la Repubblica, 17 aprile 2022
Il finale in -etta
Caro Merlo, come a ogni Pasqua partecipo, e ne leggo pure sul giornale di Bologna, al derby – in Italia tutto è derby – tra Pasqua e Natale. Chi vincerà? Profondi, dottissimi e spirituali sono i tifosi della Pasqua; buoni, spiritosi e materialisti quelli del Natale. Da un lato c’è la mamma con il bambino e dall’altro la resurrezione e la croce. E vuoi mettere il panettone con la colomba? E i regali, babbo natale, la canzone di John Lennon. E il povero agnellino fa molta pena mentre del cotechino non frega niente a nessuno. Mia figlia Umberta che, a 18 anni, passerà tre giorni in campagna a Faenza sceglie la Pasqua dicendo:” Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi”. Nadia Venturi – Bologna Per addolcire la Pasqua, effettivamente un po’ truce, abbiamo inventato la Pasquetta. Sempre il diminutivo “etta” accresce la grazia: la borsetta è elegante e la borsa ingombrante, e la fascetta rende chic il libro mentre la fascia è infermieristica o, se tricolore, è retorica. E poi: l’amichetta, la cassetta, la stanzetta, la porchetta… sino alla stronzetta. Cara signora Venturi, lei è spiritosa ed è di Bologna, dunque conosce Ti amo terrone degli Skiantos che, tra l’altro, anticiparono Zalone: “Con la catena d’oro, la pasta al pomodoro, tondo basso e moro, di sicuro un uomo vero… Non gli togli la mazzetta, la michetta, la macchinetta, la pancetta, la cenetta, la pasquetta, la maglietta… sudata”. Caro Merlo, dopo l’articolo a pag 11 di venerdì, è sempre convinto che quella della Scala sia stata una cretinata? Le ricordo che venne cancellata la direzione d’orchestra di Gergiev ma non la Dama di picche di Tchaikovsky. Franco Craglia Non sarei tornato sull’argomento se lei non mi scrivesse con simpatica insistenza, ma l’articolo di Rosalba Castelletti, che racconta le enormi ricchezze di Gergiev, amico di Putin, non c’entra nulla con l’abiura preventiva che pretendeva la Scala per farlo dirigere. E non è questione di cretinata, ma di confusione: fra le sacrosante e ancora insufficienti sanzioni inflitte alla Russia non c’è, ovviamente, l’ostracismo agli artisti. Ma, giustamente, a Gergiev sono stati congelati i beni, anche così smascherando la selvaggia cleptocrazia della Russia. Non mi stupirei e non protesterei neppure se lo mettessero in galera, ma al contrario di lei, penso che bisognerebbe semmai costringerlo alla direzione d’orchestra, proprio come si infliggono i lavori forzati: per fargli risarcire il mondo, solo un pochino, con quel molto che sa fare. Caro Merlo, da ex comunista sempre convintamente di sinistra, noto che l’America e la Nato rimangono un nervo scoperto. Io la penso ancora come Berlinguer che dichiarò di sentirsi più sicuro sotto l’ombrello della Nato. È facile fare la storia con il senno di poi, però che ne sarebbe dell’Europa senza lo scudo americano, esposti agli appetiti imperialisti e liberticidi di Cina e Russia? E la controprova non è la sorte dell’Ucraina? Ci sarebbe ora la guerra se con più lungimiranza si fosse concesso all’Ucraina di entrare nella Nato? Con tutta onestà credo di no! Quindi ben vengano le bandiere della Nato nelle manifestazioni che celebrano l’eterna lotta per la libertà. Pietro Italo Giovanni Calabrese – Salerno Sempre meno scoperto è il nervo della sinistra, e sempre più l’antimericanismo è la sottocultura del populismo e del sovranismo di destra.