la Repubblica, 20 aprile 2022
Le bacchette che danno sapore ai cibi anche se il sale non c’è
Per la serie la tecnologia al servizio del gusto – o della salute, a seconda dei punti di vista – arrivano dal Giappone le bacchette che potenziano la sapidità del cibo. Un effetto che supera l’idea di “bacchetta cinese” per arrivare a quella di bacchetta magica, specie in un Paese in cui il consumo medio di sale quotidiano è di ben 10 grammi al giorno, quindi il doppio delle dosi raccomandate nelle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ecco allora che gli speciali chopstick si candidano a cambiare la dieta quotidiana, ma per una volta la promozione delle sane abitudini alimentari non fa leva sulla necessità di qualche rinuncia. Anzi, promette una percezione amplificata del sapore. Così largo a piatti cucinati con misure irrisorie di sale, complice della temuta ipertensione, che arrivano al palato ricchi di “umami”.
A illustrare il funzionamento del dispositivo hi-tech è Homei Miyashita, professore alla Scuola di scienza e tecnologia della Meiji University di Tokyo, il cui laboratorio ha collaborato con il produttore di alimenti e bevande Kirin Holdings per lo sviluppo del progetto. In un video, Miyashita indossa lo speciale braccialetto che contiene un mini computer collegato alle bacchette e spiega in che modo venga sfruttata l’onda di stimolazione elettrica: all’estremità di uno dei due bastoncini si trova un contatto metallico, collegato al bracciale che trasmette la corrente elettrica (niente paura: si tratta di appena 9 volt) all’interno della bocca di chi mangia, grazie alla trasmissione di ioni di iodio. La corrente non viene avvertita, mentre le papille gustative godono di un sapore pieno e salino, anche se le pietanze servite contengono il 30 per cento di sale in meno rispetto alla ricetta tradizionale.
Il ministero della Salute e del Welfare giapponese plaude all’iniziativa. E Miyashita sottolinea con fierezza che i test clinici su 36 volontari, che seguono o dovrebbero seguire una dieta a basso contenuto di sodio, hanno dato risultati incoraggianti. Hanno assaggiato con i chopstick elettrici piatti poco salati e i dati dimostrano che l’intensità del gusto percepito era la stessa del campione di volontari cui era stata servita la stessa pietanza con livelli normali di sodio: il dispositivo potenzia il gusto del cibo di circa una volta e mezzo.
Non c’è bisogno dunque di dire addio alla regina dei condimenti asiatici, la salsa di soia, golosa quanto salata, né di dare l’ostracismo a zuppe di miso e a intensi ramen: grazie a un piccolo inganno tecnologico saranno buoni come sempre, ma salutari più di prima. Il team di ricerca pensa che il prototipo possa essere pronto per il mercato già dall’anno prossimo, alleato dei buongustai con l’obiettivo del benessere.
Ma bisogna vedere se i consumatori sono pronti e felici a farsi ingannare. Un precedente di trucco inganna- sensi di qualche anno fa prometteva di essere la svolta per chi doveva stare a dieta ma non riusciva a tenere a freno l’appetito. Eppure non ha avuto successo. Erano i diet-glasses, creati da un team di ricercatori della Tokyo University, coordinati dal professor Michitaka Hirose. L’idea sfrutta la realtà aumentata: la telecamera montata sugli occhiali trasmette a un computer le immagini di ciò che si ha nel piatto. Il computer ne ingrandisce le dimensioni apparenti dando l’impressione di avere quantità maggiori di cibo. Forse ingannare lo stomaco è più difficile.