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 2022  aprile 15 Venerdì calendario

LA RITORSIONE DI PUTIN - “MAD VLAD” È INCAZZATO NERO PER L’AFFONDAMENTO DELL’INCROCIATORE “MOSKVA” E RISPONDE INTENSIFICANDO GLI ATTACCHI MISSILISTICI A KIEV - NELLA NAVE FINITA NEGLI ABISSI DEL MAR NERO POTREBBE ESSERE FINITA ANCHE UNA TESTATA NUCLEARE. MA COME HANNO FATTO GLI UCRAINI A COLPIRLA? È POSSIBILE CHE KIEV ABBIA INGANNATO I RUSSI FACENDO CREDERE LORO DI NON ESSERE IN GRADO DI MINACCIARE LA FLOTTIGLIA, PER POI FARE UN'AZIONE A SORPRESA - INTANTO DA MOSCA DICONO CHE L’ACCIAIERIA ILYICH DI MARIUPOL È SOTTO CONTROLLO RUSSO - VIDEO

 (ANSA) - Lo stabilimento siderurgico Ilyich a Mariupol è sotto il controllo dell'esercito russo. Lo ha detto il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov citato da Interfax. "L'impianto è stato liberato "da un gruppo di forze russe e unità della milizia della repubblica di Donetsk a seguito di operazioni offensive", ha affermato Konashenkov in conferenza stampa. 2 - UCRAINA: 'FEROCI COMBATTIMENTI A MARIUPOL, I RUSSI AVANZANO'. MOSCA: 'AUMENTEREMO GLI ATTACCHI SUGLI OBIETTIVI DI KIEV' Da www.ansa.it

Il comandante della 36/a brigata della Marina ucraina, il maggiore Serhiy Volyna, lancia un appello alle autorità a "sbloccare Mariupol il prima possibile, militarmente o politicamente": secondo Volyn, da questa mattina sono in corso feroci combattimenti, i russi avanzano in modo aggressivo, la situazione è critica".

Lo ha detto in un'intervista all'Ukrainska Pravda: "Non abbiamo intenzione di arrenderci, ma la situazione sta precipitando".

Intanto la Russia fa sapere che aumenterà il numero e la portata degli attacchi missilistici su obiettivi a Kiev in risposta agli atti di sabotaggio sul suo territorio da parte delle forze ucraine: lo riporta Interfax, che cita il ministero della Difesa russo.

Le forze russe avrebbero colpito ieri notte una fabbrica di armi vicino a Kiev con missili Kalibr lanciati dal mare: lo ha reso noto il portavoce della ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, secondo quanto riporta Interfax. Intanto l'Ue punta ancora sulla leva economica per tentare una de-escalation. L'Unione europea - secondo quanto riporta il Nyt - sta preparando un embargo graduale alle importazioni di prodotti petroliferi russi, ma la misura non verrà varata fino a dopo il ballottaggio delle elezioni presidenziali francesi il 24 aprile.

SITUAZIONE CRITICA A MARIUPOL - Il consiglio comunale della città di Mariupol afferma che gli occupanti russi hanno iniziato a riesumare i cadaveri sepolti nei cortili dei blocchi residenziali. Lo scrivono i funzionari su Telegram, citati dalla Bbc. "I soldati russi non stanno permettendo ai residenti di seppellire le persone, ogni cortile ora ha un supervisore per far rispettare questa regola".

A Mariupol ci sarebbero, secondo Kiev, 13 forni crematori mobili e le autorità cittadine sospettano che i russi stiano cercando di coprire i crimini di guerra.

Lo stabilimento siderurgico Ilyich a Mariupol è sotto il controllo dell'esercito russo. Lo ha detto il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov citato da Interfax. "L'impianto è stato liberato "da un gruppo di forze russe e unità della milizia della repubblica di Donetsk a seguito di operazioni offensive", ha affermato Konashenkov in conferenza stampa.



L'INCROCIATORE MOSKVA - L'incrociatore missilistico russo Moskva, divorato dalle fiamme e che Kiev aveva rivendicato di aver colpito, "ha perso stabilità ed è affondato mentre veniva rimorchiato durante una tempesta". Ad ammetterlo il ministero della Difesa russo, che spiega che la nave "ha perso stabilità a causa del danno allo scafo". Danno, però, che viene attribuito da Mosca all'incendio seguito all'esplosione delle munizioni" trasportate a bordo.

Con il Moskva, si teme possa essere finita negli abissi anche una testata nucleare che, secondo voci non confermate, avrebbe fatto parte del suo arsenale. Comunque si tratta di un duro colpo per la flotta militare russa, come il Pentagono non ha mancato di rimarcare, pur ammettendo di non poter verificare in "modo indipendente" se l'incrociatore russo nel Mar Nero sia stato colpito da un missile dell'Ucraina.

