la Repubblica, 27 aprile 2022
Influenza straniera, il nuovo reato di Putin
MOSCA – L’ultima mannaia è calata il 22 aprile. Come ogni venerdì da qualche settimana in qua, il governo ha aggiornato il famigerato registro degli individui considerati “agenti stranieri”. Nell’elenco sono finiti tra gli altri il videoblogger Jurij Dud, la politologa Ekaterina Shulman, il vignettista Serghej Elkin e persino Aleksandr Venediktov, il direttore dell’oramai defunta radio Ekho Moskvyj che lo scorso settembre era stato insultato da diversi oppositori per aver accettato l’incarico di capo del Centro civico per il controllo e monitoraggio delle parlamentari giudicate una farsa. Ora l’elenco comprende 142 nomi, ma tanti – come Shulman ed Elkin – hanno già lasciato il Paese. Tutti considerati di fatto “nemici del popolo” o “traditori”.
Da quando dieci anni fa la Russia di Vladimir Putin ha riesumato dagli archivi del Terrore staliniano l’antico marchio di infamia, la legge sugli “agenti stranieri” è stata aggiornata più e più volte fino a comprendere quattro elenchi: ong; media; associazioni e infine persone fisiche che esercitino attività considerate “politiche” e ricevano finanziamenti dall’estero. Per chiunque finisca nelle liste, sono previsti obblighi fiscali e contabili, insostenibili per tante organizzazioni no-profit che hanno perciò deciso di chiudere, nonché l’obbligo di contrassegnare ogni proprio contenuto con la infamante etichetta. Una svista può comportare multe, carcere o la fine, com’è successo a Memorial, la storica ong russa per i diritti umani “liquidata” un mese fa.
Ora la Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, ha proposto un nuovo disegno di legge intitolato pomposamente “Sul controllo delle attività delle persone sotto influenza straniera” che amplia ulteriormente il campo della normativa. Non sarà più necessario ricevere finanziamenti dall’estero. Per essere inclusi nei registri, basterà «ricevere sostegno» o essere «sotto l’influenza straniera in altre forme», «anche attraverso la coercizione, la persuasione o in altri modi». Una formulazione così vaga da poter giustificare qualsiasi interpretazione. «In altre parole, se l’“organismo autorizzato” (vale a dire il ministero della Giustizia) decide che qualcuno dall’estero sta cercando di “influenzarti con la persuasione”, allora verrai immediatamente registrato come “agente estero”. “Convinto” da chi e come non conta. Anche se non eri affatto consapevole che stavano cercando di “convincerti”. O “costringerti”. O agivano in “altri modi”. È ovvio che questa dicitura consente a chiunque di essere riconosciuto come “agente estero”. In qualsiasi momento», ha commentato Boris Vishnevskij, editorialista di Novaja Gazeta Europa. La proposta della Duma non finisce qui. Il documento prevede la creazione di un unico registro e l’iscrizione anche di “persone affiliate ad agenti stranieri”: dai dipendenti ai familiari. Nonché numerosi divieti: organizzare eventi, rivestire cariche pubbliche, condurre attività didattiche o educative, ricevere il sostegno statale, investire in imprese. In base a questa legge, conclude Vishnevskij, «senza alcun processo, si può dichiarare “agente straniero” e far diventare una persona di “serie B”, privata di alcuni diritti costituzionali, chiunque». L’avvocata Tatjana Glushkova concorda: l’obiettivo è «rendere ancora meno ovvia l’assurdità di questa legislazione». Tanto che sui social c’è chi ha ironizzato: «Basterà ascoltare jazz per finire nell’elenco». Ma c’è poco da ridere. Da quando la Russia ha lanciato in Ucraina quella che chiama “operazione militare speciale”, la repressione si è fatta sempre più dura. Decine di media e siti web sono stati bloccati. Migliaia di persone sono state incriminate in base alla legge siglata il 4 marzo che prevede multe o il carcere fino a 15 anni per “notizie false” o “diffamatorie” sulle forze armate. E infine si sono moltiplicate le delazioni di sovietica memoria dopo che Putin ha parlato di «veri patrioti» che sanno distinguere «i traditori» e «sputarli come si fa con un moscerino volato accidentalmente in bocca». L’obiettivo della nuova riforma sugli “agenti stranieri” è chiaro: dividere sempre più i russi in amici e nemici del popolo. Gli “agenti stranieri” altro non sono che i nuovi traditori della Patria.