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 2022  aprile 24 Domenica calendario

Intervista a Sabrina Salerno


Forse sui social le è un po’ sfuggito di mano il gioco (certe foto su Instagram ricordano quelle hot, per molti indimenticabili, degli Anni Ottanta e Novanta), ma di sicuro a 54 anni Sabrina Salerno è in grande forma, piace a tutti – uomini e donne – ha l’agenda piena di impegni fino al maggio 2023. E ieri, per lanciare la prima puntata di Name That Tune Indovina La Canzone, lo show di Tv8 al via martedì 26 aprile, ha postato un video con Rocco Siffredi (lui fa parte della squadra maschile composta da Morgan, Riki, Pierpaolo Pretelli che lei sfiderà con Michela Giraud, Iva Zanicchi e Mietta) in cui lui fa la sua parte, «Questo video può diventare anche quell’altro video», e lei anche: «Ma tu sei pazzo per davvero».
Dica la verità: è una di quelle che mangia una foglia di insalata al giorno, passa ore in palestra, non sgarra mai?
«Sono da sempre fissata con la forma fisica, e l’esperienza di Ballando mi ha dato una spinta pazzesca per fare sempre meglio. Però sgarro come tutti, ovvio. E quando lo faccio, dopo cerco di darmi una regolata. Non sono golosa di dolci, per fortuna, ma ieri mi sono fatta un bel risotto con due bicchieroni di Franciacorta e oggi mi tengo leggera. Tornerò a bere fra una settimana. Seguo quello che mi dice il corpo».
Le ha mai detto di fare un ritocchino?
«Tanti trattamenti di bellezza e tante ore in palestra, ma quello mai. La bellezza da giovani è un dono. Ma già dopo i 25 anni se non conduci uno stile di vita sano, cominciano i problemi. Io l’ho sempre fatto e oggi, alla mia età, posso dire che mi piaccio più di allora. Sono più sicura come donna, un po’ più ironica, e anche più tranquilla».
Chi l’aiuta sui social?
«Faccio tutto da sola. Per me sono come un palco. Mi fotografano le mie amiche, fra una riunione e l’altra di lavoro. Bisogna usarli, però, non farsi usare (fra Ig, Fb e twitter ha più di 2 milioni di follower, ndr)».
Con la consapevolezza di oggi cosa direbbe alla Sabrina di 20 anni?
«Che non bisogna mai credere troppo alle cose che ci succedono. A quell’età non mi rendevo conto fino in fondo di quello che vivevo. Oggi so tutto, o quasi, e guardo ogni cosa con distacco. Il nostro mestiere, poi, è fatto di mille varianti, incontri, casualità. Alla fine, cosa vendiamo?».
Cosa vendete?
«Sogni? Intrattenimento? Io per resistere ho cercato sempre di mantenere un mio equilibrio sopra la follia, come dice Vasco».
Cosa l’ha guidata?
«La voglia di fare quello che volevo nel modo in cui volevo. Sono da sempre così».
Più coraggiosa o incosciente?
«Metà e metà. Nella vita bisogna saper rischiare e io l’ho sempre fatto, da giovane di sicuro con più incoscienza. Anche oggi però diciamo che non so mai come andrà a finire. Fa parte del gioco».
Finora ha avuto quello che meritava o no?
«Non ho dubbi: potevo fare e avere molto ma molto ma molto di più. Però mi sto divertendo tanto adesso e quindi spero da qui a 80 anni di fare tutto quello che voglio».
Perché fa questo bilancio?
«Perché siamo un Paese un po’ bigotto, che demonizza la leggerezza e in cui tutti si prendono troppo sul serio, cosa che mi è sempre sembrata un po’ stupida, e io un po’ l’ho scontata. Se poi da bella si ha avuto successo da giovanissima, e a 50 anni passati ci si mostra ancora, non ci siamo proprio».
Non dica che la bellezza non l’ha aiutata, però.
