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 2022  aprile 28 Giovedì calendario

Intervista a Maurizio Costanzo

È tornato al Teatro Parioli di Roma dove tutto è cominciato: il Maurizio Costanzo show
compie quaranta anni e il giornalista, 83 anni, ha ripreso in mano il talk show su Canale 5. Nuova edizione, puntata 4466: sornione, un marchio di fabbrica, l’emozione stemperata nell’ironia e nel cinismo romano di chi ne ha viste tante e che gli fa dire, a chi si congratula per il record: «E vabbè, su, che volete che sia».
Da quanto mancava dal Parioli?
«Dodici anni, l’impatto è stato forte. Mi sono venuti gli occhi lucidi, ho pensato ai miei amici Alberto Silvestri, Paolo Pietrangeli, Franco Bracardi che non ci sono più».
La prima sensazione sul palco?
«Che era bello esserci. Il Costanzo show è una fotocopia della carta di identità».
Sono successe tante cose al Parioli, la puntata con il giudice Giovanni Falcone è rimasta nella storia.
«I magistrati mi hanno detto che una sera in platea tra il pubblico c’era il latitante Messina Denaro. È emerso nelle indagini, ho visto il video. Veniva a venire lo show e magari gli piaceva».
Via Ruggero Fauro è la strada a due passi dal teatro dove, nel 1993, è stato vittima di un attentato. La mafia aveva messo 40 chili di tritolo. Ci era più passato?
«Una volta sola»
Ha ancora paura?
«Paura no, però rispetto. Perché quello che è successo ha segnato un prima e un dopo. Ma siamo stati molto fortunati, ci siamo salvati tutti: io, Maria, l’autista e il cane. Se devo essere sincero mi ha fatto più impressione il teatro, ricordo ancora i cani della polizia che fiutavano nei camerini».
Anche dieci ospiti insieme: è più domatore o moderatore?
«Più ascoltatore».
Il segreto è quello?
«Il problema vero è che nei talk show i conduttori, presi dal proprio ego, non ascoltano. Io mi sono sempre posto il problema di stare a sentire che dicono gli ospiti».
Chi le dà filo da torcere?
«Quelli vaghi, che se fai una domanda su un certo argomento rispondono un’altra cosa».
E le risse?
«Capitano. Quest’anno nella prima puntata c’è stata una lite sulla guerra tra Michele Santoro e Enrico Mentana».
Dopo tanti anni si diverte ancora?
«Certo, se no smetterei. Ho una grande fortuna, ci sono ancora».
Ha avuto ospiti i più grandi artisti: oggi cos’è cambiato?
«Ho avuto Mastroianni, Tognazzi, Vitti, Sordi, Gassman, Villaggio.
Cosa vado cercando? Certo che non ce ne sono più come loro».
Il politico più bravo in tv?
«In assoluto Giulio Andreotti. Poi mi ha dato buone soddisfazioni Luigi Di Maio, però è tanto che non lo vedo. Ma io ho avuto Giorgio Amendola e Gian Carlo Pajetta, ripeto: cosa vado cercando?».
L’amministratore delegato di Mediaset Pier Silvio Berlusconi le ha mandato gli auguri. Lei ha dichiarato che non ha mai votato il padre ma lo sentiva?
«Non l’ho mai votato, come Enrico Mentana. Quando ci annunciò che si candidava gli dicemmo che faceva una ca**ata. Gli dissi: “Non ti attaccherò mai ma non ti voterò mai”. E così è stato. Certo che abbiamo avuto rapporti. Spero che Silvio venga alla seconda, alla terza puntata, o che si colleghi. Se non ci fosse stato lui a chiedermi di fare il Costanzo show tutte le sere, quando mai avrei festeggiato i 40 anni con una puntata settimanale?».
La televisione è cambiata?
«Finge di cambiare ma è sempre la stessa, il problema è che bisogna farla pensando a chi la segue. In genere la fanno pensando a sé stessi. Dico sempre: preoccupatevi di chi sta a casa. Io quando lavoro penso agli “sfasciadivani”».
Chi sono?
«Sono le coppie non più giovanissime sedute davanti alla tv, dall’una del pomeriggio alla sera.
Provi a immaginare un salotto: luci basse, un cane, due sul divano.
L’Italia è piena di persone così, noi dimentichiamo sempre i fruitori».
In teatro ritrova gli “sfasciadivani”?
«Certo ma in platea l’altra sera c’erano anche molti giovani. Per me è una seconda vita» .
Cosa le dicono?
«Sono carini, affettuosi, molti ripetono: “Sono cresciuto con lei”.
Vorrei aprire un asilo nido.
Conclusi la scorsa stagione invitando due gemelle, sa come si chiamavano? Maurizia e Costanza».
Va bene accompagnare gli italiani, ma non sarà troppo?
«Abbastanza» .
Tipologia degli ospiti: chi la spara grossa in genere è consapevole?
«Alcuni dicono stupidaggini senza stupirsi, altri stupendosi di quello che dicono. Poi c’è il cretino puro, va per conto suo» .
Ha ospitato tutti, chi vorrebbe avere?
«Purtroppo ripeto sempre la stessa cosa: papa Francesco. C’ho provato due volte senza grande esito».