Corriere della Sera, 15 aprile 2022
La biologa che restaura coralli
Ogni giorno si immerge nelle acque dell’Oceano Indiano per monitorare la salute e la riproduzione dei coralli. Per guarire le ferite di questi delicati organismi marini colpiti dallo sbiancamento, conseguenza nefasta del surriscaldamento globale del Pianeta, Giorgia Maggioni, 29enne di Lecco, restaura coralli alle Maldive. «Facilito la loro ricrescita costruendo delle strutture in metallo, gli “spider”, che ricopro con cemento e sabbia perché non arrugginiscano. Poi mi immergo nella barriera, prendo i frammenti di corallo ancora vivi rotti dalle mareggiate o dai turisti che nuotano sul reef e ce li attacco con delle fascette da elettricista. Quando la struttura è ben equipaggiata, mi immergo di nuovo e la posiziono in mare. In questo modo i coralli riescono a riprodursi mentre se li lasciassi sulla sabbia morirebbero in poco tempo», racconta la giovane biologa marina laureata alla Bicocca di Milano.
Se i coralli non sono più multicolori ma bianchi la colpa è dell’intenso Niño – il fenomeno climatico che ciclicamente causa anche il surriscaldamento degli oceani – che nel 2016 ha colpito le acque degli atolli maldiviani. Proprio per contenere gli effetti di questo fenomeno che ha portato a un’importante moria di coralli, Giorgia ha deciso di dedicare alla sua missione anima e corpo. «Ho fatto la triennale di Scienze Biologiche, poi la magistrale in Scienze Marine ma al secondo anno della triennale ho deciso di frequentare uno dei workshop del MaRHE Center, il Centro di Ricerca e Formazione della Bicocca fondato nel 2009 a Magoodhoo, atollo di Faafu, dal professore di ecologia Paolo Galli», racconta Giorgia. Un’esperienza talmente intensa da portarla anni dopo di nuovo alle Maldive a fare la restauratrice di coralli. «Quel workshop è stata un’esperienza bellissima – continua con entusiasmo —: 800 ore a tempo pieno per studiare da vicino e in laboratorio la barriera corallina e sviluppare nuove tecniche di “restauro”. È lì che ho capito che avrei voluto continuare a occuparmi di questo e così, appena ho potuto, mi sono trasferita alle Maldive».
Oggi Giorgia si occupa di «Coral restoration» per Sangeli, un resort nell’Atollo di Male Nord del gruppo Atmosphere (non a caso molto sensibile alla salvaguardia ambientale), con risultati sorprendenti. «Grazie alla tecnica degli spider i coralli riescono a ricrescere di 10-15 centimetri all’anno, il processo è lentissimo ma senza l’aiuto di queste strutture sarebbe dieci volte più lento – sottolinea —. Sa quanti coralli ho piantato finora? Duemila. Ora sto anche analizzando il campo per poter posizionare nuove gabbie nelle acque attorno a Lobigili, altro magnifico resort nello stesso atollo».
Nostalgia per la ricerca? «Magari la riprenderò ma al momento voglio rimanere qui perché ho la possibilità di vivere direttamente la mia passione – confida —. È come stare in un sogno: mi trovo in uno degli angoli più belli del Pianeta e posso mettere a frutto anni di studio. In Italia, sarebbe molto più complicato. E poi, per noi biologi è uno sbocco naturale trovare lavoro nei resort alle Maldive: sono 150, da quando c’è il MaRHE Center, i colleghi che hanno fatto la mia scelta».
Lo studio sul campo richiede però dedizione. Giorgia si alza alle 6.45 e si immerge tutti i giorni nella «coral nursery» (l’asilo dei coralli, come lo chiamano i tecnici) o con i turisti per accompagnarli a fare snorkeling. La sera, tiene lezioni di biologia. «Racconto anche cosa succede agli animali intrappolati nelle “ghost net”, le reti da pesca abbandonate che galleggiano nell’Oceano. Io le raccolgo e le trasformo in braccialetti che poi vendo ai turisti. Con il ricavato costruisco gli spider: per farne uno ci vogliono 12 dollari».
In Italia, Giorgia ha lasciato famiglia – un fratello, anche lui biologo marino, mamma e papà pensionati – e il fidanzato. «Per i miei l’educazione è al centro di tutto e sapere che mi sono realizzata li rende felici – spiega —. Andrea, il mio fidanzato, ora ha un lavoro fisso in Italia e una casa. Insomma, spostarsi non rientra nei suoi piani. Ci sentiamo tutti i giorni, via WhatsApp... siamo abituati ma non è sempre facile». Progetti futuri? «Prima o poi tornerò ma so già che non potrò più rinunciare a una buona dose di oceano ogni anno».