Corriere della Sera, 26 aprile 2022
Il nuovo Pizzaballa? La figurina di Malgioglio
«Celo celo manca...». Ma stavolta per aggiudicarsi le figurine «introvabili» del calcio la sfida non sarà ribaltandole a «schiaffetto» e nemmeno sovrapponendole l’una sull’altra a «tric e trac». No, qui parliamo di un’asta. Con rilanci forti, dai 100 euro ai mille. E prezzi finali che potrebbero arrivare come niente a oltre 50.000 euro.
Cifre che serviranno per agguantare «figu» celeberrime come quella di Pier Luigi Pizzaballa, «l’introvabile» per eccellenza, ex portiere negli anni ‘60 e ‘70 di Roma, Milan, Verona e Nazionale. O magari come quella di un altro «numero 1», in campo e nella vita: Astutillo Malgioglio – che per i collezionisti sarebbe il «nuovo Pizzaballa» – ex di Bologna, Brescia, Pistoiese, Roma, Lazio, Inter, Atalanta e soprattutto, dal 13 novembre, Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica per il suo impegno a favore dei distrofici.
L’appuntamento – imperdibile per gli appassionati – è per il 12 maggio quando, presso Aste Bolaffi, «in modalità web live e inedito per noi», saranno offerti i «duecento lotti di figurine. Non solo calciatori – puntualizza orgoglioso l’amministratore delegato Guido Bolaffi – ma anche leggende sportive come Bartali e Senna». Al mondo del pallone però sarà riservata l’attenzione maggiore: tra le rarità, anche la «figu» di Diego Maradona con la maglia (1979) dell’Argentinos Juniors oppure quella di Paolo Rossi, esordiente in Serie A (1975) con il Como.
Circa il 70 per cento del catalogo è costituito da «pezzi» della Panini, la casa editrice – la stessa dei supereroi Usa editi in Europa – che monopolizza il settore grazie all’intuizione (le figurine nelle «buste-sorpresa»), di quattro fratelli, gli edicolanti modenesi Benito, Giuseppe, Umberto e Franco.
Bolaffi offrirà pure, a partire da 75 euro, la prima figurina stampata in assoluto dalla Panini, quella di Bruno «maciste» Bolchi (campionato ’61-’62), roccioso mediano dell’Inter. Spicca la «base d’asta» – 1.000 euro – per la coppia Roberto Baggio e Paolo Monelli, nel 1985 promesse della Fiorentina. «È il Gronchi rosadel settore – sorride Gianni Bellini, con i suoi 3 milioni di “figu” il più grande collezionista al mondo secondo il Times —. La dida era sbagliata: sotto al volto di Baggio comparve la biografia di Monelli e viceversa. Nelle successive tirature fu corretta, ma la prima vale oro».
Ma perché il Pizzaballa atalantino del ‘63-’64 è un cult? Bellini racconta che «il giorno in cui il fotografo della Panini andò a Bergamo per ritrarre la squadra lui non c’era. E fu presente solo negli album successivi». E Astutillo Malgioglio? Nello spiegare come mai le sue figurine siano le nuove «introvabili» Bellini, 58 anni, tipografo in pensione, si commuove: «È per la sua attività di volontariato: quando negli anni ‘90 si sparse la voce che aiutava bimbi e ragazzi distrofici le sue figurine divennero richiestissime, sparendo dal mercato». Di tutto ciò, peraltro, «Tino» – come tutti chiamano l’ex portiere – non sapeva nulla: «Ammetto, ora che lo apprendo sono imbarazzato e orgoglioso» racconta al telefono dopo che è appena uscito dalla casa di un bimbo di 22 mesi, nel Piacentino, che sta aiutando con la fisioterapia.