Avvenire, 24 aprile 2022
Morire di sete in Africa
Siccità e carestia: una tenaglia che sta stritolando il Corno d’Africa. L’emergenza causata dal clima è la peggiore siccità che la regione abbia visto in quarant’anni, come avvertono i climatologi dell’Onu. «Tre stagioni secche consecutive hanno spinto centinaia di migliaia di persone a lasciare le loro case, ucciso vaste fasce di bestiame e colpito raccolti, alimentato la malnutrizione e aumentato il rischio di malattie».
Solo in Somalia più di 81mila persone sono a rischio di carestia entro la fine di giugno se viene a mancare la quarta stagione delle piogge, i prezzi del cibo continuano a salire bruscamente – soprattutto a causa della guerra in Ucraina e della scarsità di cereali destinati agli aiuti da parte delle Ong e dalle agenzie delle Nazioni Unite – e l’assistenza umanitaria non viene intensificata. Negli ultimi due mesi, in tutto il Corno d’Africa il numero di famiglie senza un accesso sicuro all’acqua pulita e sicura è quasi raddoppiato: passando da 5,6 milioni a 10,5 milioni. Il numero di persone con insicurezza alimentare è aumentato da 9 milioni a 16 milioni. Il numero di bambini che non vanno a scuola è rimasto alto: 15 milioni. Altri 1,1 milioni di bambini sono a rischio di abbandono e migliaia di scuole già non hanno accesso all’acqua. «L’Unicef – il fondo per l’infanzia delle Nazioni Unite che ha denunciato la situazione in un documento – sta lavorando in tutta la regione «per fornire aiuti salvavita, compreso il trattamento della malnutrizione acuta grave e l’accesso all’acqua pulita e ai servizi sanitari». «Dobbiamo agire ora per salvare le vite dei bambini, ma anche per proteggere l’infan- zia», ha ribadito Mohamed M. Fall, direttore regionale dell’Unicef per l’Africa orientale e meridionale: «I bambini – dice – stanno perdendo le loro case, la loro istruzione e il loro diritto a crescere al sicuro dai pericoli. Meritano l’attenzione del mondo ora». L’Unicef ha rivisto il suo appello di emergenza da 119 milioni di dollari a quasi 250 milioni di dollari per poter far fronte al crescente bisogno in tutta la regione: i prezzi delle materie prime sono infatti cresciuti in maniera esponenziale, rendendo sempre più costoso l’intervento umanitario destinato alle popolazioni del Corno d’Africa. Solo il 20% è finanziato. E avverte che il numero di bambini che sta affrontando una grave siccità nel Corno d’Africa è aumentato di oltre il 40% nel giro di due mesi.
Tra febbraio e aprile, il numero di bambini che affrontano l’impatto della siccità – tra cui fame acuta, malnutrizione e sete – è aumentato da 7,25 milioni ad almeno 10 milioni. Un altro dato fa ancor più riflettere: più di 1,7 milioni di bambini in Etiopia, Kenya e Somalia hanno bisogno di trattamenti urgenti contro la malnutrizione acuta grave. Se le piogge non saranno sufficienti nelle prossime settimane, questa cifra salirà a 2 milioni.
«Se non agiamo ora, vedremo tanti bambini morire nel giro di poche settimane», conclude Mohamed M. Fall. «La carestia è proprio dietro l’angolo».