il Fatto Quotidiano, 28 aprile 2022
La responsabile pronta a calare le mutande alle dipendenti per mettere alla gogna quella che ha lasciato un assorbente sporco in bagno
È bastato un assorbente intimo dimenticato fuori dal cestino, nel bagno degli spogliatoi riservati alle lavoratrici del supermercato, e la titolare ha scatenato una caccia alla dipendente “colpevole”. Al punto da chiedere a tutte di difendersi dimostrando di non avere il ciclo mestruale: “Voglio il nome e cognome, sennò gli calo io le mutande”, ha tuonato in un vocale inviato nel gruppo Whatsapp dei capireparto. Questa incredibile vicenda è accaduta il 14 aprile in provincia di Pescara, in un punto vendita a marchio Conad. L’ha ricostruita la Filcams Cgil locale, i cui sindacalisti hanno ascoltato l’audio originale. L’assorbente – spiegano – era stato lasciato sulla superficie dello sciacquone di un wc comunque non accessibile ai clienti, correttamente richiuso.
Questa veniale negligenza, anziché indurre a un semplice richiamo all’attenzione, ha scatenato l’ira della responsabile, che ha subito chiesto l’elenco delle addette in servizio in quella fascia oraria, per poi indagare su chi avesse il ciclo mestruale in quei giorni. Secondo alcune testimonianze, sembra che sia addirittura stato chiesto alle lavoratrici di spogliarsi per discolparsi (non è chiaro se qualcuna di esse lo abbia fatto). Nei prossimi giorni il sindacato valuterà anche se agire legalmente. La Conad funziona come un consorzio, quindi i responsabili dei punti vendita non dipendono direttamente da Conad. La Filcams però chiede l’intervento della catena poiché – sostengono – “tali comportamenti nulla hanno a che fare con il codice etico”.