ItaliaOggi, 30 aprile 2022
Periscopio
I sadici che leggono Sade sono ancora meno dei marxisti che leggono Marx. Guido Ceronetti, La Musa Ulcerosa.
«Che penserebbe suo nonno del nipote diventato un presidente democraticamente eletto?» gli chiede un giornalista americano subito dopo la sua prima elezione. [Risposta di Putin]: «Il fatto che mio nonno sia stato il cuoco di Stalin non dice assolutamente niente sulle sue opinioni politiche». Dopo aver cucinato per Lenin, il nonno aveva cucinato anche per Stalin prima di finire i suoi giorni in una casa di riposo del Partito. Michel Eltchaninoff, Nella testa di Vladimir Putin.
Il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, che nel 2012 ha definito Vladimir Putin «il miracolo di Dio», che ha benedetto i missili nucleari nella cattedrale di Cristo Salvatore e ha dichiarato la guerra santa in Ucraina, è anche lui un oligarca con un patrimonio stimato dagli oppositori in 4 miliardi di dollari. Avrebbe conti bancari in Italia, Austria e Spagna. A ciò si aggiungono i beni in Russia: una villa vicina a quella di Putin a Gelendzhik sul Mar Nero e un super-yacht su cui è stato fotografato in costume da bagno. Maria Antonietta Calabrò, HuffPost.
Vladimir Putin, [il quale si ripromette] la «denazificazione» dell’Ucraina, ha assoldato i nazisti del Male State, un movimento estremista, fondato da Vladislav Pozdnyakov nel 2016, che si dichiara a favore del patriarcato e del nazionalismo russo [e che negli ultimi mesi] ha moltiplicato i messaggi antisemiti e le richieste di esecuzione dei leader ucraini. Nel 2020 le sue attività sono state bloccate da VK (il più grande social network russo) per «istigazione all’azione violenta»: la comunità è dedita a minacce e insulti online contro donne, neri, persone LGBT. I membri di Male State combattono contro tutto ciò che percepiscono come una minaccia per la Russia. Annalisa Cangeni, fanpage.it.
Nei talk show sulla guerra in Ucraina non mancano mai i pacifisti occidentali che indossano una sciarpa arcobaleno o una spilla dello stesso colore. Nella Russia di Vladimir Putin […] Due tribunali russi hanno appena condannato Meta (ex Facebook) e TikTok per non avere cancellato dalle loro piattaforme alcuni post che i giudici hanno ritenuto «espressione di propaganda Lgbt». Un reato previsto da una legge, voluta da Putin nel 2013 e votata a larga maggioranza dalla Duma, che vieta di parlare in pubblico di amori gay, vieta la propaganda e le manifestazioni Lgbt, e vieta anche l’esposizione di bandiere arcobaleno. Tino Oldani, ItaliaOggi.
Uso la parola «nazionalismo» in mancanza d’un termine più appropriato. Il nazionalismo, in questo significato esteso, include movimenti e tendenze come il comunismo, il cattolicesimo politico, il sionismo, l’antisemitismo, il trockismo e il pacifismo. Non comporta necessariamente la lealtà a un governo o a una nazione (ancor meno alla propria) e non è neanche necessario che la realtà alla quale è riferito esista davvero. Per citare qualche esempio: il popolo ebraico, l’Islam, il cristianesimo, il proletariato e la razza bianca sono tutti oggetto di appassionati sentimenti nazionalistici, ma è lecito dubitare della loro esistenza, e di nessuno esiste una definizione universalmente accettata. George Orwell, Sul nazionalismo.
«I russi sono giocatori di scacchi; matematici, freddi e impersonali come le macchine. Ma sono anche pazzi. E i pazzi dimenticano gli scacchi e la matematica e diventano giocatori d’azzardo, Mr. Bond». Ian Fleming (da John Pearson, La vita di Ian Fleming).
Due missili russi hanno colpito il centro di Kiev, proprio accanto all’ambasciata britannica e al ministero degli Esteri. E lo hanno fatto mentre il presidente Zelensky era con il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, alla fine di una missione già di per sé tardiva. Due forti esplosioni, una nuvola di fumo nero, almeno cinque ricoverati, tante sirene, molte macerie sotto cui cercare. Paolo Brera, la Repubblica.
Non si sa se dietro il «pacifismo gialloverde» ci sia direttamente la mano di Vladimir Putin ma quello che è certo è che gli orientamenti filorussi adesso hanno un terminale politico: Giuseppe Conte e Matteo Salvini. [Mentre] le posizioni sempre più rigide di Conte rappresentano di fatto la proiezione politico-parlamentare della sottile linea rossa che Mosca sta disegnando in giro per il mondo con l’obiettivo di indebolire il fronte pro-Ucraina, pro-armi, pro-sanzioni, il capo della Lega evoca «un tavolo» di tutti i leader «per discutere di pace», un modo soft per opporre il «pacifismo» alla politica decisa dal governo e dal Parlamento. [Sono tornati] i gialloverdi [alegher]. Mario Lavia, linkiesta.it.
[Anche] Beppe Grillo si è schierato. Non per la Russia, come immaginava qualche anima semplice, ma direttamente per la Cina. Da vero visionario, il mancato apritore di scatolette di tonno ha saltato i passaggi intermedi della Storia per gettarsi subito tra le braccia del futuro padrone lubrificando il proprio blog con un soffietto imbarazzante sulle meraviglie del «pacifico» modello di globalizzazione cinese. Da contrapporre, s’intende, a quello guerrafondaio dei sulfurei occidentali che hanno invaso l’Ucraina per interposto russo, così da poter sparare addosso ai russi per interposto ucraino. Massimo Gramellini, Corriere della Sera.
[E in Francia? Be’, in Francia restano] un’estrema destra poderosa e [una] sinistra regressiva, reazionaria, arcaica, che si è schierata a denti stretti con il candidato Macron. Restano gli studenti che si vedono come nuovi sessantottini ma che non hanno imparato da quella generazione ad avere i riflessi pronti quando si tratta di saper distinguere il democratico dal fascista. Bernard-Henri Lévy, la Repubblica.
[E Musk? Sarà] un miliardario buono o un miliardario cattivo? Se arriva Elon Musk ce ne dobbiamo andare per protesta? Se un miliardario cattivo […] possiede Twitter, è emergenza democratica? Se il nuovo proprietario restituisce l’account a Donald Trump, dobbiamo chiamare Amnesty? Guia Soncini, linkiesta.it.
Chi non dubita di nulla è capace di tutto. Roberto Gervaso.