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 2022  aprile 19 Martedì calendario

Pakistan, racket delle tombe solo ai ricchi

È difficile trovare un tetto sotto cui trascorrere la propria esistenza terrena, ma è ancora più difficile trovare uno spazio per la vita eterna. E a Karachi, tentacolare città pakistana con oltre venti milioni di abitanti, si è sviluppato un vero e proprio racket dei cimiteri in mano alla cosiddetta mafia dei becchini. I campisanti del Paese asiatico sono saturi, ma nonostante la mancanza di spazio compaiono costantemente nuove tombe: ovviamente sono erette su vecchi sepolcri, demoliti da individui senza scrupoli che, dietro il pagamento di laute somme di denaro, si preoccupano di fare posto alla nuova salma di turno. Un’attività illegale, ma molto diffusa, che ha cambiato il volto dei cimiteri: in ogni angolo ci sono tombe più o meno improvvisate, alcune sono scavate direttamente nel suolo, altre sono state rialzate su basamenti di pietra. Ma i cimiteri sembrano uno schema di Tetris, con tombe a incastro e tutto lo spazio sfruttato per dare una dimora eterna a una popolazione in costante aumento. E proprio il boom demografico della città ha portato alla saturazione dei campi di inumazione e alla conseguente nascita di questo racket. In un reportage dell’Agenzia France Presse viene accuratamente descritto: i malviventi demoliscono le tombe in poco tempo, trasportano furtivamente i detriti, si liberano dei resti e quando c’è lo spazio per erigere una nuova struttura funebre lo fanno.
«Non c’è posto in tutta Karachi», ha detto all’Afp uno dei componenti di queste bande, Khalil Ahmed, «Dobbiamo distruggere le vecchie tombe se vogliamo costruirne di nuove».
Se le tariffe fissate dall’amministrazione pubblica vedono il costo di un funerale fissato in circa 40 euro, la mafia dei becchini chiede dieci volte tanto per una sepoltura. La parola mafia, ha ricordato l’Afp, è usata in parecchi ambiti in Pakistan: dalla mafia del latte, che allunga il latte con l’acqua; a quella dello zucchero, che pompa i prezzi; fino alla mafia della terra che monopolizza gli spazi coltivabili o edificabili.
Chi si occupa di trovare uno spazio per le salme, come anticipato, sta in un qualche modo approfittando della crescita demografica della nazione: il Pakistan è il quinto Paese più popoloso al mondo, con 220 milioni di abitanti e la popolazione cresce di quattro milioni di individui ogni anno. Questo trend, poi, è accompagnato da un forte esodo dalle campagne: le città si affollano e gli spazi per vivere, ma anche per morire, iniziano a scarseggiare.
«Il problema di fondo è che le infrastrutture sono insufficienti», ha ammesso Ali Hassan Sajid, portavoce del comune di Karachi, che gestisce 39 dei circa 250 cimiteri cittadini. «Sei di questi», ha detto, «sono chiusi, ma la mafia continua ad effettuare sepolture».