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 2022  aprile 28 Giovedì calendario

Biografia di Margaret Fuller

«È tempo, in questo tempo, che la Donna, l’altra metà del medesimo pensiero, l’altra stanza nel cuore della vita, cominci il suo turno e prenda a pulsare pienamente; si migliorerà così la vita delle nostre figlie femmine, accadimento che sarà di enorme aiuto affinché migliorino e cambino anche i nostri giovani figli maschi». Questa frase, che potrebbe essere dei giorni nostri, è stata scritta dalla giornalista americana Margaret Fuller, nata a Cambridge, vicino Boston, nel 1810 e promessa a un tragico destino. Figlia di un autorevole avvocato, Timothy Fuller, Margaret riceve un’educazione accurata e severa, che include lo studio della storia e la filosofia, i classici greci e latini, le lingue come il francese, il tedesco, l’italiano. Già da piccola viene sottoposta dal padre a interrogazioni continue, per verificare i suoi progressi.
LE ASPETTATIVE
Molto forti sono le aspettative e le pressioni su di lei, che assorbe una vocazione all’indipendenza e autonomia. Un tale sistema, per certi aspetti più da ragazzo che da fanciulla dell’epoca, la forgia – lei stessa parlerà di «lato maschile ed energico» – e al medesimo tempo la affatica psicologicamente. Isolata e poco amata dalle coetanee, sviluppa una passione per la scrittura, a cui vorrebbe dedicarsi stabilmente.
La scomparsa prematura del genitore nel 1835 provoca gravi problemi economici alla famiglia Fuller, per cui Margaret decide di lavorare come insegnante. Aderisce al Movimento Trascendentalista, si lega al poeta Ralph Waldo Emerson, è patriottica e crede fortemente nei valori fondanti americani, quali la fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità, ma anche la necessità di servire la collettività e il proprio Paese. È una femminista ante litteram, con un talento letterario che sta progressivamente affermandosi. Dirige la rivista The Dial Magazine, pubblica Woman in the Nineteenth Century sui rapporti fra uomini e donne e sull’uguaglianza. Il libro vende molte copie ma viene bollato da alcuni come immorale, e lei osteggiata persino dagli intellettuali. Viene assunta dal New York Tribune, una delle testate da cui avrà origine il New York Times: è la prima donna a essere presa dal quotidiano. Si occupa con coraggio del miglioramento delle condizioni femminili (comprese le donne in prigione o nei manicomi) ma anche ambientaliste; sostiene la necessità di divenire vegetariani per evitare sofferenze agli animali. Traduce anche autori stranieri, fra cui Goethe.
Nel 1846 viene mandata in Europa dal suo giornale come inviata, per fare una serie di reportages sui movimenti politici libertari e repubblicani che scuotono il vecchio sistema. Probabilmente, è la prima inviata speciale del giornalismo. A Londra conosce Giuseppe Mazzini, di cui diviene amica. Passa per Parigi, poi va in Italia: arriva a Roma nella Pasqua 1847. È stato eletto papa Pio IX, che suscita grandi speranze.
Oltre a scrivere magnifici reportages, nella caput mundi Margaret conosce il marchese Giovanni Angelo Ossoli, che è mazziniano pur facendo parte delle guardie pontificie. I due si innamorano e iniziano una relazione; in seguito si sposeranno. La giornalista scopre di aspettare un bambino, che nascerà a Rieti il 5 settembre 1848 e verrà chiamato Angelino. Poiché le sue condizioni economiche non sono floride, Margaret torna poi a Roma a lavorare e affida il figlio a una balia.
La situazione politica sta cambiando velocemente. Il 9 febbraio 1849 viene proclamata la Repubblica Romana, con a capo i triumviri Mazzini, Saffi e Armellini. Giunge anche Garibaldi. Molte sono le donne di grande valore che arrivano da tutta Italia e dall’estero, per dare il loro contributo alla causa risorgimentale. Margaret incontra la principessa Cristina di Belgioso, la quale le chiede di occuparsi dell’ospedale Fatebenefratelli, sull’isola Tiberina. Fa anche la conoscenza dell’inglese Florence Nightingale, che assiste i feriti e fonderà la moderna infermieristica. Ossoli combatte contro i francesi, che sono arrivati a Roma per rimettere il papa sul trono. Le forze sono impari, lo scenario degenera: Margaret guida carri ambulanza, pare che tenga la mano a Goffredo Mameli morente. Quando oramai la Repubblica sta crollando, sembra che sia lei a proporre a Mazzini di dargli un passaporto per fuggire.
LA PUBBLICAZIONE
Con Ossoli lascia Roma e si reca a Rieti da Angelino, che è deperito perché la balia, non pagata, ha smesso di occuparsene. La famiglia si reca a Firenze, dove Margaret comincia a scrivere la Storia della Rivoluzione Italiana. Nel 1850 decide di tornare in America con marito e figlio, per pubblicare il libro e ricominciare a lavorare al giornale. È il 17 maggio, quando si imbarcano su mercantile, l’Elizabeth, diretto a New York. Due mesi dopo, il 19 luglio, giunti in prossimità della meta, la nave si incaglia in un banco di sabbia e fa naufragio. Un marinaio tenta di salvare Angelino, ma viene inghiottito con lui dai flutti. A loro volta, Margaret e Giovanni Ossoli, aggrappati a dei relitti, vengono sommersi dalle onde. New York è vicina, vicinissima, ma nessuno di loro la raggiungerà mai.