la Repubblica, 16 aprile 2022
Ecco i quartieri più ricchi d’Italia
Un indizio, in Piazza Risorgimento a Milano, lo poteva offrire direttamente l’enorme statua di San Francesco d’Assisi. Gli abitanti del quartiere, specie quelli con qualche capello bianco sulla testa, lo chiamano ancora Cinc e tri, vott. Perché, a guardare bene le dita, sembra quasi che il santo che stia contando: cinque più tre, otto.
Diversamente, per scoprire che il quartiere vanta un certo primato con i numeri bastava aspettare le statistiche annuali delle dichiarazioni fiscali sui redditi 2020 elaborate dal Mef, che offrono da poco uno spaccato anche a livello di quartiere e non più solo di città. Cioè dicono in quali parti dei grandi capoluoghi stanno i più ricchi. Risultato: per andare a caccia di meno di quel 3% che oggi dichiara più di 75 mila euro, ora si sa dove – nelle grandi città andare a cercare. Quest’anno, al cap di Milano 20139, quartiere Indipendenza- Risorgimento appunto.
Qui c’è il numero più alto a livello nazionale di contribuenti che dichiarano più di 75 mila euro: 6.328. Numeri modesti su oltre 41 milioni di contribuenti ma che attribuiscono al capoluogo lombardo il primato tra quelli nella fascia più alta di tutte e anche gli altri due gradini del podio con il quartiere Monforte-Ticinese, cap 20129, che arriva fino a Piazza Duomo, e l’area del centro storico che si spinge dal Parco Sempione fino alla Darsena, con codice postale 20123.
Poi bisogna scendere parecchio. Nel quartiere Salario a Roma, 4.253 contribuenti hanno dichiarato più di 75 mila euro, al cap 00198, dieci in meno di quelli al cap successivo 00199, l’elegante quartiere Trieste.
Bisogna andare giù di molte altre posizioni per abbandonare il binomio Roma-Milano. A Parma, il cap 43123 che copre il quartiere dell’area sud-est della città è il primo dove si concentrano i contribuenti in fascia più alta, 2.739 in totale. Solo al 33esimo posto arriva Napoli, con il codice postale 80122, nell’area centralissima di Chiaia e al 37esimo Palermo, a due passi dal centro della città.
Numeri comunque che vanno presi con cautela. Prima di tutto perché riflettono i dati sui redditi e non sui patrimoni. Ci dicono quindi quanto gli italiani hanno dichiarato, non quanto sono effettivamente ricchi. Differenza non secondaria in un Paese ad altissimo tasso di evasione fiscale come il nostro. Inoltre il dettaglio sub-comunale che il Ministero dell’Economia offre riguarda solo 40 grandi città, escludendo le province e i centri più piccoli, conteggiando solo un quinto del totale dei contribuenti, per quanto in termini di valore assoluto il numero maggiore dei super ricchi, o super dichiaranti, si concentri nelle grandi città.
Il dato poi su chi si trova nella forchetta più alta ci dice molto ma non tutto sul livello di ricchezza. Considerando il reddito medio, calcolato come rapporto tra reddito imponibile e numero di contribuenti, l’area del centro a Milano che va dalle via della moda di Montenapoleone a Brera è quella, tra quelle censite del Mef, con il reddito medio più alto del Paese, con 88.745 euro, seguita da quella dell’ex Fiera, oggi dominata dai grattacieli di CityLife, con 71.792 euro. In quest’altra classifica Torino riesce a guadagnarsi il sesto posto, con 55.485 euro, nella zona Crocetta.
Numeri lontanissimi dai 21.570 euro di media rilevati dal Mef a livello nazionale. Un dato complessivo che nasconde però tutte le ampie disuguaglianze che si registrano anche all’interno della stessa città. A Milano, i 17.628 euro di Quarto Oggiaro, l’area con il dato più basso, valgono un quinto delle ricche zone centrali. A Roma, ad Ostia Antica, il livello medio di reddito è di 13.244 euro, un quarto di quanto registrato appena 30 chilometri di distanza, tra le abitazioni signorili dei Parioli.