Corriere della Sera, 29 aprile 2022
Gli odiatori di Samantha Cristoforetti
Non fosse per il casco interspaziale, sembrerebbe una qualsiasi mamma che ha caricato la macchina di vestiti estivi, cigni galleggianti, creme protezione cinquanta e si appresta ad andare ad aprire la casa di Forte dei Marmi per dare inizio alla stagione estiva: saluta i figli da dietro al finestrino e manda baci schioccando le labbra sulla mano. Invece lei è Samantha Cristoforetti, un figlio sta in braccio al padre, un ingegnere, l’altra al collega della mamma, Luca Parmitano. Il finestrino non è quello di una station wagon ma di un’astronave e lei non sta andando al Forte per il week end ma nello Spazio per cinque mesi.
In realtà è uno scatto pieno di leggerezza, tipico di quando ci si sente a proprio agio nel proprio posto. Ma ciò nonostante l’immagine riportata dai media e dalla Rete, ha sollevato un sacco di polemiche: «Come faranno quei bambini senza la mamma per tutto quel tempo?». Il quesito è più che lecito, per carità. Specie se si pensa che c’è chi fatica a mettere cinquanta chilometri tra sé e i propri figli, chi si sente in colpa andando al ristorante e lasciandoli a casa, chi non concepisce di organizzare una vacanza che non li contempli. Ma lei è Samantha Cristoforetti e sì, c’è una differenza. Con buona pace di chiunque. Samantha ha quarantacinque anni, due lauree (Ingegneria Meccanica a Monaco e Ingegneria Aeronautica a Napoli), parla sei lingue, è stata capitano pilota di jet nell’Aeronautica Militare ed è la prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea. È una che potrebbe aggiustare un guasto alla stazione mentre si trova in orbita ed è una, come si sarà capito, che sarebbe in grado di fare anche un sacco di altre cose, forse qualunque cosa, ci viene da pensare. Compreso rispondere in maniera perfetta alle critiche dell’anonimo, vigliacchissimo web: «Se uno dei due genitori fa un lavoro che lo porterà a non esserci per un periodo lungo, è fondamentale che sia l’altro genitore ad avere un rapporto quotidiano e più forte con i figli. E nel nostro caso è il papà. Non ho mai cercato di avere un rapporto con mia figlia per cui sarei stata indispensabile, sarebbe stato del tutto irresponsabile da parte mia».
AstroSamantha anche in questo. Non perché lei non abbia il dovere di essere mamma, o i suoi figli abbiano meno diritti ad averne una, ma perché, vista la missione (perché è di missione che si tratta) a cui evidentemente l’ha chiamata la vita, ha avuto la generosità e l’intelligenza di fare un passo indietro in famiglia. Di rendersi meno fondamentale, visto che non potrà mai essere una donna da relegare in tinello o alla quale incollare la mano a una pentola. Bisognerebbe riuscire a non giudicare e se proprio non si riesce a farne a meno, bisognerebbe avere la levità immortalata in quella foto di saluti «comuni» prima di una partenza non comune. O almeno l’ironia di quella battuta che circola sui social e che si sostituisce alla Cristoforetti nel rispondere alla domanda del giornalista: «A chi lascerà i suoi figli?». «Come se non lo sapessero tutti che il vero casino, quando devi partire è: a chi lasci i cani?».