la Repubblica, 29 aprile 2022
Conte chiede consigli a Orsini
L’incontro è avvenuto all’inizio della scorsa settimana, propiziato da una persona che conosce bene entrambi e che avrebbe suggerito a Giuseppe Conte di scambiare quattro chiacchiere col professor Alessandro Orsini, direttore dell’Osservatorio sulla sicurezza internazionale della Luiss asceso a notorietà catodica per le sue simpatie filo-russe e le critiche feroci alla Nato e all’amministrazione Biden. Teorie che, soprattutto negli ultimi tempi, hanno finito per coincidere con la svolta anti- militarista del leader Cinquestelle. Una sorta di gioco di specchi in cui l’uno è diventato megafono dell’altro, amplificando la polemica mediatica nei confronti del «Pd bellicista» e del governo Draghi, per entrambi troppo schiacciati sull’atlantismo e gli interessi degli Usa. Senza dimenticare il pubblico plauso a Matteo Salvini – tributato su Facebook dal docente di Sociologia del terrorismo – per la frenata sulle armi e la folgorazione pacifista che tanto in questi giorni hanno avvicinato il segretario della Lega al capo dei 5S. Una postura più politica che scientifica, rispetto agli esordi in tv. Non esattamente frutto del caso.
In base alle confidenze trapelate dalla stretta cerchia contiana, il consiglio offerto all’ex premier sarebbe stato il seguente: «Parlaci, ha idee interessanti, assai diverse dal mainstream, che potrebbero tornarti utili». E l’avvocato non se lo sarebbe fatto ripetere due volte, invitando a convegno la star dei talk-show lontano da orecchie e occhi indiscreti. «Caro professore io apprezzo molto il suo pensiero laterale», gli avrebbe detto Conte, una decina di giorni fa, nel corso dell’incontro chiesto per confrontarsi sul conflitto in Ucraina, le sanzioni alla Russia e le soluzioni per evitare che l’Italia e l’Europa escano dalla guerra con un’economia a pezzi e le ossa rotte. Un colloquio per fare un giro d’orizzonte, al termine del quale l’ex capo del governo giallorosso avrebbe buttato lì – fra il serio e il faceto – la disponibilità del M5S a candidarlo alle prossime Politiche. Una proposta che Orsini, ribattezzato URSSini dai detrattori, non avrebbe respinto. Anzi.
Il problema è che l’incontro sarebbe dovuto restare riservato. Per evidenti ragioni di reciproca convenienza: non complicare i già precari rapporti di Conte col Pd ed evitare di alimentare sospetti di parzialità del professore, tali da compromettere le sue ospitate tv in veste di esperto lontano dalla politica. Perciò dal quartier generale grillino smentiscono «categoricamente» che si siano mai visti e conosciuti. Come già avevano fatto una settimana addietro, allorché il Foglio aveva rilanciato la notizia della possibile discesa in campo di Orsini nelle fila stellate. Da lui stesso poi definita, domenica sera a Non è l’arena su La7, «una bufala gigantesca», di più, «una mossa per screditarmi e suggerire il secondo fine di entrare in Parlamento». Come volevasi dimostrare.
Ma «non potevano fare altrimenti, i tempi non sono ancora maturi», spiega uno dei grillini più alti in grado. Anche perché nel Movimento, non tutti sembrano condividere le tesi del professore- «Ci sono alcune stravaganze nelle cose che dice e nel modo in cui le dice», lo ha liquidato ieri il sottosegretario alla Salute Pier Paolo Sileri: «Quando si parla di guerra bisogna attenersi all’obiettività ». Segnali che all’interno esiste più di qualche dubbio.