Corriere della Sera, 21 aprile 2022
Il boom dei satelliti
Dal 1957, anno del russo Sputnik 1, nello Spazio sono stati lanciati circa undicimila satelliti. La società di consulenza McKinsey calcola che, se i progetti in essere si materializzeranno, altri 70 mila potrebbero entrare in orbita. Troppi? Forse dal punto di vista dei detriti che creano pericoli di sicurezza: occorrerà trovare modi per limitarli e per togliere di mezzo i rimanenti. Ma non sembrano essere troppi dal punto di vista economico. E, data la situazione del mondo oggi, nemmeno dal lato geopolitico. McKinsey stima che Starlink – la costellazione di satelliti operata dalla Space X di Elon Musk – ha l’obiettivo di lanciare 42 mila nuovi veicoli spaziali. La britannica OneWeb, 6.400; Kuiper Systems, sussidiaria di Amazon, 3.400; la canadese Telsat, 1.600; l’americana Mangata, 790 e così via. Questo è il lato commerciale in una economia dello Spazio che nel 2020 ha raggiunto la dimensione di 447 miliardi di dollari, secondo Space Foundation, un’organizzazione no-profit, e che arriverà ai «mille miliardi o più» nel 2040 stando alle previsioni della banca Morgan Stanley. I governi hanno invece investito nel settore 92,4 miliardi di dollari nel 2021, secondo la società di ricerca Euroconsult: 54,6 gli Stati Uniti, 10,3 la Cina, 4,2 il Giappone, 3,9 la Francia, 3,6 la Russia, 2,4 la Germania, 2,0 l’India, 1,5 l’Italia e il Regno Unito. I denari spesi dall’Amministrazione di Washington sono andati per circa la metà in operazioni civili della Nasa o di aziende commerciali, il resto a programmi della Space Force, dell’Air Force e di altre parti del Dipartimento della Difesa. Come si sta constatando in queste settimane, i satelliti hanno un ruolo fondamentale nella guerra in Ucraina, con gli Stati Uniti e la Nato che probabilmente stanno dando alla resistenza informazioni precise raccolte dallo Spazio. Dal punto di vista commerciale, invece, i settori più rilevanti per l’uso dei satelliti sono i servizi destinati ai consumatori di video; ai Gps (che negli Usa hanno avuto un impatto di 1.400 miliardi dal 1984 a oggi); alla broadband per gli utilizzatori finali, potenzialmente in grande crescita; alla raccolta di dati dall’osservazione del pianeta, ad esempio per studiare il clima e per rendere smart infrastrutture e città; e per molto altro, oltre che per gli usi militari, in crescita. L’idea che andare nello Spazio sia uno spreco di risorse è da tempo in soffitta.