Tuttavia, la materialità chiede il suo dazio, e così, in questi tre anni di matrimonio Akihiko Kondo all’ologramma ha aggiunto bambole, di diversa grandezza, della sua Hatsune Miku. Dove l’aggettivo possessivo “suo” ha una accezione non esclusiva giacché altri possono avere in casa l’ologramma di Hatsune Miku. Letizia Pezzali, il 6 Aprile del 2021, discutendo di possesso e vanità riguardo gli NFT poneva la questione riguardo il senso «...di pagare... per possedere un oggetto che tutti possono vedere e usare senza limiti? Come sempre, possiamo scegliere di liquidare la questione illudendoci che anneghi nella sua presunta insensatezza».
Akihiko Kondo ha dichiarato al New York Times che rimarrà fedele alla sua sposa fino a che morte non li separi. E su chi dei due sarà a morire credo non ci sia incertezza anche se — nelle infinite gradazioni di morte che viviamo o possiamo definire — il mancato aggiornamento del software di Hatsune Miku fa sì che l’interazione tra ologramma e essere umano sia via via più limitata. Il software non viene più aggiornato perché Hatsune Miku non è più richiesta dal mercato. Come è stato per il commodore 64 sostituito dall’Amiga, sostituito dai PC, sostituiti dagli smartphone, etc.
Sta l’obsolescenza alla tecnologia come la morte agli esseri umani? La letteratura risponde con “Gli androidi sognano pecore elettriche” di Philip K. Dick (Fanucci) e “Solaris” di Stanislaw Lem (Sellerio) riguardo obsolescenza e impossibilità di futuro nella tecnologia (qui intesa come ologrammi prodotti dall’oceano del pianeta Solaris) e “Eva futura” di L’Isle- Adam (Marsilio) e “Klara e il sole” di Ishiguro (Einaudi) riguardo la questione di sposare una bambola, un ologramma, un manufatto tecnologico, una striscia di mega—giga—tera—byte. Rispondono anche altri libri a riguardo, d’altronde i libri tendono a farlo.
La storia del matrimonio che dura felicemente da tre anni tra l’uomo e l’ologramma è più commovente o più spaventosa? Racconta qualcosa o non aggiunge niente? In una letteratura come la nostra che ha creato, in fondo, solo due eroi — Pinocchio e Fantozzi — entrambi correlati con obsolescenza e non-umanità (Pinocchio è di legno, Fantozzi una funzione di un sistema che ha parcellizzato le famiglie in appartamenti piccoli aggettati sulla tangenziale chiamando la parcellizzazione progresso) che effetto fa questa unione? Akihiko Kondo si definisce fictosessuale e, smaterializzazzione per smaterializzazione, che significato ha il termine “sessuale” e quale il suo portato?
Poi pensi che gli ologrammi non ti contraddicono, non ti uccidono, non ti portano in guerra, possono regalarti il silenzio che in un mondo di suoni è una grazia. Poi pensi che avresti voluto sposare Lady Oscar, fare l’amore con la contessa Olenska, correre tra lampi di blu con Jeeg Robot d’Acciaio, abbracciare scimmiotto e ti dici, ma sono i sentimenti e i desideri la realtà o il tatto? La questione è che l’ologramma si compra e alle religioni o alla letteratura si è vocati?
Ha ragione Patrizia Cavalli quando scrive “Mi tocchi o non mi tocchi, mi abbracci o ti allontani e il resto è per i pazzi?”, esiste più la realtà oltre la sua rappresentazione? Hatsune Miku è la realtà, e se non lei, l’amore di Akihiko Kondo per lei. La relazione tra le cose è la realtà.