Marta Serafini per il “Corriere della Sera”, 25 aprile 2022
“PUTIN NON NEGOZIA PIÙ, MIRA A OTTENERE QUANTI PIÙ TERRITORI POSSIBILE” – IL “FINANCIAL TIMES” RIVELA LA NUOVA STRATEGIA DI “MAD VLAD”, CHE DOPO L’AFFONDAMENTO DELL’INCROCIATORE MOSKVA HA ARCHIVIATO DEFINITIVAMENTE I COLLOQUI DI PACE – AL CREMLINO HA PREVALSO LA LINEA DEI FALCHI E "MAD VLAD" VUOLE LA GUERRA A OLTRANZA, PER CONQUISTARE IL SUD E CHIUDERE IL CORRIDOIO DAL DONBASS ALLA TRANSNISTRIA. MA SUL CAMPO CONTINUA A PRENDERE SCHIAFFONI - LO STRANO CASO DELL'AEREO BRITANNICO IN VOLO SUL MAR NERO, A 150 MIGLIA DA KHERSON, PROPRIO MENTRE MORIVANO DUE GENERALI...
Non gli basta il Donbass. Vuole il Sud. E potrebbe cercare di conquistare una fascia ampia fino a Odessa. A dirlo è il Financial Times che, sulla base delle conversazioni avute da tre fonti con il presidente russo, scrive come Vladimir Putin abbia perso interesse negli sforzi diplomatici per arrivare ad un accordo di pace con Kiev. «Mira solo a ottenere quanti più territori possibile», si legge sul quotidiano britannico.
I negoziati Un cambio di passo che, se confermato, getta ombre scure sulla stabilità e sulla pace. Secondo il Financial Times e secondo quanto confermato in un'intervista al Corriere di Dmitrij Suslov, direttore del Centro di studi europei e internazionali di Mosca e tra gli uomini più vicini al presidente russo, il mese scorso Putin era ancora interessato a un accordo di pace.
Poi il cambio di passo. Secondo lo Zar i negoziati sono arrivati ad un «vicolo cieco» perché - ed è una delle stesse fonti a dirlo - «Putin crede sinceramente alle sciocchezze che ascolta alla tv russa e vuole una grande vittoria». Come dire, insomma, che si è autoconvinto. O che la linea dei falchi ha prevalso.
Da Erdogan a Michel Nemmeno l'intervento di diversi intermediari - dal presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan, al presidente del Consiglio europeo Charles Michel, all'oligarca russo Roman Abramovich per convincere il capo di Stato russo a incontrare l'omologo ucraino Volodymyr Zelensky stanno funzionando. Un colloquio che Putin evita perché «vuole che tutto sia deciso prima di questo incontro di persona».
Ad irrigidire la posizione del presidente russo - oltre le accuse di crimini di guerra - sarebbe stato l'affondamento dell'incrociatore Moskva , di cui Kiev rivendica la responsabilità. «Putin è stato umiliato e deve uscirne in qualche modo», ha aggiunto la fonte.
A Odessa Non a caso, dunque, alla vigilia di Pasqua, le forze russe hanno attaccato Odessa colpendo un condominio e uccidendo otto persone. L'obiettivo di Mosca è chiaro: non importa quanto sia grave il danno arrecato. Bisogna dimostrare al mondo e al nemico che la regina del Mar Nero non è certo al sicuro mantenendo alta la pressione sul fronte Sud.
A Kherson A giocare contro lo Zar però è il campo. «Le forze armate ucraine hanno sferrato un attacco devastante contro un posto di comando avanzato della 49a armata delle truppe di occupazione nella regione di Kherson», si legge in una nota diffusa dalle forze ucraine il 22 aprile. In quelle stesse ore Odessa non è ancora stata colpita e sulla M-14, lungo i 40 chilometri che separano Mykolaiv da Kherson, i combattimenti non sono stati più intensi degli altri giorni. Ma in quel posto di comando sono stati uccisi due generali russi e uno è stato ferito ed evacuato d'urgenza. E non solo. Secondo il consigliere di Zelensky, Oleksiy Arestovych sempre in quel luogo, del quale non vengono fornite le coordinate precise, si trovavano 50 alti ufficiali russi.
Certo a Mosca non mancano i vicecomandanti disposti a prendere il posto dei loro superiori. Non importa nemmeno che siano particolarmente esperti, basta che non mostrino alcun tipo di dissenso di fronte alle decisioni del Cremlino.
L'operazione Ma c'è un altro dato che gioca a sfavore di Mosca. Se nel 2014, i russi hanno utilizzato una combinazione di droni e intercettazioni telefoniche e radio per individuare i posti di comando ucraini, ora l'equilibrio di forze sembra essersi ribaltato. Secondo indiscrezioni della stampa statunitense, quello stesso 22 aprile, gli Stati Uniti e altre potenze straniere erano impiegate in operazioni fuori dallo spazio aereo ucraino per supportare le forze di Kiev.
Il tutto mentre un RC-135 della Royal Air Force sarebbe stato in volo sul Mar Nero, a sole 150 miglia circa da Kherson, proprio mentre i generali russi morivano.
Interessante poi notare come il raid sia avvenuto mentre il Cremlino concentrava i suoi sforzi intorno a Izyum nel Donbass. Porta della Crimea e snodo ferroviario e portuale, usata per spostare artiglieria e mezzi nella regione, Kherson, prima città a cadere nelle mani dei russi che speravano di farne una base per lanciare l'assalto a Odessa, da benedizione si trasforma in maledizione per Mosca.
Resistenza di Mykolaiv L'avanzata russa su Odessa è stata fermata dalla resistenza di Mykolaiv, nonostante i raid sulla popolazione civile. E non solo. Mykolaiv è diventata anche punto di partenza per la controffensiva che gli ucraini stanno lanciando sulla stessa Kherson. Dunque, mentre i russi cercano di tenere la città, minacciando un referendum di annessione come fatto in Crimea, vietando alla popolazione di sesso maschile di andarsene e costringendo parte dei civili alle deportazioni forzate verso la Crimea, gli ucraini riprendono terreno sul fronte Sud. O, quantomeno, non lo perdono. A dispetto di quanto sostengono le televisioni di Putin.