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 2022  aprile 15 Venerdì calendario

La (ri)educazione russa

ROMA La guerra, le bombe, la fuga. Separarsi dai genitori, restare soli, venire trasferiti in un Paese straniero, nel caos, spesso senza controlli. E lì, incontrare una nuova famiglia, una nuova casa, mentre chi attende in mezzo alle esplosioni si dispera ed è consapevole che, forse, non potrà mai più rivedere i propri figli. Il conflitto che da febbraio devasta l’Ucraina ha anche un altro volto: quello dei bambini costretti a scappare, messi su un treno da mamma e papà per allontanarsi dalla distruzione, oppure di migliaia di orfani, rimasti soli al mondo. Tutti loro, ora, rischiano di perdersi nei circuiti dell’accoglienza parallela e di finire addirittura in case russe, come viene denunciato da Kiev.
BIMBI SCOMPARSI
Da mesi le autorità europee e internazionali denunciano il dramma dei bimbi scomparsi, che potrebbero finire nel circuito della tratta o delle adozioni illegali. L’ultimo allarme arriva dal ministero degli Esteri ucraino: «Esiste la minaccia che i cittadini russi adottino illegalmente orfani ucraini, senza seguire tutte le procedure stabilite dalla legge». Il dicastero sostiene che i soldati russi stiano continuando a deportare con la forza persone dall’Ucraina, compresi bambini che hanno perso i genitori in guerra. Il Cremlino, inoltre, sta perfezionando una serie di accordi da firmare con i territori già occupati, che consentirebbero il trasferimento degli orfani in Russia. Il riferimento è all’intenzione del ministero dell’Istruzione della Federazione Russa di firmare accordi con l’Ordlo – i territori temporaneamente occupati delle regioni di Donetsk e Luhansk – che renderebbero possibile l’affido degli orfani, deportati illegalmente dall’Ucraina, a famiglie russe. Azioni che, sostiene ancora Kiev, «rientrano nel reato di sequestro di persona e quindi richiedono una reazione decisa della comunità internazionale e delle organizzazioni internazionali competenti».
Secondo il commissario ucraino per i diritti umani, Lyudmila Denysova, più di 121mila bambini sono stati deportati con la forza in Russia nelle ultime settimane. Un numero altissimo, che include sia i piccoli orfani, sia i bimbi che hanno uno o entrambi i genitori. Anche Denysova ha sottolineato che Mosca «sta apportando modifiche alla legislazione per organizzare la procedura accelerata di adozione dei bambini del Donbass». I primi casi di trasferimento non autorizzato in Russia sono stati segnalati alla fine di marzo, quando Pyotr Andryuschenko, consigliere del sindaco di Mariupol, ha affermato che circa 4.500 residenti erano stati portati «forzatamente», senza documenti, nella città russa di Taganrog.
LA CRIMINALITÀ
C’è anche un altro dramma, che riguarda sia gli orfani sia i bimbi che sono stati mandati dai genitori in altri Paesi per fuggire dal conflitto: rischiano di finire nel circuito della criminalità organizzata. L’allarme è stato lanciato dal ministro dell’Interno italiano, Luciana Lamorgese. «In presenza di situazioni di questo tipo, il pericolo che i minori cadano nelle mani di organizzazioni criminali è molto elevato», ha detto anche Carla Garlatti, da un anno e mezzo Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. E ancora: «È un allarme che ho già ribadito in diverse occasioni, che vale per il nostro come per tanti altri Paesi europei e di cui l’Enoc, la Rete europea dei Garanti per l’infanzia e l’adolescenza, e l’Egn, l’European guardianship network, hanno piena consapevolezza. La preoccupazione è grande».