Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  aprile 15 Venerdì calendario

Le cicogne non sono più fedeli

Gli abitanti di Rühstädt, villaggio nel Brandeburgo, sono inquieti. La colpa è di un articolo apparso nel numero di marzo della rivista Ethology, che ha fatto arrivare etologi e giornalisti. Rühstädt, 260 abitanti, è famoso per ospitare 40 coppie di cicogne che giungono ogni anno a nidificare sui tetti. Quando nascono le piccole cicogne arrivano i turisti, famiglie con i bambini. C’è il tutto esaurito a ogni weekend, e le cicogne fedeli per tutta la vita sono una buona fonte per arrotondare il bilancio.

Ma Ethology rischia di rovinare la stagione perchè ha rivelato che le cicogne non sono quel simbolo d’amore che tanto piace a chi scrive favole, e anche alla Chiesa. Non tutte, ma troppe. Le cicogne conducono un menage a trois, lui e lei e l’amante, maschio o femmina non importa, come nelle commedie francesi degli Anni Venti. Sono grato alla Süddeutsche Zeitung che è riuscita a trovare spazio per venti righe a questa piccola notizia, tra guerra, epidemia, e inflazione.
I leoni si circondano di un harem di leonesse, e qualche maschio arriva a uccidere i cuccioli per evitare che da adulti possano usurpare il suo ruolo di sultano. Anche le scimmie, i cervi, e i trichechi maschi non sono fedeli. Ma le cicogne no.
A rovinare la favola è stato l’etologo indiano Gopi Sundar. Nel 1999 osservò un nido di cicogne dove vivevano in tre. Lo scrisse e fu dileggiato dai colleghi di mezzo mondo. Il professor Sundar si risentì e cominciò a dedicare la vita all’osservazione delle cicogne peccaminose, e chiese ai contadini della sua regione di collaborare alla ricerca. Ora infine ha pubblicato il risultato: su 11.500 coppie di cicogne, duecento non sono fedeli, e vivono a tre. Ma il terzo partner, almeno, non cambia. Una fedeltà allargata.

Tuttavia, forse, si può ancora credere nel mito delle cicogne: il terzo partner sarebbe in realtà una sorta di cicogna au pair, non un amante. Si allontana quando vengono deposte le uova, e torna quando si schiudono per aiutare lui e lei a trovare il cibo, lucertole o ranocchie, per la prole, e per insegnare ai piccoli a volare. Insomma, si comporta da zio o da zia, come nelle famiglie di umani. La morale è salva.
Io rimango scettico, e credo alle cicogne non monotonamente monogame. È un nostro difetto volere umanizzare gli animali. A volte può essere pericoloso credere che la natura sia come la presenta Walt Disney. Non per citarmi, ma una trentina d’anni fa, mia moglie mi convinse a partecipare al concorso per un racconto per bambini sul tema animali. Scrissi di uno scolaro che va allo zoo con la sua classe, e accarezza attraverso le sbarre un lupo che dorme, perché gli avevano insegnato che i lupi non sono cattivi, e non insidiano Cappuccetto Rosso. Il mio lupo sta sognando di essere libero nella foresta, e nel sonno azzanna la mano del bambino. Non vinsi.

La giuria mi mandò in finale, ma il voto decisivo toccava ai bambini. Uno solo votò per me, il mio racconto aveva spaventato tutti gli altri. A me diedero un premio honoris causa, uguale a quello del vincitore, un milione di lire, e un lupacchiotto in pelouche. Temo che l’unico lettore che mi preferì abbia fatto da adulto una brutta fine, vittima del politically correct.
Anche i cigni sembrano poetici, colpa di Andersen e del suo Brutto anatroccolo, e del balletto di Cajkovskij. A quattro anni, mia figlia stava giocando sul prato in riva all’Alster, il lago nel centro di Amburgo. Un cigno maestoso, un po’ goffo sull’erba, si avvicinò, e le rubò la bambola. Raffaella, mia figlia, non si lasciò intimorire, inseguì il cigno e si riprese il bambolotto di pezza, mentre i tedeschi presenti, le urlavano di scappare, lei appena giunta in Germania non capiva. Infine si mise in salvo. La beccata di un cigno adulto può spaccare il cranio.
Le favole, quelle autentiche dei fratelli Grimm, non le versioni edulcorate, insegnano a vivere. La natura va rispettata. Ora, accusano Darwin e Lorenz di essere nazisti perché osarono scrivere che tra gli animali vince il più forte, non il più buono. Anzi, la bontà in natura non esiste. Alcune cicogne non sono fedeli, i cigni sono pericolosi, e non è prudente accarezzare i lupi che dormono.