La Stampa, 16 aprile 2022
Storia della Moskva
L’ultima beffa per l’incrociatore missilistico russo Moskva che da giovedì giace nelle profondità del Mar Nero, affondato con buona probabilità dai missili di Kiev, è che la nave era stata costruita in Ucraina. Nell’era sovietica, per carità. Era entrato in servizio all’inizio degli Anni 80, oggi era la terza imbarcazione più grande della flotta di Mosca, l’asso nella manica dell’attacco dal fronte Sud dell’Ucraina, verso i porti di Mariupol e Odessa, dopo aver servito «con onore» nel conflitto siriano. La Moskva abbattuta non se la passava bene: avrebbe potuto tirare al massimo altri dieci anni, vecchia e malandata. Perché, ironia della sorte e come dichiaravano due siti militari russi nel 2018 e nel 2020 («Flotta.com» e «Il corriere militare industriale»), per lei non era stato previsto nel 2015 alcun rammodernamento su vasta scala. Non c’erano i soldi, così non è mai stato installato il sistema antincendio.A poco sarebbe valso di fronte al devastante rogo che l’ha mandata Ko. Perché, a qualunque versione dell’accaduto si voglia credere, ucraina-americana o russa, è stato un enorme rogo il responsabile dell’affondamento del gigante del mare. 186 metri di lunghezza, 20 di larghezza. Trasportava 510 membri dell’equipaggio russo. Secondo Kiev, è stato sorpreso e abbattuto dal lancio di due missili da crociera Neptune, con una gittata di 300 chilometri, nuovi nuovi di non più di due anni fa. I Neptune avrebbero eluso le difese russe, addirittura distratto i limitati radar del Moskva (pare in grado di coprire solo un campo visivo di 180°) e l’avrebbero ribaltata su un fianco, facendole perdere stabilità. Prima mandando in fuoco i pesanti armamenti schierati sui ponti, poi portandola a inabissarsi: missili anti-nave della Guerra fredda e anti-sottomarino. Anche se molti punti restano oscuri su cosa ci fosse a bordo: l’ipotesi è che fossero caricate armi nucleari, ora pericolosamente depositate nei fondali del mar Nero. In serata, gli Usa smentiscono, ma confermano la presenza di missili Cruise.L’abbattimento del Moskva è un colpo durissimo per l’immagine del Cremlino e un vero disastro per le sue operazioni militari, tanto che Kiev teme una dura rappresaglia. L’intelligence americana è convinta che ad abbattere l’incrociatore siano stati gli ucraini. Fa trapelare che una parte dei marinai russi non è sopravvissuta. Mentre il governo di Zelensky conferma la morte del comandante dell’ammiraglia, Anton Kuprin, che sarebbe avvenuta durante l’esplosione e l’incendio. Il capitano Kuprin era lo stesso, afferma con orgoglio Kiev, che diede l’ordine di bombardare l’Isola dei Serpenti, nel primo giorno di guerra. Quella diventata leggenda: mentre i social ucraini scoppiavano di meme, che irridevano l’incrociatore inabissato, gli uffici postali ucraini erano presi d’assalto con code più lunghe che quelle per l’Iphone, per accaparrarsi il francobollo con lo slogan «fuck you», pronunciato dai soldati di Zelensky che resistevano sull’isola davanti al Moskva che ne intimava la resa.Mosca racconta ovviamente tutta un’altra storia: l’equipaggio sarebbe stato evacuato e non sarebbe morto a bordo, la nave sarebbe affondata a causa dell’incendio e del brutto tempo. Il gigante del mare di Putin porta con sé i suoi misteri. Uno per tutti, rilanciato dalla Tass ieri, che nella sua cappella ci fosse un frammento della Croce di Cristo, acquistato anni or sono da un non precisato imprenditore russo dalla Chiesa cattolica, per regalarlo all’imbarcazione.Il Moskva è la seconda nave russa distrutta dal 24 febbraio. Ma per trovare un precedente così clamoroso si deve andare indietro di 81 anni. L’ultima imbarcazione da guerra di Mosca a essere affossata era battente bandiera sovietica ed era un incrociatore leggero con un nome che oggi sembra un altro scherzo della storia: «Ucraina Rossa». Venne colpita sempre nel Mar Nero, in quel caso dai bombardieri tedeschi nella baia di Sebastopoli, nel novembre 1941. Il destino sembra ritorcersi contro il Cremlino, che proprio nella città della Crimea ieri ha organizzato una cerimonia di commemorazione. Per l’ammiraglia «simbolo del nostro potere», ha detto il capitano della riserva, Sergei Gorbachev. Il ministero della Difesa britannico è convinto che «il cruiser avesse un ruolo chiave» e che ora cambieranno le sorti della guerra. —