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 2022  aprile 25 Lunedì calendario

Tre ministri accusati di molestie. Altri guai per Johnson

Un altro terremoto scuote il governo Johnson. E non solo visto che le rivelazioni di ieri riguardano anche l’opposizione. Dopo il partygate, in cui Downing Street è finita nel mirino per aver violato le restrizioni anti Covid organizzando feste durante il lockdown, questa volta lo scandalo è di natura sessuale. Tre ministri conservatori e due ministri ombra – che nel sistema politico britannico seguono gli stessi incarichi dei loro corrispettivi nel governo ma dalla parte dell’opposizione – sono stati accusati di molestie sessuali. Un numero che diventa molto più alto se si considera l’intero Parlamento: sono 56, infatti, i deputati segnalati all’Independent Complaints and Grievance Scheme (Icgs), su un totale di 70 denunce.
L’Icgs è stato creato nel 2018 in seguito al movimento #MeToo e allo scandalo Pestminster, soprannome dato a Westminster per i numerosi casi di molestie sessuali che avevano portato, tra gli altri, alle dimissioni del Ministro della Difesa del governo May Michael Fallon e all’arresto del deputato conservatore Charlie Elphicke. Questa volta tra i comportamenti segnalati all’ente ci sono commenti impropri a sfondo sessuale ma anche denunce più serie. Almeno una di queste, scrive il Sunday Times, include un reato e riguarda un parlamentare che avrebbe corrotto un membro dello staff in cambio di favori sessuali. Una dimostrazione, secondo il segretario generale del sindacato Fda Dave Penman che rappresenta i dipendenti pubblici, che sebbene siano stati fatti dei passi in avanti per supportare chi presenta denuncia, altrettanto non si può dire dell’«equilibrio tra il potere che hanno i deputati nei confronti del loro staff».
GLI ESPERTI
«Non è una sorpresa – ha detto poi – che le circostanze che in passato hanno permesso a bullismo e molestie di crescere in questo ambiente non siano di fatto cambiate in questi anni». In altre parole, per l’esperto occorre rimettere in discussione la relazione tra i deputati e il personale che li supporta, con l’obiettivo di creare un modello di lavoro volto a proteggere i dipendenti nell’esercizio delle loro funzioni, fondamentali al supporto degli incarichi dei parlamentari. Jess Phillips, ministro ombra laburista che si occupa di violenza domestica, ha definito il numero delle denunce come «sconvolgente» e ha chiesto che venga organizzato un panel di esperti che possano nuovamente concentrarsi sul problema. «A Westminster continua a esistere un grave problema di sbilanciamento di potere. Bisogna fare di più», ha concluso. E la questione riguarda ad ampio raggio tutto il partito Conservatore, che in queste ultime settimane si è trovato spesso coinvolto in scandali di natura sessuale. Solo una settimana fa un altro Tory, Imran Ahmad Khan, si è dimesso dopo essere stato condannato per aver aggredito sessualmente un ragazzo di soli 15 anni nel 2008. Khan, che si è detto innocente, sta facendo ricorso in appello contro la decisione del tribunale. Un altro collega di partito David Warburton, è stato sospeso dall’incarico di capogruppo per il suo coinvolgimento in uno scandalo di cocaina e molestie, sebbene anche lui si sia dichiarato innocente. Nella giornata di ieri, inoltre, non ha aiutato la causa Conservatrice l’attacco sessista alla laburista Angela Rayner, che è stata accusata di utilizzare il suo corpo per distrarre Boris Johnson durante gli accesi dibattiti di cui sono protagonisti in Camera dei Comuni.
IL DIBATTITO
La miccia è stata accesa da un membro anonimo del partito, secondo il quale l’avversaria sarebbe solita accavallare sovente le gambe come Sharon Stone in Basic Instinct con il solo obiettivo di distrarre il primo ministro, proprio come Catherine Tramell fa con il detective interpretato da Michael Douglas nel celebre film del 1992. «Sa che non può competere con le abilità oratorie di Boris Johnson – avrebbe detto – ma possiede altre competenze che lui invece non ha». Parole che hanno infiammato il dibattito e dalle quali persino il capo del governo si è dovuto dissociare. «La rispetto come parlamentare e deploro gli attacchi misogini che ha subito oggi», ha scritto Boris Johnson su Twitter. «Le donne in politica si trovano costrette ad affrontare misoginia ogni giorno – ha detto la Rayner che ha poi ringraziato il primo ministro per il supporto dimostrato – e il mio caso non fa differenza».