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 2022  aprile 24 Domenica calendario

Gli hacker appiccano incendi a distanza

I misteriosi incendi nei luoghi strategici della Difesa e dell’economia della Russia, sarebbero opera di sapienti sabotatori, forse cyber criminali, che hanno provocato da remoto cortocircuiti ad arte. È la guerra ibrida combattuta da un esercito di hacker, che ha anche diffuso online oltre 6 milioni di documenti sottratti ad agenzie governative, compagnie petrolifere e del gas e a istituzioni finanziarie del Paese. E poi gli attentati messi in atto dalla gente comune: sono stati cinque dall’inizio della guerra contro l’Ucraina e in diverse regioni della Russia, con i roghi ai centri di arruolamento.
CYBER WAR
L’esercito di pirati informatici si chiama Distributed Denial of Secrets, il collettivo per la trasparenza che si ispira al motto latino Veritatem cognoscere ruat caelum et pereat mundus. E dall’inizio della guerra il sito del gruppo ha diffuso milioni di documenti sottratti a società del gas, (anche Gazprom e Technotec, la società che dal 95 fornisce il servizio di deposito e i reagenti chimici utilizzati nella produzione e nel trasporto di petrolio ad aziende tra cui Rosneft e Gazprom Neft), amministrazioni e persino alla chiesa ortodossa russa. I dati vengono inviati al collettivo anche da anonimi e vengono resi disponibili al pubblico, per argomento, tramite BitTorrent: siamo a circa 6 milioni di file.
LE MOLOTOV
Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina sono stati dati alle fiamme almeno cinque uffici di arruolamento militare russi. La notizia è stata diffusa da Moscow Time, il giornale indipendente russo. L’ultimo episodio è venuto lunedì nella regione della Mordovia. Le bombe molotov hanno distrutto diversi computer e il database delle persone da arruolare nel distretto della città di Zubova Polyana. L’attentato ha determinato l’interruzione della campagna. Era già successo nelle regioni di Voronezh, Sverdlovsk e Ivanovo, dove i residenti avevano utilizzato le bombe molotov. Per i fatti a Sverdlovsk e Ivanovo sono stati arrestati due giovani, che hanno ammesso di aver cercato di interrompere la campagna di reclutamento per protestare contro la guerra. Quattro giorni dopo l’ingresso delle truppe russe in Ucraina, un 21enne aveva appiccato il fuoco nell’ufficio di arruolamento nella città di Lukhovitsy, nella regione di Mosca. Voleva distruggere gli archivi per impedire la campagna di arruolamento. Adesso deve rispondere di pesanti accuse che vanno dal danneggiamento al tentato omicidio, al terrorismo.
I SABOTAGGI
Sugli incendi divampati all’Istituto Centrale di Ricerca del Ministero della Difesa a Tver, nella più grande compagnia di prodotti chimici e infine Korolyov, alle porte di Mosca, nel polo che ospita tra l’altro il Centro scientifico per lo sviluppo di razzi e veicoli spaziali, il sabotaggio, in questa guerra ibrida, fatta anche e soprattutto dall’intelligence, sembra l’ipotesi più probabile. Non è escluso che i cortocircuiti possano essere stati provocati da attacchi cyber. Inoltre, secondo il Daily Mail, il Cremlino sarebbe accusato di avere coperto il reale bilancio delle vittime di Tver, dove venivano portati avanti anche alcuni progetti segreti. Un giornalista locale ha infatti affermato che i morti sarebbero almeno 25, inclusi alcuni scienziati, e non sette come riferito dai media ufficiali. Dopo che le immagini dell’incendio nel centro del ministero della Difesa sono circolate, inoltre è stata avviata un’indagine
Due giorni dopo l’incendio, è ancora in corso la ricerca dei sopravvissuti intrappolati sotto le macerie e almeno cinque persone sarebbero ricoverate in terapia intensiva.
Ma ora si afferma che almeno 25 morirono, forse inclusi alcuni dei principali scienziati missilistici russi. Due giorni dopo l’incendio, è ancora in corso la ricerca dei sopravvissuti intrappolati sotto le macerie e almeno cinque persone sarebbero ricoverate in terapia intensiva.