La Stampa, 15 aprile 2022
Il fast food a un euro per tutti
L’idea gli è venuta quando ha detto a una persona che non poteva pagare di passare dopo le due del pomeriggio, quando avrebbe potuto dargli quel che era rimasto in cucina. «Era un nuovo povero – spiega Fabio Ruvolo, presidente della cooperativa sociale Etnos –, una di quelle persone per cui mostrarsi in difficoltà è peggio che esserlo, uno di quei tanti rimasti improvvisamente senza lavoro e sostentamento. E ho pensato che non era giusto dargli i resti, per quanto ottimi fossero. Che la povertà non era uno scarto. E che bisognava trovare un’idea di mensa davvero inclusiva». Così è nato il progetto Open Food, che da martedì offrirà a tutti gli avventori pietanze a 1 euro, che siano primi, secondi, contorni o dolci. Per tutti la stessa cifra: professionisti, studenti, impiegati, famiglie e anche loro, i poveri. Vecchi e nuovi.
Con la possibilità, per chi vuole e può, di donare un ulteriore contributo inquadrando semplicemente un QR code contenuto in una «cartolina del dono» distribuita nel locale, attraverso un bonifico o Paypal. E attenzione, il cibo sarà di prima scelta, per lo più a chilometro zero, fornito da Coldiretti, cucinato da tre chef nelle cucine professionali di un vicino Istituto, l’Ipab Testasecca, e portato sul posto in pochi minuti con un furgone che ha possibilità di mantenere il cibo caldo o freddo. L’indirizzo è via Michele Amari 13, nella parte alta di Caltanissetta, città nel cuore della Sicilia che da sempre è sinonimo di cibo di tradizione e genuino, dove il Comune ha in corso di realizzazione l’ambizioso progetto di un Parco mondiale per la dieta mediterranea che ha già avuto il finanziamento per una «cucina prototipale» e di un polo espositivo dell’agroalimentare in due capannoni confiscati alla mafia vicini alla stazione ferroviaria di Xirbi.
Il locale si chiama Equo Food. È allegro, l’insegna colorata con un logo che è un po’ casa e un po’ paniere. La cooperativa sociale Etnos lo ha aperto anni fa, ma a prezzi di mercato. Adesso erogherà 150 pasti a un euro tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 12 alle 14. Servizio d’asporto ma anche quindici posti a sedere per chi vuole consumare sul posto, e nello staff c’è pure Andrea, un giovane collaboratore Down che dispensa simpatia e sorrisi. Inoltre la Croce Rossa metterà a disposizione la sua unità di strada per portare i pasti a casa dei disabili o di persone in difficoltà.
Un progetto che ha trovato il supporto dell’assessorato alla Famiglia della Regione siciliana e della Croce Rossa, dai quali è arrivato uno stanziamento di circa 60 mila euro fino a dicembre per la start up dell’attività, per il futuro si conta su sponsor privati e sulle donazioni. Tra i partner anche l’impresa sociale Un Posto Tranquillo, che ha individuato gli operatori di cucina e si occupa dell’acquisto dei prodotti alimentari, mentre il Comune di Caltanissetta fornisce supporto. «Sposiamo l’idea di dare dignità alla povertà», dice il sindaco Roberto Gambino. Gli fa eco il presidente della Croce Rossa di Caltanissetta: «Abbiamo pensato a un luogo dove la gente possa ansare a mangiare senza sentire sulle spalle il peso del proprio disagio economico».
Per dirla con Orazio Licciardello, psicologo sociale dell’Università di Catania che ha partecipato ieri alla presentazione del progetto, si compie il passaggio «da mensa di povertà a mensa di comunità». È stato lui a coniare l’hashtag #bastauneuro. «Quell’euro – conclude l’ideatore Fabio Ruvolo, già contattato da diverse città per replicare il modello – fa sì che nessuno ci debba dire grazie, e che nessuno si senta discriminato».