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 2022  maggio 03 Martedì calendario

“NON SONO DI MAURIZIO CATTELAN. QUELLE OPERE LE HO FATTE IO, EPPURE NESSUNO MI CITA” – UNO SCULTORE FRANCESE, DANIEL DRUET, CHIEDE 5 MILIONI A CATTELAN PERCHÉ NON VIENE MAI CITATO NEI CATALOGHI E NELLE MOSTRE ANCHE SE È STATO LUI A FABBRICARE NOVE STATUE ALLA BASE DELLE OPERE PIÙ CELEBRI DI CATTELAN: DA GIOVANNI PAOLO II COLPITO DAL METEORITE A HITLER BAMBINO IN GINOCCHIO E CON LE MANI GIUNTE, FINO AI RITRATTI DELLO STESSO CATTELAN – “QUESTO PROCESSO DEMOLIRÀ UN MITO” -

Chi è l'autore dell'opera? Colui che la concepisce o colui che la realizza? Da quando nel 1914 Marcel Duchamp appose la sua firma su un portabottiglie comprato ai grandi magazzini trasformandolo in opera d'arte, si sarebbe tentati di rispondere senza esitazione che l'autore è chi ha l'idea, non l'esecutore materiale. Ma non è sempre così semplice.

Il prossimo 13 maggio la terza camera del tribunale di Parigi, specializzata nella proprietà intellettuale, esaminerà la causa intentata dallo scultore francese Daniel Druet alla star italiana dell'arte contemporanea Maurizio Cattelan, al suo gallerista parigino Emmanuel Perrotin e alla Monnaie de Paris, che nel 2016 ospitò la mostra di Cattelan «Not Afraid of Love».

Secondo Le Monde , che ha raccontato per primo la storia, Druet chiede cinque milioni di euro perché non viene mai citato nei cataloghi e nelle mostre anche se è stato lui - a lungo scultore del museo delle cere di Parigi - a fabbricare nove statue alla base delle opere più celebri di Cattelan: da Giovanni Paolo II colpito dal meteorite a Hitler bambino in ginocchio e con le mani giunte, fino ai ritratti dello stesso Cattelan, come quello in cui l'artista italiano è appeso a un portacappotti.

A 80 anni, il valente scultore classico Daniel Druet potrebbe provocare un terremoto nel mondo dell'arte contemporanea, dove il valore non risiede certo nella perfezione tecnica e nell'estetica ma nel concetto che l'artista vuole comunicare. Druet lamenta di essere considerato da Cattelan come un semplice fornitore, quando invece lo sguardo delle statue, così vivo grazie alla sua maestria, è a suo dire un ingrediente essenziale.

La collaborazione comincia alla fine degli anni Novanta, quando Cattelan riesce a scoprire chi è lo scultore degli straordinari ritratti di cera del muso Grévin di Parigi. Commissiona allora a Druet una serie di statue iper-realiste.

«Inviava un fax di dieci righe - ha raccontato Druet a Le Monde -, oppure collaboratori che parlavano due parole di francese mi davano qualche istruzione. Tutto vago, dovevo cavarmela da solo».

Druet è molto stimato nel mondo nelle Belle arti, la sua formazione accademica e il suo virtuosismo sono di alto livello. Per lui hanno posato François Mitterrand all'Eliseo o il Papa in Vaticano. Nell'atelier di Saint Ouen, indossando la stessa blusa ottocentesca di Auguste Rodin, Druet crea statue che sembrano prendere vita e sulle quali appone la sua firma. Cattelan però non lo cita mai e Druet resta uno sconosciuto nell'arte contemporanea.

Da Cattelan ha ricevuto in media 33 mila euro a statua, ma quella di Hitler in ginocchio per esempio è stata venduta all'asta da Christie' s per 17 milioni di dollari. «Senza Maurizio le opere non esisterebbero, senza Druet esisterebbero eccome e sarebbero uguali», dice Eric Andrieu, l'avvocato difensore di Cattelan. Lo scultore Druet non è d'accordo, e ha fiducia nei giudici: «Questo processo demolirà un mito: l'epoca dell'artista che neanche sfiora le sue opere ma viene acclamato da tutti è finita».