«Come accade spesso, anche stavolta il nostro Paese arriva ultimo. Ci sono voluti 35 anni di casi simili e innumerevoli moniti al Parlamento per garantire l’uguaglianza», spiega Alexander Schuster, l’avvocato civilista di Bolzano, esperto di diritto di famiglia, autore di ricorsi sia in Cassazione che alla Cedu proprio su questo tema.
Il principio non era già nella Costituzione?
«Già nel 1947, la Carta imponeva all’articolo 29 l’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi. Ma ci sono voluti 80 anni per arrivare al traguardo».
Cosa succede in concreto?
«Sarà possibile per due genitori dare al figlio il cognome del solo padre, della sola madre, o di entrambi nell’ordine desiderato».
La Corte parla però del cognome di entrambi i genitori, non di uno solo.
«La regola principale diventa quella del doppio cognome, ma la coppia, se è d’accordo, può fare quello che vuole: dare un solo cognome o tutti e due, nell’ordine che preferisce.
Non c’è alcun automatismo».
Quando nasce il bambino i genitori che dovranno fare?
«Ogni coppia potrà decidere. Come si accordava sul nome o sul prenome, domani dovrà concordare anche il cognome e, se sarà doppio, anche l’ordine di sequenza».
Finora il cognome era solo
quello del padre.
«Non è così, dal 2016 la Corte aveva già consentito di posporre, o aggiungere in coda, quello della madre. Mentre adesso l’ordine potrà cambiare: prima quello della madre e poi quello del padre, oppure solo quello della madre».
Se i genitori hanno due cognomi ciascuno cosa succede al figlio?
«Occorrerà vedere se la sentenza affronta questo aspetto. Oppure questo e altri problemi dovranno trovare risposta nell’intervento del Parlamento che la Corte sollecita».
Che succede se i genitori non sono d’accordo?
«La via obbligata, come per altre questioni che coinvolgono la prole, sarà quella del giudice, con tutti i limiti di un tale scenario, in cui alla fine la soluzione potrebbe essere proprio il doppio cognome».
È una sentenza storica?
«Sì. Finalmente si registra una piena uguaglianza dei genitori davanti alla legge e soprattutto ai figli».
La sentenza arriverà tra qualche settimana. Chi nasce oggi può ottenere il cognome della madre?
«Le sentenze di incostituzionalità sono retroattive. Tuttavia il bambino che è già nato, e che oggi ha già un cognome, non potrà cambiarlo solo con la richiesta dei genitori in Comune. Salvo che la Corte dia indicazioni differenti nella sentenza, la regola sarà che quel bambino, e per lui i suoi genitori, dovranno rivolgersi al tribunale o al prefetto: questa sarà la via più agevole, perché sarà alla portata di tutti e senza bisogno di avvocati».
Se la decisione della Corte vale anche per il passato non si rischia una montagna di richieste?
«Può essere. Il numero dipenderà dai genitori italiani e dalla loro volontà di sganciarsi dalla tradizione del cognome paterno».
La nuova regola per chi vale?
«Sicuramente vale per le coppie coniugate, anche in caso di adozione congiunta, e per quelle eterosessuali che non hanno contratto matrimonio. Invece per quelle dello stesso sesso, essendo negato ai loro figli il diritto di avere subito un secondo genitore, il cognome potrà essere del solo genitore riconosciuto. Solo la sentenza potrà chiarire se la nuova regola varrà anche per l’adozione di una coppia dello stesso sesso».