ItaliaOggi, 15 aprile 2022
Gli Usa importano caviale dal 2008
Joe Biden non dev’essere un grande intenditore di caviale. Altrimenti avrebbe dovuto sapere che le sanzioni imposte sull’importazione della prelibatezza russa negli Stati Uniti sono inutili. Le uova di storione provenienti dal Mar Nero e dal Mar Caspio sono scomparse dai supermercati e dai ristoranti americani da almeno 14 anni. Biden, stavolta, ha sbagliato obiettivo per colpire il capo del Cremlino, Vladimir Putin.
Lo scorso marzo il capo della Casa Bianca ha annunciato il divieto di importazione di caviale e vodka, vale a dire i prodotti alimentari più ricercati e iconici della Russia. Il che fa pensare a un provvedimento più simbolico che concreto. Anche perché, se dalla Russia arriva appena l’1,2% della quantità di vodka importata negli Usa, per il caviale la percentuale è dello 0%. Se il presidente Biden, come ha spiegato, intende negare a Mosca «più di un miliardo di dollari di entrate dalle esportazioni», l’economia russa non risentirà per niente dello stop all’import di caviale deciso dagli States.
La Russia ha reso popolare il caviale dello storione selvatico, in particolare la specie beluga. I pescatori tagliavano le uova dello storione e rigettavano il pesce in acqua per farlo morire. In questo modo la Russia è diventata il principale produttore di caviale di lusso su scala internazionale. Almeno sino all’inizio del 2000, quando la popolazione degli storioni è calata del 30% e la produzione di caviale dal pesce è stata vietata. Morale: secondo gli esperti del settore, l’ultimo anno in cui gli Usa hanno importato il caviale russo è stato il 2008.
«La Russia non esporta caviale da anni», ha spiegato l’imprenditore americano Bill Holst, che nel Wisconsin ha creato una sorta di impero della lussuosa pietanza. «I russi consumano tutto quel che producono e inoltre la maggior parte del caviale prodotto viene iniettato con ormoni, pratica ritenuta illegale negli Stati Uniti».
Oggi la maggior parte del caviale di alta qualità proviene da allevamenti situati in Europa, tra Italia, Grecia e Germania, e proprio dagli Usa, in particolar modo in California e nel Kentucky, mentre nell’Europa dell’est si può trovare in qualche piccola fattoria bulgara. La maggior fornitura di caviale al mondo, però, arriva dalla Cina, che grazie all’azienda Hangzhou Qiandaohu Xunlong Sci-Tech detiene il 35% della quota del mercato globale.
Le lattine di caviale confezionate dal gruppo cinese con marchi come Petrossian, Caviar House e Regiis Ova vengono spedite in 23 Paesi. Compresi gli Stati Uniti. Anche Putin ha mangiato (e apprezzato) il caviale cinese in un paio di occasioni: al vertice del G20 del 2016 a Hangzhou, dove si trova l’allevamento di Qiandaohu Xunlong Sci-Tech, e durante un incontro istituzionale col presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping.
Insomma: le sanzioni del presidente Biden colpiscono il caviale che non c’è.
Persino al Caviar Russe, letteralmente il Caviale Russo, un ristorante stellato che si trova a Manhattan, l’amministratore delegato di origine ucraina, Ilya Panchernikov, ha sottolineato che il caviale che viene servito in tavola non è di origine russa, ma tedesca. «E poi il caviale non ha fatto del male a nessuno», ha detto Panchernikov a Forbes. «Alla fine è soltanto un pesce. E i pesci non hanno passaporti». Specialmente quello russo.