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 2022  aprile 20 Mercoledì calendario

Addio al concessionario

TORINO – L’obiettivo dichiarato dell’Europa? Favorire la concorrenza, rafforzare i canali on line e abbassare i prezzi delle auto. Il pronostico dei concessionari d’auto italiani è molto diverso: le nuove regole imposte da Bruxelles renderanno ancora più difficile un mercato già in affanno. I dealer denunciano che non potranno più fare sconti e campagne promozionali, le vetture alla fine costeranno di più e andranno persi tra i 60 e i 70 mila posti di lavoro nell’ultimo anello della catena di distribuzione. «I prezzi saranno imposti dalle case automobilistiche e noi non avremo margini di trattativa né con i clienti né con chi produce – sottolinea il presidente di Federauto, la sigla più rappresentativa del mondo dei concessionari, Adolfo De Stefani Cosentino – diventeremo dei meri esecutori di scelte che si prenderanno nei quartier generali dei gruppi». A creare questa trasformazione il nuovo regolamento Vber, acronimo di Vertical Block Exemption Regulation, che dal 1 giugno ridefinirà i rapporti tra le aziende che producono beni e servizi e la rete di distribuzione. E le case potrebbero decidere di trasformare i concessionari, che hanno margini di libertà e agiscono per nome e conto proprio, in agenti: professionisti che operano in nome e per conto della sola casa costruttrice. Una trasformazione che per i dealer provocherà effetti importanti fra le oltre 1.200 aziende italiane che operano nella vendita auto e che impiegano circa 120mila persone. Di questi posti il 50-60% verrebbe cancellato e si ridurrebbero pure gli show room, soprattutto fuori dalle grandi città. «A perderci non sarà solo la nostra categoria, ma i consumatori che non potranno più avere sconti, mentre le case imporranno i prezzi e aumenteranno i margini», sostiene il presidente Cosentino.
Per chi a Burxelles ha studiato le nuove regole si tratta della solita difesa dello status quo e delle posizioni dominanti, così come è successo per altre categoria. E poi c’è tutta la partita dell’ on- line. Gli analisi indicano come nel 2025 dalle piattaforme digitali potrebbe passare il 6-8% delle vendite, mentre si arriverà al 25-40% nel 2035. Un trend che non convince i concessionari: «L’auto si guarda on-line, ma si compra negli show room».
Le case automobilistiche si stanno già muovendo. Stellantis per ora ha un approccio diverso a seconda dei marchi. Per i brand premium, da Ds ad Alfa Romeo, passando per Maserati, i concessionari si trasformeranno in commissionari: realtà che lavorano in nome proprio, ma per conto terzi. Una formula ibrida che dovrebbe garantire una riduzione delle spese ai dealer a fronte di minori margini. Così anche per Fiat Professional. Per gli altri marchi poi si vedrà. I tedeschi della Volkswagen vorrebbero sfruttare la nuova opportunità dell’agente per la vendita delle vetture elettriche, facendo andare a morire le concessionarie con il motore termico. Bmw sperimenterà il nuovo modello sulla distribuzione della Mini e dopo tre anni vedrà cosa fare. Il gruppo Renault per ora rimane fedele al vecchio sistema, così come gli orientali, da Kia a Suzuki, da Toyota a Honda, da Nissan a Mitsubishi. La cinese Geely, che possiede Volvo e quasi un 10% della Daimler, ha iniziato in alcuni Paesi ad annunciare il passaggio alle nuove regole.