ItaliaOggi, 27 aprile 2022
Periscopio
Un prete racconta un viaggio per mare: «Se continuava ancora un po’ la tempesta, ora ci troveremmo tutti, Dio ce ne scampi e liberi, in Paradiso». Achille Campanile, Trattato delle barzellette.
Parlando dopo una visita rischiosa e segreta a Kiev, il segretario alla difesa degli Stati Uniti Lloyd J. Austin III ha affermato che ci sarà presto in Germania una discussione dettagliata circa ciò che serve all’Ucraina per prevalere contro la Russia: «Vogliamo vedere la Russia indebolita al punto di non poter più fare quel ha fatto in Ucraina». Marc Santora e John Ismay, New York Times.
Si tratta di (…) far capire ai russi che un [leader] democratico è meglio d’un gelido e fanatico autocrate. Ci si riuscirà? Se anche la cosa costasse all’Occidente non cinque, ma cinquanta miliardi di dollari, sarebbero i soldi meglio spesi d’ogni tempo. Gianni Pardo, ItaliaOggi.
Putin sa che nel prossimo futuro la paura esercitata sugli altri di cui vive la sua nazione andrà scadendo, sommersa dalle immagini di mezzi antiquati impantanati nel fango ucraino, dalle scene di soldati russi spaesati, tipiche di una media potenza militare, non certo di un egemone indiscusso. Danno ingente, fallimento innegabile della guerra. Dario Fabbri, Scenari.
Segnalo lo «sfondamento» dei russi «in Donbass» e quel «Putin» che «avanza nel Sud» gridati dal Fatto Quotidiano. Francesco Damato, graffidamato.com.
Noi continuiamo a inviare armi, armi, armi senza sapere (o almeno dire) a quale scopo. Marco Travaglio, il Fatto quotidiano.
Gli americani scoprono le carte. Vogliono la Russia in ginocchio. Titolo di Libero.
Talvolta può capitare che un giornalista riproduca, del tutto innocentemente, una voce diffusasi nel paese o in un determinato gruppo sociale; sarebbe ingenuo negare ai giornalisti ogni ingenuità. Ma il più delle volte la falsa notizia è un oggetto (…) abilmente forgiato per uno scopo preciso: agire sull’opinione pubblica, obbedire a una parola d’ordine o infiorettare l’esposizione, conformemente a quei curiosi precetti letterari che s’impongono con tanta forza ai pubblicisti più modesti. Marc Bloch, La guerra e le false notizie.
La pittrice trentunenne Sasha Skochilenko rischia 10 anni di carcere per aver sostituito i cartellini dei prezzi in un supermercato di Pietroburgo con volantini contro la guerra. È stata denunciata da una cliente di 75 anni, una di quelle babushke che il regime considera le sue sostenitrici più fedeli. Anna Zafesova, La Stampa.
Orwell era ossessionato dalla depravazione degli intellettuali britannici. Dubito che si sia mai ripreso dall’esperienza brillantemente narrata in Omaggio alla Catalogna: aveva visto con quale ferocia i comunisti trattino anche i propri alleati. (…) Nessuno scrittore moderno ha l’aria di credere appassionatamente a ciò che dice quanto lui. Pensava che la politica di sinistra fosse una trappola [e] i suoi appelli sono pronunciati sempre a squarciagola. [Tentò] di smettere i panni dell’intellettuale della classe media per diventare un membro della classe operaia. Da qui, i trucchi dolorosi come l’abitudine di sorbire rumorosamente il tè dal piattino – pratica che pochi operai registrerebbero come un gesto di solidarietà. Kingsley Amis, Socialism and the Intellectuals.
Basta Guerre! Contro Putin e contro la Nato! Striscione comunista al corteo romano dell’Anpi.
«Puttane naziste» [si urla] alle donne coi colori gialloblu [della bandiera ucraina]. Un esponente dei Carc spiega con freddezza: «I dem andrebbero rieducati nei campi sovietici». Gianluca Veneziani, Libero.
Come da «tradizione» decine di esponenti dei centri sociali hanno contestato il passaggio della Brigata ebraica. «Intifada fino alla vittoria!». ildubbio.news.
Al via del corteo di largo Bompiani [sfila] la morte vestita con la bandiera degli Stati Uniti. tgcom24.it.
La vera resistenza al nazifascismo l’hanno fatta gli Alleati col sostegno minoritario d’una guerriglia italiana. A differenza che in Ucraina, dove in mancanza di resistenti Putin avrebbe già vinto, in Italia non si può dire che senza la resistenza Hitler avrebbe prevalso. La libertà ha trionfato grazie agli americani. Pierluigi Battista (Alessandro Giuli, Libero).
Vito Petrocelli: [inamovibile presidente M5S della commissione esteri del Senato] e geologo prestato alla politica, un lontano passato in Autonomia operaia, un recente passato di estimatore di Alessandro Di Battista e Virginia Raggi, un passato-presente di amico dell’Iran, della Siria, del Venezuela, di Cuba, della Cina e, naturalmente, di Putin. La sua canzone preferita è degli Zen Circus e lui ne cita volentieri l’incipit: «Ragazzi in cerchio e una chitarra suona / La democrazia semplicemente non funziona». Alessandro Trocino.
Ho accolto l’invito di Russia Unita e rappresenterò il M5S nei lavori congressuali del partito russo di maggioranza. (…) Parlerò dei lavori compiuti in questi anni: la ridiscussione della partecipazione italiana alla NATO, la nostra ferma condanna della militarizzazione dell’est europeo e del colpo di stato avvenuto in Ucraina nel 2014. (…) Un’altra politica estera per il nostro paese è possibile. Una politica che considera la Russia un imprescindibile partner [col quale costruire] un nuovo mondo multipolare attraverso i princìpi dell’autodeterminazione dei popoli e del rispetto della sovranità. Manlio Di Stefano illustra nel 2016 la politica estera russa e del M5S.
[Giuseppe Conte non aveva preso] posizione tra Marine Le Pen e Emmanuel Macron [quando si contendevano] la presidenza francese. Ma è salito repentinamente sul carro del vincitore a risultato conseguito: «È importante che non abbia vinto una destra d’ispirazione xenofoba». Meglio non sapere cosa avrebbe detto a risultato invertito. Pietro Salvatori, HuffPost.
Mediocri in tutto. Anche nella mediocrità. Roberto Gervaso.