il Fatto Quotidiano, 23 aprile 2022
La Nato tra Fancia e Germania
L’annuncio che il Segretario dell’Onu, Antonio Guterres, sarà a Mosca martedì 26 aprile e vedrà Vladimir Putin, rappresenta una prima svolta nella guerra ucraina. Il fatto che si sovrapponga a una giornata che ha visto accentuarsi le divergenze nel fronte occidentale, con Germania e Francia che ribadiscono una linea di de-escalation, mentre gli Usa insistono per l’escalation del supporto militare, rende l’appuntamento ancora più rilevante. La sensazione è che la Russia abbia potuto recuperare ieri più saldamente il boccino dell’andamento bellico.
La presa di Mariupol costituisce un giro di boa, ma è soprattutto l’annuncio delle reali intenzioni – peraltro ampiamente prevedibili e previste dagli esperti più seri – sull’Ucraina (conquista del sud dell’Ucraina, corridoio verso la Transnistria e Donbass) sembra confermare lo svolgimento di un copione scritto a Mosca.
Antonio Guterres ha precisato di aver scritto anche al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, chiedendo di incontrarlo a Kiev, ma ancora non è stato deciso se ci sarà un eventuale faccia a faccia”. La mossa dell’Onu non è stata quindi realizzata in sintonia con le due Capitali.
“Il messaggio del Segretario generale – si legge nella nota pubblicata con rilevanza dall’agenzia di stampa russa Tass – sarà di voler discutere con la leadership (della Russia) quali misure possono essere prese ora per mettere a tacere le armi al fine di aiutare le persone che vogliono lasciare in sicurezza i territori”.
Il portavoce del Segretario generale aggiunge poi che Guterres vorrebbe discutere “misure urgenti per stabilire la pace in Ucraina e il futuro del multilateralismo basato sulla Carta delle Nazioni Unite e la legge internazionale” sottolineando che “l’Ucraina e la Federazione Russa sono Paesi fondatori delle Nazioni Unite e hanno sempre sostenuto l’Onu”. L’Onu chiede anche una tregua umanitaria in connessione con la Pasqua ortodossa, ma l’ipotesi della tregua sembra al momento improbabile, perché sia il governo russo sia le leadership separatiste del Donbass la definiscono una “scelta pericolosa”.
Il viaggio di Guterres si sovrappone all’ennesima giornata di divergenze in seno alla Nato soprattutto da parte tedesca. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito le posizioni dei giorni scorsi in una lunga e anche combattuta intervista al settimanale Der Spiegel. Le armi tedesche per l’Ucraina non ci sono, la Bundeswehr non ha i mezzi e poi, spiega, le armi devono essere consegnate pronte all’uso senza addestratori o personale militare. Quindi meglio inviarle dall’ex blocco sovietico e poi, come è stato concordato con la Slovenia, rifornire successivamente quei Paesi che oggi faranno lo sforzo. Ma il punto centrale di Scholz è fare “di tutto per evitare una escalation, che possa condurre a una terza guerra mondiale”. Sulla stessa linea, a poche ore dal ballottaggio per l’Eliseo, anche Emmanuel Macron, che ha confermato l’invio di missili e cannoni, ma ha ribadito il messaggio già espresso nei giorni scorsi: “Bisogna rispettare una linea rossa, che è quella di non entrare in una cobelligeranza”.
In una giornata in cui sembrano affermarsi ripensamenti e riposizionamenti, anche la dichiarazione di Boris Johnson, in visita in India, che c’è una “realistica possibilità” che la Russia possa vincere la guerra in Ucraina, modifica la narrazione di una guerra che l’Ucraina può anche vincere con una fornitura adeguata di armi occidentali.
Un quadro sfilacciato, dunque, posizionamenti confusi su cui gli Stati Uniti sono intervenuti con la richiesta di un chiarimento. Si terrà infatti martedì 26 aprile, lo stesso giorno del viaggio di Guterres a Mosca, la riunione convocata dal segretario alla Difesa Usa, Lloyd J. Austin, con i colleghi e i vertici militari dei Paesi alleati di tutto il mondo per discutere degli sviluppi della crisi in Ucraina e delle questioni di sicurezza a essa collegate. La riunione si terrà nella base aerea americana di Ramstein. In Germania.