Specchio, 24 aprile 2022
Come cambia la scuola in Russia
La Scuola superiore di economia di Mosca ha cancellato il master in “Diritti umani e amministrazione democratica”, si presume, per palese inutilità. Un tempo università all’avanguardia, considerata la più moderna e prestigiosa della capitale russa, nell’ultimo anno la scuola si è distinta per aver licenziato professori ed espulso studenti scesi in piazza, forse anche per dirottare le ire del governo per il caso dei quattro redattori arrestati di DOXA Journal, la rivista online degli studenti. Mentre nelle università occidentali si discute se e come proseguire la cooperazione con i colleghi russi, nonostante la lettera in sostegno della guerra in Ucraina firmata da più di 200 rettori, tra cui quelli delle scuole più celebri e prestigiose, in Russia i programmi di studio vengono già adattati alla nuova realtà. Erano anni che i docenti più progressisti respingevano gli attacchi contro i corsi di diritti umani, gender studies, società civile e sociologia e psicologia, ma oggi tutte queste discipline sono ormai ufficialmente considerate inutili e portatrici di valori “nemici” del mondo libero. Anche le antenne russe di organizzazioni di diritti umani internazionali sono state chiuse dalle autorità, e l’espulsione della Russia dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu ha esonerato il Cremlino perfino dall’obbligo di mantenere le apparenze.
In compenso, i presidi delle scuole russe hanno ricevuto dal ministero dell’Istruzione indicazioni su lezioni da dedicare alle sanzioni, anzi, alla inscalfibilità della Russia rispetto alle pressioni occidentali. I più piccoli devono soltanto imparare a memoria il concetto, e ripetere insieme alle maestre che non ci sarà alcuna conseguenza per l’economia russa, i liceali devono anche imparare a saper argomentare, nell’arco di tre lezioni, i benefici e gli incentivi offerti dalle difficoltà politiche all’industria e alla produttività nazionale. I materiali didattici si compongono da testi, infografiche e videoclip, dove una voce fuoricampo proclama che «l’idea degli anni ’90 sulla superiorità dei prodotti di importazione viene oggi smentita». In un Paese dove stanno sparendo alimenti per bambini, medicinali salvavita e carta, mentre le più grandi fabbriche si fermano per mancanza di componenti esteri, gli allievi delle scuole dovranno superare dopo il corso sulle sanzioni un test scritto. Con domande trabocchetto del tipo «Chi verrà danneggiato maggiormente dalle sanzioni antirusse, la Russia, l’Occidente o tutto il mondo?».