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 2022  aprile 23 Sabato calendario

I 50 anni di Gianluca Grignani


«Sono arrivato a mezzo secolo ma giuro che non pensavo di arrivarci. Vivo. Finalmente però sono quello che sognavo di diventare quando ero bambino e mi immaginavo con la chitarra a fare i concerti i dischi». Gianluca Grignani è nel privé del ristorante dove si festeggiano i suoi 50 anni. «È la prima volta che festeggio un compleanno, a casa mi sono comprato una torta gigante che mangerò insieme ai miei figli quando mi verranno a salutare. All’inizio pensavo di passarlo da solo ma poi mi hanno convinto con un sacco di auguri, regali, anche una bella chitarra Fender metallizzata».
E adesso regala ai suoi fan una nuova canzone intitolata “The long goodbye”.
«L’ho scritta in 15 minuti e sono stati i 15 minuti più dolorosi di sempre, un dolore che però ho capitalizzato con una bella canzone. The long goodbye significa il lungo addio, perché prima di arrivare alla separazione da mia moglie ci ho messo un sacco. Ripensamenti, scatti e marce indietro. 25 anni e quattro figli sono tanta roba e il cambio di vita è radicale. La canzone sancisce il distacco vero, senza nascondermi da ciò che ho amato e amo più della mia vita. Oggi però mi sento come se fossi tornato vergine. Il pezzo è una ballata rock con spunti blues ma diverso dai miei pezzi più lenti. Immaginate Harlem Shuffle dei Rolling Stones ma meno paraculo».
Come si riesce a scrivere soffrendo?
«Non pensavo di farcela. Quando ascoltiamo una canzone che fa salire la nostalgia sentiamo sensazioni che sono insieme di sollievo e di fastidio. A me quella sofferenza ha dato tanta energia e mi sento a fuoco. L’emozione è così forte che è come se stessi facendo una doccia e l’acqua fossero le mie lacrime».
Al festival di Sanremo il suo duetto con Irama ha riacceso i riflettori su di lei.
«Irama è un grande artista e aveva una gran canzone. Sul palco ho fatto quello che so fare ma il pubblico sembrava dicesse: oh, ma dove sei stato tutto questo tempo? È stata una bella sensazione. Il giorno dopo la gente mi fermava per strada e sembrava che l’avessi vinto io Sanremo. L’amore del pubblico mi spiazza sempre».
A Sanremo era truccato da Joker, una faccia che ha anche tatuato addosso. In tante interviste ha detto che il Joker è il suo alter ego.
«Sì, ma quello là, il Joker cattivo non si fa vedere da parecchio. La parte oscura è un’anima subdola, stronza che bisogna tenere a bada sennò prende il sopravvento».
L’abuso di sostanze, alcol, droga, le ha creato non pochi problemi: erano eccessi dettati dalla parte oscura?
«Una parte oscura che va illuminata, portata allo scoperto per renderla innocua. Se la racconti riesci a contenerla, la metti in gabbia. Quando ero ragazzino hanno tentato di stuprarmi e l’ho raccontato; soffro di attacchi di panico e lo racconto, ho parlato di tutto quello che ritenevo necessario senza mai nascondermi dietro le mie sofferenze. E poi lo dice anche Vasco, non si può piacere a tutti. Io pensavo di diventare un viveur e invece la vita mi ha regalato un’altra trama con 4 figli meravigliosi. Mia figlia ha 17 anni e vive con me: non beve, non fuma e va benissimo a scuola mentre i tre più piccoli stanno con la mamma ma solo a un chilometro da me. Per loro non sono bravo come papà, ma come angelo custode. Una responsabilità che spesso mi spaventa».