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 2022  aprile 20 Mercoledì calendario

L'AMERIKANO EDWARD LUTTWAK SPINGE BIDEN A CERCARE LA PACE CON PUTIN: “BISOGNA SMETTERE DI INSULTARLO E INIZIARE A PARLARCI E SICCOME LA QUESTIONE NATO-UE È GIÀ STATA RISOLTA INIZIAMO A PARLARE DEL REFERENDUM PER CONSENTIRE L'USCITA DELLE DUE REPUBBLICHE SEPARATISTE. BISOGNA DARE UNA VITTORIA A PUTIN, UNA VIA D'USCITA. ATTRIBUISCO RESPONSABILITÀ A OBAMA CHE SULLA QUESTIONE UCRAINA SI È AFFIDATO ANCHE ALL'EMOTIVITÀ PIÙ CHE ALLA RAGIONE. LA STRAGE DI BUCHA? GLI AUTORI SONO DI ETNIA KIRGHIZA. NON È STATO UN ORDINE PARTITO DALL'ALTO - IO HO FATTO TRE GUERRE. NON SONO UN TEORICO. HO USATO FUCILI E PERFINO IL BAZOOKA..." -

Professor Edward Luttwak, lei è uno yankee guerrafondaio? «Io ho fatto tre guerre. Non sono un teorico. Ho usato fucili e perfino il bazooka. Ho opinioni non convenzionali che derivano dalla storia. L'Europa è una piccola parte del pianeta.

Ed ha dominato il mondo economicamente e culturalmente. Non perché fosse un impero ma piccoli stati rivali in tutto ed in guerra. Il resto del mondo no. Nei grandi imperi non c'è spazio per i conflitti. La guerra distruggeva cose ma dopo si ricostruiva più e meglio. Uomini e donne facevano i bambini.

Quando sono nato l'Italia da sola aveva più abitanti di tutto il Nord Africa. Oggi l'Egitto da solo ha più abitanti di Francia o Italia o Spagna. L'Europa ha abbandonato la guerra. Le armi nucleari non la rendono percorribile. Ed è rimasto un vuoto mai colmato. Perdita di energia. Di coraggio. Di natalità. L'Italia invecchia. Anche mentalmente. Giovani tassati che non fanno bambini per mantenere le pensioni dei vecchi che controllano il sistema. L'Europa, ha perduto il suo motore. Questa la filosofia».

Veniamo ai suoi tweet sull'Ucraina «I miei tweet non sono piacevoli. Non divertono la gente. Li uso per comunicare coi miei colleghi. Loro sono i miei follower».

Per dirgli cosa? «L'intelligence tedesca ha sbagliato tutto. Prevedeva che Kiev sarebbe caduta in 24 ore. Io invece dicevo già da una settimana prima dell'invasione che Putin stava schierando troppe poche truppe per vincere la guerra in Ucraina».

Errore determinante? «Berlino riteneva inutile mandare armi perché l'intelligence diceva che la resistenza ucraina sarebbe stata debole. Avevano contato tutti i carrarmati in campo senza capire nulla degli ucraini. Se tutto finisce in un giorno non volevano inviare armi. Ed impedivano agli inglesi di sorvolare la Germania per portarle in Ucraina. Volevano che Nordstream 2 andasse avanti. Putin è sensibile all'opinione dei tedeschi. Vedendoli rinunciatari è mancata la deterrenza ed ha invaso. Tutto quanto dimostrabile anche se ci fosse un processo in tribunale».

Qual era la priorità? «Armare l'Ucraina in maniera intelligentissima e velocissima dandogli armi che loro potevano prendere ed utilizzare subito».

L'Italia ha mandato armi vecchie? «Chi lo dice è un pacifista ignorante. Le sue armi sono utilissime. Non servono armi moderne. Se stanno usando i sofisticati javelin è perché il loro addestramento è iniziato due anni fa».

Siamo in una situazione di stallo? «Eravamo in stallo. Ora con l'affondamento dell'incrociatore Moskwa, per la Russia gli obiettivi sono diversi. Due regioni importanti come Donetsk e Lugansk sono russe e Putin vuole che siano riconosciute tali. Lasciamo perdere la retorica sul filonazismo del battaglione Azov. Non è vero nulla.

Ma come io prevedevo che la Russia non avrebbe piegato l'Ucraina, ora invece prevedo che ci sarà un'escalazione (Luttwak non usa l'inglese escalation, ndr). Situazioni sempre più incontrollabili. L'esempio è l'affondamento dell'incrociatore Moskwa. 12mila tonnellate. La più grande affondata dal 1945. Una portabandiera».