(...)

3 - SORPRESA, FORZA, PIÙ ARMI I TRE FATTORI DECISIVI NELLA FASE 2 DEL CONFLITTO Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il "Corriere della Sera"

Tre fattori dettano le mosse del conflitto in Ucraina. La sorpresa con l'affondamento del Moskva. La forza. Le nuove armi. Elementi che condizionano gli schieramenti in vista della probabile offensiva pianificata dal Cremlino.

La sorpresa C'è in ogni guerra. Il disastro dell'incrociatore russo Moskva lo racconta in tre versioni. L'attacco ucraino con un missile Neptune, prodotto locale. La mina. L'esplosione per un incidente. Scenari diversi che hanno conseguenze evidenti: la perdita dell'ammiraglia è un rovescio clamoroso per Putin e potrebbe spingere la flotta a rinviare ancora lo sbarco a Odessa. Infatti la Marina - secondo il Pentagono - ha fatto allontanare una mezza dozzina di navi. Un segnale di timore e indirettamente una conferma indiretta che si è trattato di un attacco.

È possibile che Kiev abbia ingannato i russi facendogli credere di non essere in grado di minacciare la flottiglia. E la Moskva si è adagiata alla sua routine, spiata dall'intelligence locale da quella occidentale, sostenuta da voli di ricognizione costanti. Ma anche se è stata una mina o il marinaio incauto, il messaggio che passa è quello di un dispositivo afflitto da problemi. A terra i tank si sono impantanati, sul mare l'unità simbolo è finita sul fondo.

La forza Le truppe di Putin si stanno dirigendo verso Sud/Sud-Est, puntando alla «liberazione» del Donbass e alla conquista di Mariupol, un porto strategico sul Mar d'Azov che permetterebbe oltretutto di aprire una via fra la Crimea e la «madre patria». In questo nuovo quadrante Mosca controlla già un territorio vasto e potrebbe cercare di chiudere la resistenza in una sacca, condannandola alla sconfitta.

La Russia, per correggere gli errori iniziali, cerca di imporre un livello di comando-controllo migliore, anche grazie alla nomina del nuovo generale Alexander Dvornikov. Questa revisione ha comportato un'azione ridotta sul campo e potrebbe durare ancora una o due settimane: intanto continua a bersagliare i civili nelle città. A sudest Mariupol non è ancora caduta, ma la resistenza è allo stremo: i russi colpiscono con incursioni aeree e artiglieria.

L'esercito di Putin continua poi ad assediare le regioni contese del Donbass: intensa l'azione su Sverodonetsk, Rubizhne e Popasna ma, spiega l'Institute for the Study of War, non ha fatto sostanziali progressi. In quest' area sarebbero impiegati circa 55 battaglioni tattici. A Est, i russi si stanno riorganizzando nella regione di Kharkiv e hanno condotto soltanto attacchi limitati a Izyum. Intanto fanno affluire rifornimenti dalla Crimea.

A loro volta gli ucraini potenziano lo schieramento che deve incassare la prima botta, facilitati da linee logistiche più corte. Intanto sondano le posizioni avversarie. I russi hanno denunciato un raid di elicotteri nella zona di Belgorod, poco oltre il confine.

Le armi A Kiev attendono le prossime forniture. Washington assicura che i mezzi promessi saranno in zona al massimo entro una settimana. Nella lunga lista compaiono 18 cannoni da 155 con i quali rispondere al tiro incessante dell'Armata.

Artiglierie integrate da semoventi forniti da alcuni Paesi dell'Est (come la Slovacchia). Indispensabili i 10 radar che scoprono le batterie e quelli che «individuano» i cecchini. Poi gli undici elicotteri Mi 17 - trasporto e attacco - che erano destinati originariamente all'Afghanistan, prima della vittoria talebana (alcuni sono già in loco).

Nell'elenco gli immancabili Javelin (500) e migliaia di altri sistemi anti-carro, 300 droni kamikaze Switchblade, quindi esplosivo al plastico. Nel pacchetto compaiono dei droni navali: secondo la rivista online War Zone potrebbero essere dei piccoli battelli concepiti per la neutralizzazione di mine, gli Inspector 90, ma forse si tratta di altro. E torniamo così all'inizio, alle sorprese e al fronte del mare.

I numeri sono considerevoli, tuttavia la battaglia tritura vite, consuma scorte e i difensori saranno pressati da più direzioni. Non fanno trapelare nulla. È possibile che la resistenza sia rimasta con pochissimi droni turchi TB2, incursori letali. Da qui l'esigenza di ottenere altro, come insistono alcuni membri Nato e gli osservatori pro-Kiev.