Corriere della Sera, 19 aprile 2022
Le Pen accusata di aver truffato l’Ue per 600mila euro
PARIGI Critica l’Unione europea, ma ne usa i soldi in modo scorretto. Alla vigilia del dibattito televisivo di domani, Marine Le Pen torna a essere accusata di malversazioni nel corso della sua lunga attività di parlamentare europea (dal 2004 al 2017) in un nuovo rapporto dell’Olaf (Ufficio europeo di lotta antifrode) che è stato reso noto dal giornale Mediapart. Il totale delle spese contestate a Marine Le Pen e a membri del suo partito supera i 600 mila euro, il rapporto evoca i possibili reati di «truffa», «abuso d’ufficio», «sviamento di fondi pubblici». Lei respinge le accuse e parla piuttosto di un «gioco sporco dell’Unione Europea, ci sono abituata e i francesi non si lasceranno ingannare».
Nel 2010, per esempio, Marine Le Pen organizzò una riunione su «Le regioni e l’Europa di fronte alla crisi finanziaria» chiedendo al Parlamento di Strasburgo 5.000 euro di rimborso spese per l’albergo e la trasferta di 13 dirigenti del partito. Uno di questi però ha informato l’Olaf che quella riunione non riguardava affatto l’Europa ma l’elezione del nuovo presidente del partito. Marine Le Pen avrebbe appeso al muro una bandiera europea giusto il tempo necessario per fare una foto da inviare agli uffici del Parlamento, per giustificare il rimborso spese.
Un altro episodio è quello contestato a suo padre Jean-Marie, che il 28 dicembre 2016 ordinò 129 bottiglie di vino e champagne per quasi 9.000 euro mandando la fattura al Parlamento europeo, anche se 113 di quelle bottiglie vennero consegnate nella sua dimora di Montretout, senza alcun rapporto con le attività di europarlamentare.
Lo champagne
Nel 2016 il padre Jean-Marie ordinò 129 bottiglie. Poi mandò la fattura a Bruxelles
Le spese irregolari sono un nuovo capitolo nel tormentato rapporto della famiglia Le Pen con le istituzioni europee, da un lato criticate e indicate come il nemico da abbattere, dall’altro piegate ai propri fini in modo giudicato discutibile dalle autorità di controllo.
La candidata di estrema destra è indagata dal 2017 per il sospetto di avere fatto pagare al Parlamento europeo alcuni suoi assistenti che in realtà avrebbero lavorato per lei in seno al partito, senza alcun rapporto con le attività di eurodeputata. L’inchiesta si è chiusa a febbraio, i magistrati decideranno presto se chiedere o meno il rinvio a giudizio.
Finora Marine Le Pen è stata abile ad alimentare una certa confusione tra la sua lotta politica contro le istituzioni europee e l’uso disinvolto dei finanziamenti che quelle stesse istituzioni le concedono, ma le nuove accuse faranno comunque parte dei temi del duello televisivo di domani sera.
La rivincita
Domani il duello tv con Macron, che 5 anni fa costò le elezioni alla leader dell’ultradestra
I due rivali si scontreranno davanti ai francesi nella rivincita del dibattito di cinque anni fa, che vide il crollo di una Le Pen nervosa e aggressiva, messa in difficoltà da un Macron che appariva più sereno, competente e affidabile. Le Pen si sta preparando con grande cura all’appuntamento, e dopo una visita ieri nel paesino normanno di Saint-Pierre-sur-Dives la sfidante si prenderà quasi due giorni di pausa e di studio, allenandosi al contraddittorio con un diplomato dell’Ena, la fabbrica delle élite francesi frequentata da Macron. La pugnace giornalista televisiva Anne-Sophie Lapix non condurrà il dibattito perché, pare, sgradita a Marine Le Pen, mentre Macron assicura di «non avere mai respinto alcun giornalista». Lo scarto in vista del voto di domenica prossima sembra allargarsi: secondo l’ultimo sondaggio (Ipsos/Le Parisien), 56% Macron, 44% Le Pen.