Come si spiega militarmente? «Giustamente per difendere Odessa gli ucraini avevano dispiegato gli efficaci missili Neptune. Con un ordine ben preciso. "Se vedete sui radar obiettivi russi lanciate i missili. L'invasione anfibia russa sta cominciando. Non chiedere autorizzazioni. Nel tempo che perdi a chiamare Kiev il missile russo ti distrugge".

In realtà invece la minaccia dello sbarco russo si stava sgonfiando. I russi non sfondavano a Nikolaev. Ma gli ordini di comando ucraini non erano stati aggiornati. Sono rimasti gli stessi. Non è stato detto: "La situazione è cambiata. Prima di sparare chiamaci che ci aggiorniamo con l'intelligence di supporto. Abbiamo il tempo. Non è più l'invasione imminente".

Kiev aveva il tempo di valutare. Sapendo che se affondi Moskva, Putin dovrà scatenare - come ha fatto - pesanti bombardamenti. Non è che la Russia diventa pazzoide. Sono elementari meccanismi di escalation (ora usa l'inglese, ndr). Putin non poteva non reagire. Non aveva scelta».

Quindi? «È così che si scivola in una guerra nucleare. Oggi la priorità per tutti non è più difendere l'Ucraina che con grande merito si è difesa. Questa non è una guerra contro tribù come in Libia, in Afghanistan o Iraq. Questa è differente. Adesso la priorità è smetterla».

Come? «Punto 1 smetterla di insultare il presidente eletto della Federazione Russa. Punto 2, dichiararsi disponibili a trattare. Punto 3, Kiev ha un ruolo importante ma non può controllare questi negoziati. Punto 4, Russia e Ucraina sono già d'accordo sulla cosa più importante. Mosca non ha obiezioni se l'Ucraina entra nell'Ue. E l'Ucraina ha già accettato che non entrerà nella Nato. Rimangono le due regioni».

Che si fa lì? «L'Ucraina che sta vincendo sul piano bellico non può accettarle di cedere. Putin che non sta vincendo non può esigerle. Il compromesso è un plebiscito nelle due regioni. Si certificano gli elettori. Si permette ai profughi di rientrare. La soluzione è il referendum.

Accettando questo principio ci sarà un immediato cessate il fuoco. Niente più spostamenti di truppe. Tutte cose verificabili con la nostra intelligence al 101%. Con il cessate il fuoco fermiamo la possibile guerra nucleare. Si comincia a ricostruire e i profughi rientrano».

Procedure difficili? «Vero. Ma sono soluzioni già attuate. Dopo la Prima guerra mondiale. In stati appena nati come Polonia, Austria, Ungheria e Cecoslovacchia. E non c'era la tecnologia per controllare il rispetto delle condizioni con la confusione di una guerra mondiale e nuovi stati appena nati. Se dopo si è arrivati alla Seconda guerra mondiale è perché l'intelligence britannica non è stata purtroppo autorizzata ad eliminare Hitler nei tempi dovuti. Bisogna "dare una vittoria" a Putin. Una via d'uscita. I meccanismi ci sono».

Chi deve convincersi? «Io parlo soprattutto al mio governo. Washington mi paga come consulente strategico. Ed il mio consiglio è smettere di insultare Putin, iniziare a parlarci e siccome la questione Nato-Ue è già stata risolta iniziamo a parlare del plebiscito per consentire l'uscita delle due repubbliche».

I generali che sanno cosa è la guerra sono più prudenti dei giornalisti e dei politici che non la fanno personalmente. Esiste una frattura in tal senso anche fra Pentagono e Casa Bianca? «Per lavoro non sono fisicamente a Washington. Sono a san Francisco ora e non ho apparecchi di comunicazione dedicati. Quindi non lo so, però è “prima facie” plausibile e sarei sorpreso non lo fosse. Ma non posso dirlo con certezza.

Fra due giorni torno lì. Vado in giro con gli amici e verifico. Io attribuisco molta responsabilità all'amministrazione Obama che sulla questione Ucraina si è affidata anche all'emotività più che alla ragione. Abbiamo una giornalista influente sposata col ministro degli Esteri polacco e questo conta. Queste persone sono altamente irresponsabili. Quando mi mandano messaggi del tipo: "Putin deve essere trattato come Milosevic" capisco che loro non sanno».

Cosa? «Vanno nei programmi tv. Parlano come se sapessero cose. Non capiscono niente. Tutte le perdite della Russia saranno pure immense ma sono il 5% di ciò che Mosca ha. Ma la distruzione crudele che la Russia ha fatto in Ucraina non è che l'1% di ciò che può fare».

Sulla strage di Bucha che opinione si è fatto? «Chi fa il mio mestiere sa individuare con esattezza nome e cognome di tutti gli autori. Un crimine di guerra derivato dalla frustrazione di doversi ritirare dal sobborgo mentre la popolazione festeggiava la loro imminente uscita. Gli autori sono di etnia kirghiza. Non è un ordine partito dall'alto».