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 2022  aprile 23 Sabato calendario

Salta l’incontro tra Francesco e Kirill


Città del Vaticano
Dopo le tensioni e le prese di distanza a colpi di sermoni e Angelus, ora è frattura tra i cattolici e gli ortodossi di Mosca sul tema guerra. E non sarà facile ricomporla. Due i duri colpi subiti dalle fragili relazioni tra il Vaticano e la Chiesa russa. È saltato il vertice tra papa Francesco e il patriarca Kirill – vicinissimo al presidente russo Vladimir Putin – a cui si stava lavorando per realizzarlo in territorio neutro, Gerusalemme, nel mese di giugno. Il motivo? Lo spiega lo stesso Pontefice (in un’intervista al quotidiano argentino La Nacion): «La nostra diplomazia ha capito che un incontro di noi due in questo momento potrebbe creare molta confusione». Dall’altro lato, Putin rifiuta una tregua nel conflitto per la Pasqua ortodossa di domenica, come invocato da Jorge Mario Bergoglio che si è unito all’appello di Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, d’accordo con monsignor Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina.
Il Vescovo di Roma assicura che i rapporti col Patriarca sono «molto buoni», ed è «rammaricato» per l’annullamento del summit. Anche perché «ho sempre promosso il dialogo interreligioso. Quando ero arcivescovo di Buenos Aires, ho riunito cristiani, ebrei e musulmani in un dialogo fruttuoso». È una delle iniziative «di cui sono più orgoglioso». Da Mosca il metropolita Hilarion, capo del dipartimento delle Relazioni esterne del patriarcato, dichiara che il colloquio si terrà «in un momento più favorevole. Gli eventi degli ultimi due mesi ci hanno costretto a fare delle modifiche ai nostri piani e a rimandare la riunione – afferma -. Ci sarebbero troppe difficoltà nel prepararlo in questo momento. Questo vale per la sicurezza, la logistica e la pubblicità». La Santa Sede preferisce evitare un «incidente» burrascoso con Kiev – spiegano vari alti prelati – dove «non si sarebbe compreso il senso di un abbraccio tra il Papa che predica la pace e il Patriarca che giustifica l’invasione». Perciò hanno prevalso «le ragioni di prudenza». Con il plauso del fronte ucraino, manifestato dall’ambasciatore presso la Santa Sede, Andrii Yurash, che su Twitter scrive: «Una decisione logica quella di cancellare l’incontro con Kirill, che ha benedetto l’uccisione di migliaia di persone». Sulla possibilità di un viaggio a Kiev il Pontefice avverte: «Non posso fare nulla che metta in pericolo obiettivi superiori, che sono la fine della guerra, una tregua, o un corridoio umanitario. A cosa servirebbe che il Papa andasse a Kiev se la guerra il giorno dopo continuasse?». —