il Fatto Quotidiano, 22 aprile 2022
Armamenti in Ucraina
Fin dall’in i zi odell ’i nva s i o n erussa dell’U-craina, il bloccoNato-Unione europea è statocompatto nell’inviare –chi più,chi meno –aiuti umanitari emilitari a Kiev. Tuttavia, a quasidue mesi dall’inizio del conflit-to, qualcuno –a partire da Ber-lino –comincia a smarcarsi.In G ermaniail cancelliereOlaf Scholz fa il gioco delle trecarte: Berlino non intende in-viare le armi pesanti richiesteda Kiev, in particolare i carri ar-mati Marder invocati a più ri-prese dal presidente Volo-dymyr Zelensky, ma la Germa-nia si è detta pronta a mandarei propri tank alla Slovenia, persostituire quelli che Lubianaconsegnerà all’Ucraina. Loscambio avverrà “nei prossimigiorni”, ha indicato la ministradella Difesa, Chrtistine Lam-brecht. Sottolineando però chei mezzi tedeschi non sono quelliin dotazione al Bundeswehr(leforze armate tedesche). Da Lu-biana dovrebbero partire i vec-chi autocorazzati dell’ex Urss earrivare Marder e Fuchs tede-schi. Questi ultimi sono veicolida trasporto truppe, mentre iMarder sono carri armati indotazione alla Bu nde sw ehr daoltre 50 anni. Il ministero dellaDifesa ha iniziato la loro di-smissione. Tra le richieste a-vanzate da Zelensky a Scholz cisono anche i sistemi missilisti-ci. Ne i n anche su questo. L’uni -ca apertura possibile è un adde-stramento fatto dai militari diBerlino.Anche Vienna, che però nonè membro della Nato, si rifiutadi inviare armi a Kiev. Dall’ini -»C. Caridi, L. De Micco, A. Grossi,M. Iaccarino e S. Provenzanizio della guerra l’Aus triahamesso a disposizione dell’eser -cito ucraino solo elmetti e gaso-lio. “Se qualcuno non può aiu-tare con le armi, può mostrare ilsuo supporto in altri modi”hadetto Zelensky ringraziando ilcancelliere austriaco KarlNehammer, il primo leader oc-cidentale recatosi a Moscadall ’inizio dell’i nva s i o n e.La Fra n c i a ha fornito all’U-craina dall’inizio della guerraoltre 100 milioni di euro di aiutimilitari, ma solo la settimanascorsa la ministra della Difesa,Florence Parly, ne ha parlatoper la prima volta, restandopiuttosto vaga su numeri e ma-teriale. Un’informazione su cuiParigi preferisce restare discre-ta. Si tratta di “dispositivi op-tr oni ci”(sensori a infrarossi elaser), “mezzi di protezione”,“armi e munizioni”e altri di-spositivi “che rispondono ai bi-sogni dell’Uc ra i n a”. Nella stes-sa nota, il governo si è impegna-to a continuare a fornire “soste -gno militare sul lungo termi-n e”. Da indiscrezioni di stam-pa, Parigi avrebbe inviato an-che dei missili anticarro Milan.Kiev critica spesso l’atteg gia-mento troppo cauto di Macronche, in piena campagna per l’E-liseo, ha rifiutato di parlare digenocidio a Mariupol, terminerivendicato da Zelensky, e che,a differenza di altri capi di Sta-to, non si è ancora mai recato aKiev, pur invitato. Macron insi-ste sulla via diplomatica e evi-tare l’escalation militare.“Sia -mo riconoscenti per gli aiuti u-manitari e diplomatici –hadetto Zelensky –. Ora speriamodi ricevere armi”. Secondo LePa risi engli ucraini hanno cniato il neologismo macroneteche si potrebbe tradurre con“macronare”, che vorrebbe dire“mostrarsi molto preoccupato,ma non fare nulla”.A fine febbraio, il ministrogreco della Difesa, Nikos Pana-giotopoulos, aveva dichiarato,senza fornire dettagli, che laGrecia, membro Ue e Nato, a-veva inviato in Polonia aiuti u-manitari ed equipaggiamentomilitare, fra cui lanciamissili,munizioni e kalashnikov desti-nati all’Ucraina, Il canale tvgreco Channel Openha parlatodi 20.000 kalashnikov confi-scati nel novembre 2013 vicinoRodi da una nave partita da unporto ucraino e