si è accumulata su di lui. Gli importa solo di catturare qualcosa che non si vede, che le star di ogni campo – attori, cantanti, sportivi, politici – non vorrebbero si vedesse. O anche che si vedesse, perché poi a lungo andare lo riconoscono, e un po’ giocano alle pose, o forse non ci badano nemmeno più. Perché le foto dello strano paparazzo saranno anche scattate a tradimento, ma sono anche quotate. E forse conviene farlo lavorare a beneficio di tutt’e due.

Ron Galella: mitragliate di flash Non tutti però sono propensi all’invasione di campo di Ron. E volano botte, dove non va a pezzi solo la macchina fotografica ma anche qualche osso. Nel 1973 Marlon Brando gli frantuma la mascella. Imparata la lezione, quando sa che l’attore è in circolazione si mette a indossare un casco da rugby. Negli anni Ottanta è Sean Penn – in coppia con Madonna che si nasconde per la vergogna – a giocare al punching ball con la sua faccia. Bette Davis, Cher, Diane Keaton, Woody Allen (una frazione dei nomi che Ron Galella ha inseguito e atteso che uscissero o entrassero di casa, da un locale, da un’auto), frappongono mani e borsette tra sé e l’obiettivo, ma non c’è niente da fare.

Anche perché Ron scatta a raffica. Spesso da lontano, poco importa di chi si frappone davanti e dietro la celebrity. Anzi, queste sagome e dettagli, questi errori, mettono ancora più in risalto l’unicità dei personaggi. Sicché le foto migliori sono sempre quelle che si insinuano dietro i vetri delle macchine e tra le persone.

Dove c’è poco luce, o dove la rapidità dello scatto – mista alla velocità della fuga di chi vuole sfuggire a Ron – rende la grana del fermo-immagine e la centratura errata del soggetto un processo fantasmatico. Il caso della serie di foto su Jackie Kennedy, l’ossessione di Galella, soprattutto negli anni newyorchesi di entrambi. Un inseguimento quotidiano che nel 1972 gli costa l’ingiunzione di mantenere una distanza di 15 metri dall’ex first lady.

Nonostante ciò la fotografa sempre e ripetutamente, lasciando di lei – la donna con lo Chanel rosa macchiato di sangue del marito assassinato – l’impressione di una donna esile e dinamica, solitaria, introversa, per cui è vitale muoversi. E più sviluppa rullini e più il suo mistero si fa insondabile, con l’illusione che più angoli di lei se ne hanno, più facile diventi capirla. Ma non è mai così.

Anche se è un gioco che paga, poiché mostra i famosi in pose altrimenti invisibili. Di insofferenza e riflessione, disagio e superiorità. E poi perché di molti agguati Ron ottiene la foto più fresca, la più rappresentativa del glamour delle star. A memoria: Robert Redford con gli aviator a specchio e cravatta in un mezzobusto nel traffico di New York (1974), poi messo in copertina del volume The Photographs of Ron Galella (2002). Cher al Met Gala del 1974. Ali MacGraw che sorseggia un drink agli Oscar 1975. La linguaccia di Jack Nicholson alla première di Calore di Paul Morrissey e ogni scatto rubato a Jack e Anjelica Huston durante la loro relazione.