il Fatto Quotidiano, 27 aprile 2022
La prima serie tv di Marco Bellocchio
“Che cosa c’è di folle nel non voler morire?”. Se lo chiede Aldo Moro, incarnato con effettiva verosimiglianza da Fabrizio Gifuni, nel trailer di Esterno Notte, la prima serie di Marco Bellocchio.
In cartellone al 75° Festival di Cannes (17-28 maggio) nella sezione Première, arriverà nelle sale in due parti, la prima il 18 maggio, la seconda il 9 giugno, per poi approdare in autunno su Rai1 nel formato seriale: la scansione vi ricorda La meglio gioventù di Marco Tullo Giordana? Avete ragione, ci torniamo.
Nel cast Margherita Buy (Eleonora Moro), Toni Servillo (Papa Paolo VI), Fausto Russo Alesi (Francesco Cossiga), Gabriel Montesi e Daniela Marra, la serie è scritta da Bellocchio con Stefano Bises, Ludovica Rampoldi, Davide Serino: “Lo spunto mi è venuto dalla foto di Moro in doppiopetto sulla spiaggia di Torvaianica attorniato da bambini in costume. Mi è parso – ha dichiarato il regista – di poter ribaltare il campo rispetto a Buongiorno, notte, che era tutto interno alla prigione: qui guardo fuori, a Cossiga, al segretario della Dc Benigno Zaccagnini, Andreotti, Eleonora Moro e ai terroristi, dalla strage all’epilogo”.
In una delle tre sequenze mostrate in anteprima all’ultima Festa del Cinema di Roma, Zaccagnini, Andreotti e Cossiga visitano in ospedale il Moro liberato: “Mi dimetto dalla Dc”. Nel trailer diffuso ieri ritroviamo, parzialmente, le rimanenti: una manifestazione che degenera nell’assalto a un’armeria in centro a Roma; Moro a colloquio con Paolo VI, cui chiede invano di benedire l’apertura ai comunisti: “Penso alla coscienza dei cattolici contrari a divorzio e aborto, penso a un partito che si definisce cristiano e invece si allea con chi ha convenzioni diverse su temi fondamentali”. Le nuove immagini riconsegnano il politico che esorta i colleghi – direbbe l’Antonio Capuano di Paolo Sorrentino – a non disunirsi: “Ripeto a tutti, stiamo uniti”, giacché “oggi è il tempo della responsabilità”.
Correva l’anno 1978, l’Italia – rammenta la sinossi – “era dilaniata da una guerra civile”: da una parte le Brigate Rosse, dall’altra lo Stato. Violenza di piazza, rapimenti, gambizzazioni, scontri a fuoco, attentati e, nel trailer all’annuncio “Hanno rapito Moro”, aule universitarie in tripudio. Nel giorno dell’insediamento del governo che era riuscito abilmente a costruire, il 16 marzo 1978, sulla strada che lo porta in Parlamento Moro viene rapito, la scorta annientata: la prigionia durerà cinquantacinque giorni, cadenzati dalle lettere dello statista, dai comunicati dei terroristi, dagli appelli, tra cui quello del pontefice: “Io scrivo a voi uomini delle Brigate Rosse, restituite alla libertà l’onorevole Aldo Moro”.
Sono passati quarantaquattro anni da “una tragedia che mandò in crisi un’intera classe politica: i partiti tradizionali – ha osservato Bellocchio – avrebbero iniziato a boccheggiare, quella passione politica è oggi inimmaginabile”. Esterno Notte vuole darne contezza, inquadrando dopo due mesi di trattative e fallimenti, speranze e paure un cadavere, abbandonato su una Renault 4 a metà strada tra la sede della Dc e quella del Pci, destinato a divenire il fantasma della Repubblica: “Con il vostro irridente silenzio”, come Moro deplorò Zaccagnini (la celebre invettiva fa da titolo al fortunato monologo teatrale dello stesso Gifuni).
Prodotta da Lorenzo Mieli per The Apartment e Simone Gattoni per Kavac Film, con Rai Fiction e Arte France, la serie arriva vent’anni dopo Buongiorno, notte e La meglio gioventù, entrambi del 2003: allora fu il festival francese a segnalare ai miopi nostrani la bontà del lavoro di Giordana, la messa in onda fu dilazionata, i due atti da tre ore ciascuno – stessa cosa sarà per Bellocchio – al cinema fecero faville. Stavolta arriviamo preparati, Andrea Occhipinti, che distribuisce con Lucky Red, saluta “un vero capolavoro. Il racconto di un momento cruciale della storia del nostro Paese e non solo, di una generazione, di una famiglia, di un uomo”.
Bella la locandina – caso rarissimo nel nostro audiovisivo – con lo scudo crociato di rose e spine che strizza l’occhio a un pubblico pop, Esterno Notte è una lunga dissolvenza sulla res publica che era, e che diversamente è, a distanza di mezzo secolo: “Papà è ancora vivo”, rammenta Eleonora (Buy) alla figlia che vuole urlare, di certo non è ancora morto. Per Marco Bellocchio Aldo Moro porta la croce. Ancora?