Corriere della Sera, 19 aprile 2022
Lo sciopero del sesso di Lisistrata contro la guerra
Non si finisce mai di imparare dall’antichità. Capita ora in libreria un saggio-racconto su Lisistrata, La donna che sconfigge la guerra (Carocci editore). È un libro curioso, del filologo Simone Beta: curioso perché usa la prima persona per ripercorrere l’alterna fortuna del personaggio inventato da Aristofane. È noto che per porre fine alla cosiddetta guerra del Peloponneso tra Atene e Sparta, che andava avanti da vent’anni, Lisistrata si inventa un geniale stratagemma: imporre ai mariti uno sciopero del sesso finché non depongano le armi. Chi fa la guerra non fa l’amore. Dunque, Lisistrata raduna le ateniesi e le spartane ottenendo un giuramento di astinenza (devono letteralmente: «rinunciare al cazzo»). Dopo aver occupato l’Acropoli in cui è conservato il tesoro fonte di finanziamento della guerra, Lisistrata vince la sua scommessa: pur di fare l’amore, gli uomini firmano la pace. La commedia politica di Aristofane dimostra una enorme fiducia nell’intelligenza femminile, una fiducia del tutto estranea alla mentalità di quel tempo (ma ancora oggi la guerra è roba di maschi «arrapati» di violenza più che di sesso!). Lisistrata ne emerge come una donna pacifista di straordinarie qualità oratorie e politiche. Dopo la sua prima comparsa ad Atene nel 411 a.C., il personaggio di Aristofane non avrà vita facile, sempre soggetto a tagli, censure e stravolgimenti nei secoli. Fra le trasposizioni di cui ricordarsi oggi c’è il musical comico di Garinei e Giovannini, risalente al 1958, che in tempi di guerra fredda opponeva non Atene a Sparta ma l’Urss agli Usa aggiungendo un terzo incomodo: il personaggio di Euro, interpretato da Nino Manfredi, mentre la protagonista, alle prese con Samio (Mario Carotenuto) e Dimitrione (Paolo Panelli), era Delia Scala e il coro era affidato al Quartetto Cetra. Lo scandalo di Aristofane approdò, tra fine ’800 e inizio ’900, anche a San Pietroburgo, a Mosca e a Kiev, con uno spettacolo fortemente antimilitarista di cui gli attuali russi e ucraini non possono avere memoria. Peraltro, una novella Lisistrata, promotrice del «fate l’amore non fate la guerra», dovrebbe puntare tutto sui giovani soldati ed escludere gli anziani guerrafondai, considerando che a una certa età non solo la memoria è deficitaria.