Corriere della Sera, 1 maggio 2022
Atomica su Parigi in 3 minuti
Ah, le grasse risate. Appena una settimana fa il conduttore oligarca Viktor Solovyov, principe dei propagandisti, sghignazzava e batteva le mani mentre un suo ospite immaginava gli effetti di un attacco nucleare su New York. Ogni tanto bisogna pur sognare a occhi aperti. Solo che alla televisione russa lo fanno ormai con frequenza quotidiana. Il mese scorso andavano di moda i Paesi confinanti. Sempre nel salotto di Solovyov, il talk show più ambito, il politologo Sergej Mikheyev si era dilettato con la previsione di una eventuale reazione russa a una missione Nato di mantenimento della pace in Ucraina. «La nostra unica reazione sarebbe la guerra nucleare. I polacchi devono sapere che in 30 secondi appena non resterebbe più niente di Varsavia, e così gli estoni, e tutti i popoli del Baltico». Quasi tutto il mondo è Paese. Almeno, i talk show russi fanno propaganda dichiarata, svolgendo un ruolo decisivo nell’orientamento della popolazione, in una continua rincorsa a estremizzare le tesi del Cremlino, fino a renderle quasi grottesche. Ieri sul Primo canale, è andata in onda la simulazione di un attacco nucleare russo nei confronti di Londra, Berlino e Parigi. Tutte e tre le città verrebbero polverizzate entro 200 secondi dal lancio dei missili. Ma ancora non basta per soddisfare i palati patriottici più esigenti. Aleksey Zhuravlyov, presidente del partito nazionalista Rodina, ha spiegato che «basterebbe un siluro Sarmat e le isole britanniche non esisterebbero più». Un altro esperto ha provato a obiettare che siccome anche la Gran Bretagna dispone di armi nucleari, nessuno sopravvivrebbe a questa guerra. Ma noi andremo senz’altro in paradiso, ha commentato la conduttrice del programma.