La Stampa, 23 aprile 2022
Cervelli in affitto
Una proposta di legge di F.lli d’Italia è stata approvata in Commissione giustizia e prevede che la maternità surrogata sia trattata come reato universale. Traduco: il cosiddetto utero in affitto (espressione tremenda), già vietato in Italia, sarà vietato anche all’estero, se la legge sarà poi approvata. Vietato, dunque, andare in Grecia o negli Stati Uniti per rientrare con figli partoriti da altri: si rischiano fino a due anni di galera e un milione di multa. La pratica ha tali implicazioni morali, così difficilmente liquidabili, che necessiterebbe di una discussione ampia, fitta, oserei dire complessa, e invece si conta di risolverla con la saccenteria sbrigativa di chi ha la verità in tasca (a me la maternità surrogata non piace, ma non è una buona idea proibire quello che non piace: sarebbe già tanto governarlo). Per proporre una tale soluzione (ma che si fa? Si arresta la gente quando sbarca a Fiumicino? E i bambini?), si è deciso di ricorrere alla definizione di reato universale, e cioè un reato così odioso, così allarmante, da essere perseguibile anche se è stato commesso fuori dal territorio nazionale, e da cittadini stranieri. È un reato, per capirci, che di solito si applica a crimini di guerra, genocidi, terrorismo, pirateria navale, contrabbando nucleare, tortura, roba così: di recente in Germania sono stati condannati aguzzini siriani. Nel nostro caso è la maternità surrogata, e lo si vuole trattare da reato anche se è stato commesso dove reato non è. Davvero non so come sarà possibile tradurlo in pratica, e l’utero in affitto non so, ma il cervello in affitto sarebbe una gran cosa.