la Repubblica, 17 aprile 2022
Blanco canta per il Papa
«Mentre preparavamo l’evento avevamo pensato a un’accoglienza molto semplice, ma man mano che i numeri aumentavano abbiamo dovuto strutturarla in maniera più articolata». Per questo, davanti a Papa Francesco e ai 60mila ragazzi delle parrocchie e dei movimenti ecclesiali (con loro sessanta vescovi e diversi educatori) che si riuniranno per un momento di preghiera domani in piazza san Pietro «ci sarà anche Blanco, che canterà le sue canzoni». Don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Conferenza episcopale italiana, spiega così la presenza sul sagrato di San Pietro di Blanco, il cantante che allo scorso festival di Sanremo insieme a Mahmood è riuscito a mettere sullo stesso piano l’amore tra due uomini e quello tra un uomo e una donna, la pari dignità degli amori gay e di quelli etero.
Tuttavia, avverte Falabretti, «il contesto è molto importante. Guai a sottovalutarlo! Si rischia di non porsi sulla stessa lunghezza d’onda. Scegliere Blanco, il cantante che in questo momento più di tutti attrae i giovanissimi, significa creare le condizioni di un dialogo e di un ascolto reciproci. Per parlare agli adolescenti occorre sapere chi sono, cercare di comprendere quel mondo interiore di cui gli artisti (soprattutto i cantanti di oggi) interpretano ed esplicitano i tratti».
Da tempo la Chiesa ha smesso di fare le barricate. Con l’arrivo di Papa Francesco la dottrina di sempre non è cambiata, ma delle contaminazioni, delle posizione non allineate, almeno in molti settori della stessa Chiesa non si ha più alcuna paura. Di qui l’invito a Blanco, un artista vicino al sentire di tanti ragazzi. Così è stato anche in passato, quando Bob Dylan cantò davanti a Giovanni Paolo II. E dopo di lui diversi altri si sono esibiti innanzi ai vescovi di Roma. A fare da filo rosso al pomeriggio di domani saranno le parole del capitolo 21 del Vangelo di Giovanni, con l’invito rivolto da Gesù a Pietro: «Seguimi ». Invito che, non a caso, dà il titolo all’evento che si aprirà con la musica intervallate da testimonianze sotto la conduzione di Andrea Delogu, Gabriele Vagnato, Giovanni Scifoni, Michele La Ginestra e Matteo Romano. Alle 18 Francesco presiederà la Veglia di preghiera, che seguirà lo schema della lectio divina : «Alcuni ragazzi condivideranno che cosa il brano del Vangelo di Giovanni dice alla loro vita», spiega ancora don Falabretti. Che continua: «Blanco, con i suoi testi che raccontano fatiche, speranze e ferite, dà voce alle inquietudini e agli stati d’animo dei ragazzi, forse non di tutti, ma sicuramente di tanti. Non si può pensare di parlare con loro, di convincerli con ragionamenti o parole, se prima non si è disposti ad ascoltarli, senza la pretesa di annullare il loro mondo con un colpo di spugna, giudicandolo solo sporco e inadatto. Blanco è un regalo ricevuto e ridonato ai ragazzi. L’obiettivo è accogliere con calore i ragazzi. Facendo capire loro che non ci sono pregiudizi ma grande disponibilità all’incontro e all’ascolto. Detto questo, non dimentichiamo che si tratta di un pellegrinaggio che va vissuto in una dimensione spirituale, nella quale irromperà una parola più forte e per noi più importante: quella del Vangelo e del Papa. Abbiamo fiducia che gli adolescenti, accompagnati dai loro educatori, impareranno a comprenderne le differenze e ad accoglierle nella loro vita».
L’incontro di domani è speciale per diversi motivi. È il primo del Papa in Vaticano dopo il lungo stop causato dalla pandemia. Per la Chiesa portare tanti ragazzi in piazza è anche un «segnale di speranza per tutti e in particolare per chi si spende per la crescita delle comunità». Da tempo la Cei inisiste sulla necessità di tornare a incontrarsi. Dopo due anni di Messe in streaming la piazza piena vuole essere un nuovo inizio.