diretta in Libia.Il 13 aprile, però, Panagioto-poulos ha annunciato in parla-mento che la Grecia non invie-rà altre armi per non indebolirela propria difesa nazionale.C ip ro, l’isola contesa fraTurchia e Grecia, è membrodell ’Ue ma non della Nato. Nel2002 ha stretto con gli Usa unaccordo antiterrorismo,nell ’ambito del quale, ai primidi aprile, si è detta disponibilead accogliere la richiesta di Wa-shington di trasferire in Ucrai-na equipaggiamento militaredi fabbricazione russa in cam-bio di forniture occidentali piùmoderne. Non è chiaro se l’in -vio sia stato autorizzato, ma Ni-cosia ha –scrive Fo r b e s –siste -mi antimissile russi di piccola emedia gittata che “potrebberorafforzare le difese ucraine”.Repubblica di Irl and aeMalt a, membri Ue ma non Na-to, non mettono in discussionela loro storica neutralità, essen-dosi limitati a inviare aiuti u-manitari e medicine e ad acco-gliere profughi, ma escludendoogni forma di supporto milita-re. Dublino ha mandato anchecibo, combustibile e giubbottiantiproie ttileIn Un g h e r i a Viktor Orban,attaccato da Kiev per la suasbandierata neutralità, nonsolo non ha inviato armi all’U-craina, ma non ha consentitonemmeno il transito degli ar-mamenti sul territorio. Secon-do un decreto presidenziale,possono transitare solo attrez-zature protettive e benzina. Ilprezzo del conflitto “non lo pa-gheranno le famiglie unghere-si”, ha riferito il portavoce delpremier, al quarto mandatoconsecutivo dopo la nuova vit-toria del 4 aprile. Budapestnon dirà nietneppure all’e n e r-gia di Mosca, che fornisce alPaese l’85% del gas. Il manca-to supporto militare a Kiev harotto il fronte di Visegrad: Var-savia, Praga e Bratislava han-no deciso infatti di inviare armi a Zelensky.La B u l ga r i a (membro Natoe Ue ma fuori dalla zonaeuro) non ha inviato ar-mi a Kiev e ha criticatole sanzioni alla Russia.Sofia è in stallo sullacrisi ucraina. L’a p p o g-gio bellico a Kiev, nellacoalizione quadriparti-tica al potere, è frenatodal partito socialista –amaggioranza filo-russa–che si oppone al soste-gno militare: “Se un so-lo proiettile verrà invia-to a Kiev, ilpartito lasce-rà la coalizio-ne”. Se le ar-mi dovesseroessere invia-te all’esercitodi Zelensky,Sofia sareb-be dunque senza governo. An-che il presidente Rumen Ra-dev ha avvertito: mandare ar-mi vuol dire diventare partedel conflitto.Cambia invece idea, in sensoinverso, la Spagna:“Sarà il no-stro più grande invio di armiall ’Ucraina. Il doppio rispettoagli aiuti militari mandati fino-ra dall’inizio della guerra il 24febbraio. I primi –ha pre-cisato il premier spa-gnolo Pedro San-chez in visita ieri aKiev –sono già intransito verso laPolonia sullaYsabel con 200tonnellate di mu-nizioni, 30 camione 10 veicoli leggeri”.Dunque nessun passoindietro da parte del Paeseiberico (che è tra i maggioricontribuenti del Fondo euro-peo per la pace nonostante ladivisione interna al governorosso-viola con metà dei mini-stri di Podemos contraria allascelta di Sanchez, criticato adestra per“mene freghismo”.Aniente sono serviti gli appellidei viola, né la piattaforma in-ternazionale da loro avviata perunire i partiti che dicono no allaguerra. A proposito di destra,invece, è proprio per “risponde -re”alla risalita nei sondaggi deiPopolari, che al rifiuto del pre-sidente francese Macron di re-carsi in Ucraina, Sanchez hafatto sapere che lui invece sa-rebbe andato presto da Zelen-sky. “Siamo qui per appoggiarein modo forte e chiaro la pace”,ha detto Sanchez. Il presidenteucraino ha ringraziato e, comesi dice, a buon rendere. Ungiorno, quando la guerra finiràqualcuno dovrà pur aiutare aricostruire il Paese