La Stampa, 21 aprile 2022
Garzanti ha raccolto i discorsi di Navalny. Eccone uno in cui parla di Vladimir l’Avvelenatore di mutande
Nel 2014 sono stato condannato a tre anni e mezzo con la condizionale. Ora siamo nel 2021, ma io sono ancora davanti a un tribunale. Sono già stato riconosciuto innocente; non c’è alcun reato. Tuttavia il nostro Stato, con una testardaggine quasi maniacale, si adopera per mandarmi in galera per questo caso. Perché proprio questo caso? I procedimenti contro di me certo non mancano, ne è appena stato aperto un altro. Ma qualcuno voleva che io fossi arrestato immediatamente dopo il mio ritorno; qualcuno voleva assolutamente che io non facessi neppure un passo da uomo libero nel nostro Paese, voleva che diventassi un detenuto appena avessi oltrepassato la frontiera. E sappiamo tutti chi è. Sappiamo perché è successo. Il motivo di tutto ciò sta nell’odio e nella paura di un uomo che vive nel bunker. In fin dei conti l’ho offeso a morte: sono sopravvissuto, nonostante abbiano cercato di uccidermi su suo ordine.
Io l’ho offeso mortalmente, perché sono sopravvissuto – grazie a brave persone, grazie a piloti e medici. Poi l’ho offeso ancora di più: non solo sono rimasto in vita, ma non mi sono nemmeno nascosto, non mi sono infrattato chissà dove in un bunker sorvegliato – uno più piccolo, adeguato ai miei mezzi. E infine, quel che è peggio: non solo sono rimasto in vita e non mi sono lasciato intimorire, ho partecipato all’indagine sul mio avvelenamento, e abbiamo potuto dimostrare che è stato Putin a perpetrare l’attentato con la collaborazione del Servizio federale per la sicurezza. Io non sono stato la sua unica vittima. Molti nel frattempo l’hanno saputo, e molti lo scopriranno, e questo fa impazzire l’omino arraffone nel bunker. Questa rivelazione, il fatto che ora tutto diventi pubblico, capite? Non c’è niente che porti un alto grado di popolarità e un sostegno generale. Adesso lo sappiamo: per combattere un avversario politico – uno che non ha accesso alla televisione e non ha nemmeno un partito dietro di sé – bisogna semplicemente cercare di ammazzarlo con un’arma chimica.
Ovvio che lui vada fuori di testa: adesso tutti possono vedere che è solo un burocrate che è diventato presidente per caso, un uomo che non ha mai preso parte a un qualsivoglia dibattito né a elezioni. Questo è il suo unico metodo di combattimento: cercare di uccidere le persone.
E può anche pensare di farlo come fosse un grande geopolitico, un grande leader internazionale – il mio affronto è che ora passerà alla storia come avvelenatore. Abbiamo avuto Alessandro il Liberatore, abbiamo avuto Jaroslav il Saggio, e ora abbiamo Vladimir l’Avvelenatore di mutande. È così che entrerà nella storia.
Vostro Onore, tutto questo non è assolutamente fuori tema. Io sono qui, sorvegliato dalla polizia; c’è qui la guardia nazionale, e mezza Mosca è transennata perché l’omino nel bunker va fuori di testa, e va fuori di testa perché abbiamo dimostrato che tutta la sua geopolitica consiste nel tenere riunioni nelle quali decide di trafugare le mutande dei suoi avversari politici e cospargerle di agenti chimici con intenzioni omicide.
La cosa più importante in questo processo non è come finirà per me, se andrò in prigione oppure no. È abbastanza facile mandarmi in prigione per un motivo o per l’altro. Quello che conta è perché questo succede – succede per poter incutere paura a più persone possibili. Perché è così che funziona: ne viene rinchiuso uno per intimidirne milioni. Venti milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà, molti milioni non hanno prospettive per il futuro. Molti milioni nel nostro Paese sono quelli di cui diciamo: «Be’, a Mosca va ancora bene, ma se ti allontani di cento chilometri… allora buona notte!». Tutto il nostro Paese vive in questa «notte», senza la benché minima prospettiva, con 20 mila rubli. E il Paese tace; processi a scopo propagandistico come questo sono un tentativo di tappare la bocca alle persone. Imprigionare uno per intimidire milioni. E se qualcuno osa scendere in piazza, allora mettono in galera altre cinque persone per intimorirne altri quindici milioni. La cosa più importante che vorrei dire è questa: io spero davvero che le persone in tutto questo non vedano un segnale che le spinga ad avere più paura. Tutto ciò – la guardia nazionale, questa gabbia – non è un segno di forza. È un segno di debolezza. Pura e semplice debolezza. Non si possono rinchiudere milioni o anche centinaia di migliaia di persone – e io spero che sempre più persone lo capiranno. Sì, lo faranno. E quando saremo a quel punto, tutto questo semplicemente andrà in frantumi. Alla fine non si può mettere in galera un intero Paese. Tutte queste persone che sono state derubate delle loro prospettive, del loro futuro: vivono in una terra molto ricca e non ricevono niente della ricchezza nazionale. Non ricevono niente! L’unica cosa che cresce in Russia è il numero dei miliardari; tutto il resto va a picco, capite? Io sto seduto nella mia cella e sento notizie sul burro, la pasta e le uova che diventano sempre più cari. Siamo nel 2021; il nostro Paese esporta gas e petrolio – e noi discutiamo di come possiamo sopravvivere, ora che la pasta aumenta sempre di più! Avete tolto ogni prospettiva a queste persone; volete incutere loro la paura. Io esorto tutti a non avere paura. Questo regime è tutto basato sulla paura.
Quando illegalità e arbitrarietà in uniforme pretendono di essere la legge, è dovere di ogni persona onesta opporvisi e combatterle con tutte le forze. Io le combatto meglio che posso, e continuerò a farlo. Sì, in questo momento mi trovo sotto il controllo di chi ama cospargere ogni cosa di agenti chimici tossici, tanto che nessuno scommetterebbe un copeco sulla mia vita. Tuttavia, proprio qui e ora dico che continuerò a combattere contro di voi. Io esorto tutti a non avere paura di voi e a fare qualunque cosa affinché vinca la legge, e non persone mascherate con uniformi e toghe. Saluto tutti quelli che continuano a combattere e che non hanno paura, tutte le persone oneste. Saluto e ringrazio tutti i membri della Fondazione anticorruzione, che sono stati a loro volta arrestati, e tutti quelli che scendono in piazza nell’intero Paese senza paura. Queste persone hanno gli stessi diritti che avete voi qui. Il nostro Paese appartiene a queste persone tanto quanto a voi; appartiene a tutti. Anche noi siamo cittadini e cittadine russi, e pretendiamo vera giustizia e pari diritti. Pretendiamo di partecipare a elezioni e alla distribuzione della ricchezza nazionale. Sì, pretendiamo tutto questo!
E lasciatemi ancora aggiungere: oggi c’è molto di buono in Russia. E la cosa migliore in Russia sono le persone che non hanno paura, che non abbassano lo sguardo fissando il tavolo – queste persone non consegneranno mai il nostro Paese a un branco di funzionari corrotti che barattano la nostra patria con palazzi, vigne e discoteche. Io chiedo libertà immediata per me e per tutti gli altri arrestati. Io non accetto questo processo farsa. È pieno di menzogne ed è illegittimo. Io pretendo il mio rilascio immediato.