La Stampa, 30 aprile 2022
Intervista alla cantante armena Rosa Linn
Tra i tanti artisti che parteciperanno al prossimo Eurovision Song Contest alcuni, come il nostro Blanco, sono giovanissimi ma hanno storie importanti da raccontare. Rosa Linn, nata Roza Kostandyan in Armenia 21 anni fa, arriverà sul palco di Torino dopo essere entrata per la prima volta a far parte del circuito dell’Eurovision nel 2013, a soli tredici anni. Era la prima volta nella vita che usciva dalla piccola città di Vanadzor dove è nata e partecipò alla competizione junior con il brano Gitem: finì sotto i riflettori tanto da entrare nel collettivo Nvak fondato da Tamar Karpelian. Quest’ultimo è la voce del supergruppo Genealogy dove i cantanti sono tutti discendenti di vittime del geneocidio degli armeni del 1915. Oggi la Linn è considerata una star nel suo Paese e l’anno scorso ha allargato i suoi confini artistici duettando con l’americana Kiiara per il singolo King.
Rosa Linn lei è in gara per l’Armenia dove è tra gli artisti più famosi, ma gli italiani la vedranno per la prima volta.
«E allora mi presento, ma premetto che l’Eurovision è sempre stato un mio sogno fin da quando ero un ragazzina. Ho 21 anni e ho iniziato a suonare il pianoforte quando ne avevo 6 anni, mentre la chitarra l’ho imbracciata a 10. Ho iniziato prestissimo anche a scrivere la mia musica, ma ogni conquista, ogni soddisfazione mi spingevano a fare di più e meglio. Oggi vedere il sostegno del mio Paese è indescrivibile, mi motiva e il 10 maggio quando parteciperò alla prima semifinale darò il meglio».
La sua canzone si intitola «Snap», qual è il significato?
«Ogni difficoltà è più facile da superare con un po’ più di amore per se stessi. L’ho scritta in un momento di depressione; mi sentivo come se il mondo si stesse sgretolando intorno a me. Spero che a chiunque sia accaduto di sentirsi a terra, demotivato, ascoltando il pezzo sappia che non è solo. Bisogna trovare la forza di plasmare il proprio destino».
Visto che il suo genere ha molto a che fare con il new folk del quale una band come i Lumineers è stata una portabandiera: li conosceva? Quali sono i suoi modelli e dove trova l’ispirazione per scrivere?
«Ho sentito solo un paio di canzoni dei Lumineers ma non posso dire di conoscerli bene. Il new folk è una corrente molto forte negli Stati Uniti ma io amo diversi generi musicali che vanno dalla classica al jazz sino all’heavy metal. Posso dire che adoro Andrea Bocelli? Penso che abbia una delle voci più belle del mondo».
L’armenia non partecipò all’Eurovision del 2021 perché era in atto la guerra del Nagorno Karabakh. Come ci si sente a essere il fiore all’occhiello di un Paese con una storia così tormentata?
«Gli ultimi due anni sono stati molto difficili per noi, ma abbiamo trovato la forza per tornare e siamo orgogliosi di far parte di questa famiglia. Spero di usare il dolore del passato per illuminare una via più pacifica. La mia canzone, un invito alla resilienza, ha molto a che fare con l’Armenia».
Ha un’opinione sulla guerra tra Russia e Ucraina?
È un argomento delicato, preferisco non dare una risposta su un qualcosa di enormemente più grande di me».
Lei ha fatto parte del collettivo Nvak, ma adesso è in gara come solista. Fa ancora parte di quel gruppo di lavoro?
«Sono assolutamente parte del Nvak Collective e abbiamo tanti progetti entusiasmanti che presto annunceremo. La nostra è un’etichetta discografica fatta da creativi per creativi, è una struttura innovativa con l’artista al centro».
A volte le canzoni sono la definizione di un pensiero politico, un modo per dare forza alle proprie idee. È così?
«Per me la musica è sempre stata un riflesso di chi sono dentro e di come mi sento in quel momento della mia vita. È profondamente personale ed è guidata dalla mia emozione piuttosto che da una questione politica. Come artista ho sempre voluto mantenere una certa distanza tra la mia musica e il modo in cui vedo la politica. Dico sempre che la musica è la cosa più bella della terra e non voglio mescolarla con la sporcizia».
Conosce l’Italia? E qualche artista del nostro Paese?
«Non ci sono mai stata, così quest’anno ho l’opportunità di visitarla. Amo molto la musica italiana, Adriano Celentano e come ho detto Andrea Bocelli. Penso che la vostra lingua sia una delle più belle per la musica e ammiro la cultura e l’arte creata dai geni italiani».