La Gazzetta dello Sport, 19 aprile 2022
Bradley Wiggins molestato a 13 anni
Molestie sessuali da un allenatore quando aveva 13 anni. È la confessione di Bradley Wiggins, vincitore del Tour de France 2012, 5 ori olimpici e 6 titoli mondiali tra strada e pista, uno dei migliori ciclisti del nuovo millennio. Il fuoriclasse britanni ha raccontato la faccia oscura della sua anima in un’intervista a Men’s Health UK: “Sì, sono stato molestato da un allenatore quando ero più giovane. Un episodio che non ho mai completamente accettato e che ha avuto un forte impatto su di me anche da adulto. Ho cercato di seppellire tutto”. Anche perché confidare certi episodi in famiglia non era possibile. Wiggins racconta di un’infanzia e adolescenza difficili, scandite da un patrigno manesco e anaffettivo. Ecco quindi il ciclismo come via di fuga, non solo dagli avversari, ma anche dalla vita: “Il mio patrigno era piuttosto violento con me, era solito chiamarmi frocio per aver indossato Lycra e cose del genere, quindi non pensavo di poterglielo dire. Così mi sono chiuso in me stesso. Ero un tale solitario. Sono stato un adolescente piuttosto strano per molti versi e penso che la bicicletta sia stata una risposta a tutte queste avversità”.
Ma la vera, grande cicatrice riguarda il rapporto col padre naturale, Gary Wiggins, anche lui ciclista, che ha abbandonato la famiglia quando Bradley era bambino ed è poi deceduto nel 2008. “Era il mio eroe – dice il vincitore del Tour 2021 -. Volevo mettermi alla prova con lui. Era un buon ciclista, avrebbe potuto essere davvero bravo, ma era un talento sprecato. Era un alcolizzato, un maniaco depressivo, piuttosto violento e all’epoca prendeva molte anfetamine e droghe. Non ho mai ricevuto risposte quando è stato assassinato nel 2008. Ci ha lasciato quando ero piccolo, quindi l’ho incontrato per la prima volta quando avevo 18 anni. Abbiamo riallacciato i rapporti per poi allontanarci di nuovo: non abbiamo più avuto rapporti nei due anni precedenti alla sua morte”.