«No, ma è stata un’arma a doppio taglio. Da una parte mi ha dato tantissimo, dall’altra mi ha bloccato in una gabbia. Non ha idea di quanti addetti ai lavori, spesso invidiosi, mi hanno ostacolata. Solo Claudio Cecchetto ha fatto tanto per me. È stato lui l’uomo più importante della mia carriera (i due hanno avuto una relazione durata poco, ndr). Ha saputo dare spazio a uno spirito libero come me».
Ha detto di sé che sa essere anche stronza e pesante: quando e perché?
«Con il passare degli anni sono diventata più cruda e dura nei giudizi. Non ho più vie di mezzo. Ieri ho fatto una litigata con mio marito (l’imprenditore Enrico Monti, 54 anni, sposato nel 2006, da cui ha avuto il figlio Luca Maria, 18, ndr) perché sostenevo che nel mondo le cose negative sono l’80 per cento, le positive solo il 20. Lui è ottimista, io no».
Perché?
«Da quando sono nata la vita mi ha sempre messo alla prova. Per fortuna, non mi sono mai fatta schiacciare».
Amiche ne ha?
«Quelle giuste, senza le quali non vivrei».
Nel mondo dello spettacolo?
«Sì, certo. Mietta, per esempio».
I suoi riferimenti artistici?
«Non li ho mai avuti né mai li avrò. Io sono io e vado avanti per quello che sono».
Chi le piace?
«Billie Eilish, Lady Gaga. Dua Lipa e Britney Spears. Lei mi fa una tenerezza immensa».
Un nuovo disco lo farà prima o poi?
«Certo. Ci sto lavorando».
Perché ha detto in più occasioni che cantare nel 1991 Siamo donne con Jo Squillo le sembrava una sconfitta?
«Perché pensavo che rispetto, parità e non violenza fossero scontate. Mi sbagliavo».
L’errore della vita qual è stato?
«Far gestire i miei affari a una persona disonesta. Avrei dovuto fare diversamente, ma avevo solo 17 anni quando ho iniziato ad avere successo. E non avendo una famiglia normale, ho accettato situazioni che mai avrei dovuto accettare. Per fortuna dopo qualche anno mi sono ribellata e ho messo tutto in mano agli avvocati».
Concretizzando, quell’agente quanti soldi le ha sottratto?
«Milioni e milioni di euro».
Come se l’è passata durante il lockdown?
«Male. Come tutti. Ho capito che bisogna vivere alla giornata e il futuro non si può più programmare, cosa difficilissima per una maniaca del controllo come me».
Adesso cos’ha in mente?
«Un mega progetto di cui non posso parlare. Spero di riuscire a fare più cose quest’anno. Ho impegni, anche in Francia, fino a metà del 2023».
È anche uno personale?
«Sì. Un libro sulla mia vita, ma non me la sono più sentita di farlo. Si tratta di vicende dolorose che non sono ancora in grado di tirare fuori».
È mai stata in analisi?
«Più di una volta, ma dopo il primo incontro sono sempre scappata. Non ce la faccio. E non ha idea di quanto mia sorella insista per farla».
Sua sorella psicologa, Manuela Incrocci, 45 anni, che ha conosciuto solo nel 2009, anche lei figlia di quel padre che non ha mai voluto riconoscerla?
«Sì. Mi ha scritto nel 2009 e ci siamo finalmente incontrate. L’aspettavo da una vita».
Anche lei ha avuto lo stesso trattamento?
«No. È stata voluta, riconosciuta e amata. Io A 47 anni ho fatto il riconoscimento del dna perché lui diceva che non ero sua figlia... Anche Manuela, però, dopo un po’ ha iniziato a capirlo meglio. A un certo punto lui è diventato papà di un bimbo, proprio quando lei diventava mamma e si aspettava che facesse il nonno non che si presentasse con un fratello».
Poi nel 2019 l’ha chiamato e avete cominciato a parlarvi, giusto?
«Sì. È durata quattro mesi. Ci siamo parlati. Poi purtroppo è morto. Credo sia sempre meglio perdonare, ma farlo veramente dentro di sé, e non solo a parole, è molto difficile».
C’è riuscita?
«Non lo so. Il mio rapporto con gli uomini è stato talmente devastato dall’assenza di mio padre, che non mi vengono le parole per spiegare quanto questa cosa mi abbia condizionata».