La Stampa, 29 aprile 2022
Intervista alla giornalista russa Nadana Fridrikhson
«Non sono una spia, sono una giornalista», dice Nadana Fridrikhson, cronista della tv russa Zvezda. Negli ultimi giorni è stata ospite di varie trasmissioni italiane, suscitando le ire di alcuni parlamentari, che l’accusano di essere al servizio della propaganda del Cremlino. «È una funzionaria del ministero della Difesa russo», dice Andrea Romano (Pd). Lui e Michele Anzaldi (Iv) vorrebbero sollevare il caso in commissione di Vigilanza Rai e al Copasir, per capire a che titolo parli Fridrikhson quando interviene nei programmi del servizio pubblico.
Lei è una spia russa?
«È una stupidaggine, io sono una giornalista».
Alcuni parlamentari vorrebbero portare il suo caso in Vigilanza Rai e al Copasir.
«Ora i deputati controllano se sono una spia? Quello italiano è spionaggio: farebbero lo stesso con un giornalista americano o ucraino? Non credo. Questo è un atteggiamento parziale nei confronti della Russia e nei miei confronti come giornalista russa. Cos’è? Non è un esempio di censura?».
Dicono che le sue opinioni sono «criminali».
«Lo fanno solo perché sono una giornalista russa e sto esprimendo il mio punto di vista. Consiglio ai vostri deputati di lasciare i loro uffici accoglienti, andare nel Donbass e parlare con le persone lì. Poi si confrontino pure in commissione, ma almeno vedranno cosa sta realmente accadendo. E non si impegneranno più in queste sciocchezze».
L’accusano di negare l’invasione russa.
«Ignorano la realtà e i fatti. La guerra è iniziata nel 2014, quando è iniziato il regime di Kiev. Sfortunatamente, Kiev non ha rispettato gli accordi di Minsk e l’Ue non ha influenzato Poroshenko e Zelensky. Il bombardamento di civili nel Donbass è continuato. La Russia ha riconosciuto l’indipendenza delle repubbliche di Donetsk e Lugansk. Questa è un’operazione militare speciale, perché la Russia sta aiutando due repubbliche».
Non sta ripetendo la propaganda di Mosca?
«Se la Russia avesse iniziato una guerra, avremmo visto un quadro diverso. Ma gli Stati Uniti e i Paesi della Nato continuano con le forniture militari a Kiev, comprese le armi offensive. Per che cosa? Gli Usa beneficiano di un conflitto militare in Europa, ma perché i Paesi europei ne hanno bisogno? E l’Italia?»,
In Italia chiamiamo «guerra» quella che lei definisce «operazione militare speciale».
«La Russia ha dichiarato che l’obiettivo è controllare le regioni di Donetsk e Lugansk».
E l’assedio di Kiev? Gli attacchi sul resto dell’Ucraina?
«Stiamo aiutando le repubbliche di Donetsk e Lugansk a riprendere il controllo sulle regioni».
Qui in Italia è libera di parlare, a Mosca è lo stesso?
«Ho partecipato a vari programmi italiani. Sono stato etichettata ovunque. Per voi una giornalista russa è uguale alla propaganda e mente. Questo è un atteggiamento di parte. Le mie parole sono state distorte, non sempre mi permettevano di rispondere alle bugie sulla Russia. Non vi sto rimproverando, ma non ripetete il mantra sulla libertà di parola. Anche la vostra è propaganda».
In Russia è possibile esprimere opinioni diverse da quelle di Putin?
«Sì, ci sono canali tv in Russia dove le persone esprimono opinioni diverse».
Putin minaccia di usare l’atomica, i russi non temono una Terza guerra mondiale?
«La Russia non userà armi nucleari. O almeno non sarà la prima a farlo. Su questo Putin è stato chiaro, più volte».
Non le suscitano effetto le immagini di Mariupol distrutta?
«A Mariupol ho visto scene pesanti. Cadaveri nei cortili delle case, non tutti i morti sepolti. Ho parlato con i residenti, mi hanno detto cose terribili. Hanno raccontato come le forze armate ucraine abbiano utilizzato gli edifici residenziali, come Azov abbia sparato ai civili. In che modo i servizi di sicurezza ucraini abbiano perseguitato persone per le loro opinioni dopo il 2014. Come i dipendenti dei servizi di sicurezza ucraini abbiano interrogato persone "sleali" verso il regime di Kiev. Se qualcuno ha dei dubbi, vada a Mariupol a parlare con le persone».
Gli ucraini, però, non hanno accolto i russi come liberatori.
«Dici che i residenti di Mariupol odiano la Russia? Allora chiediti perché i rifugiati vengono in Russia, io ho passato il confine con loro».
Cosa sanno, cosa pensano i russi degli orrori di Bucha?
«C’è stata una terribile tragedia a Bucha. La Russia sa chi ha commesso quei crimini e Putin ha detto a Guterres che i tentativi di incolpare la Russia sono cinici. Quando Claudio Locatelli in tv cita un articolo della Cnn per dire che l’esercito russo avrebbe violentato le donne, questo non è giornalismo, questa è una bugia. Non ci sono prove. Abbiamo bisogno di un’indagine internazionale sulla tragedia di Bucha».